Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Com’è internazio­nale la città di Liberato Lo confermano le academy di Apple e Cisco

Città in movimento di e internazio­nale. Apple e Cisco lo confermano

- di Francesco Nicodemo

Lo scorso weekend Elena Ferrante, l’acclamata autrice napoletana de

L’amica geniale, è diventata columnist del Guardian, forse il più importante quotidiano del mondo. Certo non è così sorprenden­te visto il successo internazio­nale dei suoi romanzi, lo è però almeno in parte visto che l’identità dell’autrice continua a restare nascosta. Dell’anonimato come forma di comunicazi­one un altro artista napoletano (non si sa, in verità, se sia una sola persona o un collettivo) sta facendo la propria cifra stilistica e anche identitari­a: il suo nome è Liberato (scritto con le lettere maiuscole). Liberato ha pubblicato in meno di 11 mesi 4 canzoni che hanno fatto milioni di visualizza­zioni su YouTube e di ascolti su Spotify. Un fenomeno innanzitut­to digitale che, nelle uniche esibizioni dal vivo a Milano e a Torino, nei due principali festival nazionali di musica elettronic­a, ha fatto registrare il tutto esaurito, pur mantenendo segreta la propria identità. Era dai tempi degli Almamegret­ta che un artista napoletano che canta in napoletano non diventava un fenomeno nazionale, e non solo. Moltissimi sono d’accordo nel definire la musica di Liberato la cosa più nuova e aperta al mercato e alle influenze internazio­nali prodotta qui in Italia. Eppure i testi e l’iconografi­a di Liberato sono intimament­e legate a Napoli. Francesco Raiola, critico musicale e giornalist­a di

Fanpage, dice a proposito: «Il progetto Liberato è riuscito là dove in molti, in questi anni, non sono riusciti, ovvero portare oltre il Garigliano musica cantata in napoletano e per farlo ha usato suoni — penso alle influenze urban — che ormai in tutto il mondo sono parte integrante del pop. È un esperiment­o che, chissà, potrebbe guarda-

Fenomeno «Il rapper offre una prospettiv­a metropolit­ana e c’è da chiedersi se le immagini siano di Londra, Miami o L’Havana»

re anche oltre i confini (casomai aiutandosi, come fecero gli Alma, con qualche collaboraz­ione). Intanto, però, ha il merito di aver dato spazio anche ad altri artisti napoletani che in precedenza erano liquidati come neomelodic­i solo per il dialetto». Un fenomeno digitale, dicevamo prima. È infatti impossibil­e separare la musica e i testi di Liberato dai suoi video. Tutti e quattro sono stati girati da Francesco Lettieri, classe ’85, affermato regista napoletano di videoclip della scena più o meno indie italiana. Ogni video racconta un pezzo di Napoli, ma anche una storia napoletana, da una prospettiv­a talmente metropolit­ana da chiedersi se sia Napoli oppure Londra, Miami o L’Havana. La Napoli di Liberato è molto più complessa e caleidosco­pica del racconto prevalente sui media, è una città in cui l’identità delle radici è forte, ma è anche il luogo dell’appartenen­za a una comunità stratifica­ta, fatta di alto e basso, di nuovo e vecchio, di arrivi e di partenze, di opportunit­à e di conflitti, proprio come ogni metropoli internazio­nale.

Liberato ha colto il desiderio di apertura verso l’esterno, insieme all’attrazione e al fascino che Napoli sta tornando ad esercitare nel mondo. Lo dimostra non

lo il boom di turisti che stanno riscoprend­o i luoghi d’arte e di cultura più o meno famosi della città, ma anche l’attenzione che alcune multinazio­nali stanno riservando a Napoli. Non può essere un caso se la prima Accademia europea della Apple per formare sviluppato­ri sia nata proprio a Napoli, dove capitale

creatività e ricerca tecnologic­a offrivano le condizioni per assicurare ottime prospettiv­e di successo del progetto. Giorgio Ventre, direttore della Apple Academy, lo spiega molto

: «Tra le ragioni del succesdell­escarotier­e lla Academy, oltre alla Apple che ovviamente fa da enorme attrattore, vi è anche la decisione di voler puntare sullo sviluppo di una nuova figura profession­ale, quella del creatore di App, che necessita di competenze trasversal­i». Ma c’è anche un altro punto che secondo Ventre è decisivo: «La scelta di pensare alla Academy come hub di formazione di livello internazio­nale è stata assolutame­nte naturale. Sia per garantire la qualità della formazione offerta, che deve puntare alla creazione di profession­isti che si muovono su un mercato che è naturalmen­te globale, sia per attrarre sul nostro territorio talenti da tutto il mondo, secondo il modello che garantisce il successo dei principali punti di innovazion­e internazio­nali: Bay Area di San Francisco, Berlino, Londra».

Proprio in questi giorni la Cisco, un’altra multinazio­nale del digitale, ha deciso di investire a Napoli sul capitale umano. Oggi infatti alla presenza del Ceo globale Chuck Robbins e del premier Paolo Gentiloni, il colosso americano inaugura, nel polo universita­rio della Federico II a San Giovanni a Teduccio, proprio lì dove già c’è la Apple Academy, un laboratori­o sulle tecnologie di rete e della Internet of Things.

Apertura verso l’esterno, capitale umano e digitale possono essere gli asset principale di sviluppo economico di Napoli? Ne è convinto Gaetano Cafiero, Ceo di Kelyon — azienda che sviluppa software medicali — e presidente della sezione Digital dell’Unione Industrial­i di Napoli: «Le nostre imprese hanno competenze ed esperienze per aggredire i mercati internazio­nali. Molte già operano con successo in Italia. Bisogna avere il coraggio di guardare fuori e sfidare la concorrenz­a estera. Così è stato per noi in Kelyon, dove con le nostre app che aiutano medici e pazienti a combattere malattie complesse realizziam­o all’estero quasi il 50% del nostro fatturato». Letteratur­a, musica, alta formazione, impresa: c’è una Napoli attrattiva e in movimento, senza retorica. Una città che mescola tradizione e innovazion­e con lo sguardo rivolto a orizzonti internazio­nali.

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 ??  ?? Gli articoli del Corriere
Gli articoli del Corriere
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In meno di un anno, da febbraio scorso, Liberato rapper o collettivo ha pubblicato 4 video. A destra i nostri servizi dedicati al «fenomeno». Dal più recente, l’intervista a Rosa Rubino, trans protagonis­ta del suo ultimo video, all’ipotesi che siano...
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