Corriere del Mezzogiorno (Campania)
C’ERANO UN NAPOLETANO UN CINESE E UN AMERICANO
Prima volta per il Napoli nella money league. Prima volta in cui dalla classifica (delle top 20) sono escluse le italiane Milan e Roma. Un risultato economico e non solo che il club di Aurelio De Laurentiis conquista con uno scatto in avanti significativo sul fronte dei fatturati. Impensabile fino a qualche anno fa che l’imprenditore cinematografico «prestato» al calcio riuscisse a scalzare i colossi cinesi arrivati a Milano e mister dollari, James Pallotta, ottavo re (giallorosso) di Roma. Ripercorrere all’indietro gli ultimi dodici anni dà maggiore rilevanza al risultato sportivo ed economico di un club che De Laurentiis aveva rilevato dal fallimento e riproposto con il titolo provvisorio di «Napoli soccer» nel campionato di Lega Pro (all’epoca serie C). Trentatrè milioni, l’importo dell’assegno Unicredit con il quale il patron dei «cinepanettoni» aveva fatto il salto (quasi) nel buio nel business del calcio. Bazzecole, rispetto alle cifre che oggi girano nel calciomercato. Minuzie rispetto ai seicento milioni con cui Yonghong Li aveva, ad aprile scorso, centrato la scalata al Diavolo dopo 31 anni di gestione Berlusconi. Roma e Milan due club di grande storia e blasone si ritrovano oggi l’uno a far cassa con i pezzi più pregiati della scuderia, l’altro a tentare di fronteggiare il gentlement agreement rifiutato dal Uefa, con un piazzamento in Europa League. Nella money league c’è invece il Napoli di De Laurentiis, lo stesso club che dodici anni fa aveva iniziato con i palloni acquistati in fabbrica e le maglie sponsorizzate con i propri film. C’è un imprenditore astuto e lungimirante che costantemente viene additato come parsimonioso nella gestione delle casse della società. Viene fischiato e criticato dai tifosi per i mancati acquisti di mercato. Viene insultato, quasi fosse uno zio Paperone che mette le pepite d’oro al sicuro e non fa viaggiare la squadra e club verso obiettivi ambiziosi. Qualcosa non torna. Fortuna? Probabilmente anche quella. Ma quella, si sa, aiuta gli audaci.