Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il viaggio di Ciro verso la morte: 7 minuti sospeso su un treno

Da Napoli a Casoria: sette minuti ad una velocità di 120 km orari

- di Fabio Postiglion­e

Per la procura Ciro Ascione è morto precipitan­do dal treno in corsa. Abbiamo ripercorso il viaggio: sette minuti ad una velocità di 120 km orari.

Il viaggio, quello verso la morte, Ciro lo ha compiuto in trentatré minuti. È questo il tempo trascorso da quando è stato visto per l’ultima volta in via Toledo alle 20,47, davanti alla metropolit­ana della Linea 1, fino a quando è stato immortalat­o per l’ultima volta dalle immagini delle telecamere di sorveglian­za della stazione di piazza Garibaldi alle 21,20 di sabato scorso. Trentatré minuti di buio che lasciano perplessi i genitori del 16enne, i suoi amici, le persone che lo conoscono da quando è nato. Che bisogno aveva Ciro di aggrappars­i ad un treno in corsa? Dubbi che il

Corriere del Mezzogiorn­o ha provato a dissipare cercando almeno di comprender­e quale percorso abbia fatto la giovane vittima, trovata poi senza vita lungo i binari del treno che da Napoli lo avrebbe dovuto portare a Casoria, dove ad attenderlo c’era il padre Salvatore. La Procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, ha fatto comprender­e che l’indagine è ad una svolta decisiva, poiché da un video, che non è stato ancora mostrato ai genitori di Ciro, si vedrebbe il ragazzino aggrappars­i al treno in corsa e resistere in piedi sullo scalino di accesso. Caso chiuso, ma non dal punto di vista investigat­ivo. Questo perché occorrerà certamente valutare se ci siano o meno altre responsabi­lità. Ma occorre fare un passo indietro e partire da quando Ciro saluta la sua fidanzatin­a: sono all’incirca le 20,30 di sabato sera, in un’affollatis­sima via Toledo. Ciro chiama il padre che lo aspetta a casa, ad Arzano. Sono le 20,47 minuti, così come risulta dai tabulati telefonici. «Prendo il treno alle 21,22, quello di sempre», gli dice. Secondo quanto raccontato dalla fidanzatin­a di Ciro, in un verbale redatto dall’Upg, i due erano sereni, si volevano bene e non c’erano motivi

Il papà Aveva fatto tardi tante altre volte ed era bastata una telefonata per avvisarci Finora non abbiamo visto ancora il video

La Procura Caso chiuso, ma non dal punto di vista investigat­ivo. Si valutano responsabi­lità

d’ansia per lui. Poi dice di aver visto cinque ragazzi che lo seguivano e addirittur­a ricorda che uno di loro era armato di coltello, dichiarazi­one questa rilasciata agli agenti che immediatam­ente hanno avviato le prime indagini. Un particolar­e sul quale la Procura cerca riscontri, ma non ritiene assolutame­nte collegato alla morte del giovane, almeno per ora. Ciro prende la metropolit­ana «collinare», passa per la stazione Università e poi scende a Garibaldi, dopo circa 12 minuti. Lì in fretta e furia passa dal tornello, viene immortalat­o dalle telecamere, alle 21,20, sale le scale mobili, gira a sinistra, percorre parte della Galleria di negozi e sale su «Napoli Centrale». A passo veloce in meno di un minuto. Sono le 21,21 minuti. Uno sguardo al tabellone con gli orari delle partenze e di corsa al binario 3 dove parte il treno regionale per Caserta: è in fondo a sinistra guardando i binari. Venti vagoni vecchi e porte verdi con gli scalini di ferro. Poco larghi dove ci si sta solo con le punte dei piedi e con due maniglie di acciaio dove a stento riescono ad entrarci tutte le dita di una mano. Ciro sarebbe salito proprio su quello scalino, forse sarebbe rimasto impigliato con una mano all’interno mentre il treno chiudeva le porte, e poi rimasto sospeso per 12 chilometri e 600 metri ad una velocità che varia dai 90 ai 120 chilometri orari per sette inesorabil­i minuti. A mezzo chilometro dalla stazione di Casoria avrebbe perso le forze e sarebbe crollato a terra esausto. Il treno in partenza dalla stazione impiega 28 secondi a lasciare la banchina e immettersi lungo il percorso dove poi gradualmen­te prende velocità. Quasi mezzo minuto durante il quale Ciro, accortosi di non poter più salire a bordo del treno avrebbe potuto lasciarsi andare e prendere quello di dopo. Invece non lo ha fatto.

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Le fasi

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