Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Comune, la rivoluzione delle società partecipate Addio a Ceinge, City-Sightseeing e Palazzo Canino
Dopo la cessione di Gesac la giunta metterà sul mercato le quote «non strategiche per l’ente» Comune fuori da Ceinge, City Sightseeing e Palazzo Canino. Decisione rinviata su Net Service
La giunta comunale, a firma dell’assessore al bilancio Enrico Panini, ha approvato la delibera di «revisione straordinaria delle partecipazioni societarie». Si propone al Consiglio di procedere all’alienazione delle quote in strutture che non sono ritenute indispensabili. Tra queste il Ceinge Biotecnologie Avanzate Scarl, Gesac spa, City Sightseeing Napoli srl e Palazzo Canino srl. Così come si propone di effettuare ulteriori misure di razionalizzazione con riferimento alla partecipazione in Terme di Agnano spa (già in liquidazione).
Il Comune di Napoli manterrà la sua presenza soltanto nelle società Partecipate strategiche, dismettendo partecipazioni in azienda miste «che non sono ritenute indispensabili per il perseguimento delle finalità istituzionali». Nero su bianco, con una delibera votata all’unanimità, la giunta de Magistris ha deciso il taglio: saranno messe sul mercato le partecipazioni che Palazzo San Giacomo ha nel Ceinge Biotecnologie avanzate Scarl; in City Sightseeing (i bus turistici cittadini) e da Palazzo Canino Srl (società che gestisce Palazzo Esedra, interno alla Mostra d’Oltremare, che però resta di proprietà della Mostra). Ma anche le rimanenti quote — pochissime — che il Municipio ancora detiene di Gesac, atteso che nei giorni scorsi è stata perfezionata la vendita a 30 milioni di euro di 30mila quote Gesac detenute dal Comune.
Nella stessa delibera, viene proposto al Consiglio anche «il mantenimento della partecipazione diretta delle società Asìa, Napoli Holding (che detiene Anm), Napoli Servizi e Caan (Centro Agroalimentare di Napoli) oltre che la partecipazione in Mostra d’Oltremare»; queste società, infatti, rappresentano asset strategici per il Municipio che già negli anni ha proceduto ad una razionalizzazione nei trasporti, con la fusione in Anm di Metronapoli e Napolipark; e dei servizi, con l’assorbimento di Napoli sociale in Napoli Servizi.
La delibera di «revisione straordinaria delle partecipazioni possedute a settembre 2016» porta la firma dell’assessore a Bilancio e finanze, Enrico Panini. Serve a razionalizzare l’azione del Comune ma, ovviamente, anche a far cassa. In questo modo il Comune si adegua a quanto disposto dal decreto Madia in materia di razionalizzazione delle società Partecipate non strategiche. «Con tale atto di proposta al Consiglio comunale continua l’azione dell’Amministrazione, iniziata nel novembre 2012, mirata ad efficientare il sistema delle società partecipate, razionalizzando e riducendo il numero degli organismi di cui l’Ente possiede quote in modo diretto od indiretto», è scritto in una nota. Inoltre, la giunta «si propone di effettuare ulteriori misure di razionalizzazione con riferimento alla partecipazione di Terme di Agnano, già in liquidazione». Il Comune ha invece deciso di rinviare la decisione sulla Net Service, partecipata di Abc, «ritenuta dalla stessa asset fondamentale in vista della compiuta realizzazione del ciclo integrato delle acque, per valutare in modo definitivo le condizioni di detenibilità».
Per Palazzo San Giacomo, la razionalizzazione delle Partecipate è un passaggio che arriva in un momento molto delicato: l’ente è alle prese con il concordato preventivo dell’Anm, la redazione di un nuovo piano di riequilibrio chiesto dalla Corte dei conti e, da tre giorni, anche con il pignoramento dei 24 milioni presenti nella tesoreria ad opera del Consorzio Cr8 per debiti risalenti all’epoca del post-terremoto. Una doccia fredda, che ha reso in salita ogni scelta e creerà problemi per il pagamento dei fornitori. «Ho fiducia che il Governo affronti la questione del debito Cr8, dal canto nostro approfitteremo anche di questo momento elettorale per ricordarlo ogni giorno», ha detto il sindaco de Magistris. «Avevamo chiesto un’attenzione che tuttavia ad oggi c’è stata in via interlocutoria, ma devo esprimere rammarico e disappunto perché siamo a fine gennaio e non è stata ancora risolta, ora ci troviamo di fronte ad un nuovo pignoramento che rappresenta un danno grave che blocca soldi non per colpa nostra».
Difficoltà Il piano giunge in un momento delicato: dopo i 24 milioni pignorati