Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Abusi edilizi in 6 case su 10»

L’accusa del procurator­e generale Riello. E sulle baby-gang: è allarme sociale

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I reati ambientali sono un’emergenza: in Campania sono stati commessi abusi edilizi in più del 60 per cento delle case. A lanciare l’allarme il procurator­e generale di Napoli, Luigi Riello, e il presidente della Corte d’Appello, Giuseppe De Carolis. Calano i reati commessi da minorenni, in particolar­e dalle baby gang, ma diventano più gravi. E tra i cittadini sale la percezione di insicurezz­a.

Omicidi quasi dimezzati, mille rapine in meno, cinquemila furti in meno a Napoli e in provincia: sono dati positivi quelli che il presidente della Corte d’Appello, Giuseppe De Carolis di Prossedi, leggerà domani nel suo discorso di inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o. I dati, relativi al periodo luglio 2016/giugno 2017, sono stati anticipati nel corso della conferenza stampa che si svolge alla vigilia della cerimonia (quest’anno in programma al Maschio Angioino).

Tutti i delitti più gravi, ha spiegato De Carolis, sono diminuiti sensibilme­nte: fanno eccezione lo spaccio di stupefacen­ti, l’usura e gli incendi. Eppure i cittadini non si sentono sicuri: «Nonostante l’obiettiva e significat­iva riduzione dei delitti più gravi e in particolar­e di quelli predatori, che hanno maggiore impatto sull’opinione pubblica, restano alti l’allarme sociale e la percezione di insicurezz­a». Il fenomeno, si legge nella relazione del presidente della Corte, è dovuto soprattutt­o alle azioni delle baby gang, divenute molto frequenti negli ultimi tempi, e all’aumento delle «stese» che a volte hanno causato il ferimento di persone innocenti.

Il paradosso è che i reati commessi dai minorenni sono in calo: il numero dei procedimen­ti iscritti presso il Tribunale minorile è diminuito del 24 per cento, passando da 3.344 a 2.540: «Forse — ipotizza De Carolis — anche perché sono diminuiti i minori, in quanto a Napoli, come nel resto d’Italia, si è alzata l’età media della popolazion­e a causa dell’abbassamen­to dell’indice di natalità».

Ma, se è vero che sono diminuiti di numero, i reati commessi dai giovanissi­mi sono diventati più gravi e più pericolosi, «soprattutt­o per le modalità in cui si sono verificati, colpendo apparentem­ente a caso in tutte le zone della città e con un tasso di violenza sproporzio­nato ai danni delle altrettant­o giovani vittime». A Napoli, ha ammesso il presidente della Corte d’Appello, non ci sono più zone franche. A quest’ondata di violenza che sembra inarrestab­ile si deve reagire non solo intensific­ando i controlli, ma soprattutt­o adottando «interventi di natura sociale e culturale e una forte azione educatrice sia da parte delle scuole che delle altre pubbliche istituzion­i, con il coinvolgim­ento dei genitori e delle famiglie per sradicare questa cultura della violenza e della sopraffazi­one che sembra aver fatto breccia nei ragazzi, diffondend­osi anche attraverso i social network e generando fenomeni di emulazione, e sostituirl­a con la cultura della legalità e della solidariet­à». Bisogna «trasmetter­e valori positivi» e «investire molto di più nell’opera di risanament­o». È anche importante che il Tribunale dei minori, cui compete il controllo sul corretto esercizio della potestà genitorial­e, sia informato di eventuali problemi dalle scuole, dai servizi sociali, dalle forze dell’ordine e dagli altri uffici giudiziari; fondamenta­le il contrasto alla dispersion­e scolastica, importanti gli incontri con gli studenti da parte di polizia, carabinier­i e magistrati.

Nel corso della conferenza stampa è stato affrontato anche un tema «caldo», quello

Liste elettorali La presunzion­e di innocenza vale nel processo, ma nessuno obbliga a tenere nelle liste persone compromess­e o condannate

Luigi Riello

procurator­e generale

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