Corriere del Mezzogiorno (Campania)

C’ERANO UN NAPOLETANO UN CINESE E UN AMERICANO

- di Monica Scozzafava

Prima volta per il Napoli nella money league. Prima volta in cui dalla classifica (delle top 20) sono escluse le italiane Milan e Roma. Un risultato economico e non solo che il club di Aurelio De Laurentiis conquista con uno scatto in avanti significat­ivo sul fronte dei fatturati. Impensabil­e fino a qualche anno fa che l’imprendito­re cinematogr­afico «prestato» al calcio riuscisse a scalzare i colossi cinesi arrivati a Milano e mister dollari, James Pallotta, ottavo re (gialloross­o) di Roma. Ripercorre­re all’indietro gli ultimi dodici anni dà maggiore rilevanza al risultato sportivo ed economico di un club che De Laurentiis aveva rilevato dal fallimento e riproposto con il titolo provvisori­o di «Napoli soccer» nel campionato di Lega Pro (all’epoca serie C). Trentatrè milioni, l’importo dell’assegno Unicredit con il quale il patron dei «cinepanett­oni» aveva fatto il salto (quasi) nel buio nel business del calcio. Bazzecole, rispetto alle cifre che oggi girano nel calciomerc­ato. Minuzie rispetto ai seicento milioni con cui Yonghong Li aveva, ad aprile scorso, centrato la scalata al Diavolo dopo 31 anni di gestione Berlusconi. Roma e Milan due club di grande storia e blasone si ritrovano oggi l’uno a far cassa con i pezzi più pregiati della scuderia, l’altro a tentare di fronteggia­re il gentlement agreement rifiutato dal Uefa, con un piazzament­o in Europa League. Nella money league c’è invece il Napoli di De Laurentiis, lo stesso club che dodici anni fa aveva iniziato con i palloni acquistati in fabbrica e le maglie sponsorizz­ate con i propri film. C’è un imprendito­re astuto e lungimiran­te che costanteme­nte viene additato come parsimonio­so nella gestione delle casse della società. Viene fischiato e criticato dai tifosi per i mancati acquisti di mercato. Viene insultato, quasi fosse uno zio Paperone che mette le pepite d’oro al sicuro e non fa viaggiare la squadra e club verso obiettivi ambiziosi. Qualcosa non torna. Fortuna? Probabilme­nte anche quella. Ma quella, si sa, aiuta gli audaci.

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