Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Cgil, Cisl e Uil rilanciano la «vertenza» Napoli
Attivo unitario di Cgil, Cisl e Uil, che accusano «Servizi sempre più insufficienti e scadenti»
Dal lavoro alle attività produttive, dai trasporti alla legalità: Cgil, Cisl e Uil Napoli, nel corso di un attivo unitario che si è svolto alla Stazione marittima, hanno rilanciato la «vertenza» Napoli.
Mezzogiorno, occupazione, attività produttive, inclusione sociale, welfare, sanità, istruzione, trasporti, legalità e sicurezza: su questi temi è stato sottoscritto nel corso dell’attivo unitario un documento da Cgil, Cisl e Uil di Napoli con l’obiettivo di rilanciare il confronto con Comune, Città metropolitana e, per le relative competenze, Regione e Governo ed associazioni imprenditoriali.In pratica Cgil, Cisl e Uil chiedono a Comune e Città metropolitana non soltanto formali sedi concertative, ma rivendicano nuovi spazi di partecipazione alle scelte sulla programmazione dello sviluppo e degli interventi connessi, regole chiare, ruoli distinti ma esigibili.
Subito un tavolo
Prima di ogni cosa l’apertura immediata di una discussione che preceda e accompagni la ridefinizione del piano di rientro del Comune di Napoli, la conseguente predisposizione del bilancio di previsione 2018 e l’avvio di un confronto per la definizione di un Piano strategico territoriale. «Oggi – ha spiegato Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania – ci siamo assunti una grande responsabilità e non rituale. Abbiamo votato tutti insieme questa piattaforma e come è giusto per un sindacato daremo il tempo per ricercare il dialogo ed il consenso su questi punti con le istituzioni, ma se non venissimo ascoltati non avremmo alternative, con la stessa responsabilità per raggiungere i nostri obiettivi dovremo costruire una mobilitazione con lotta».
L’occupazione
Per quanto riguarda l’occupazione, con le rispettive istituzioni competenti richiedono non solo di avviare un piano straordinario di copertura del turn-over della Pubblica Amministrazione e della Sanità, superando precarietà ed esternalizzazioni e stabilizzando gli Lsu residui, ma di attivare da subito gli interventi infrastrutturali previsti dalla programmazione dei Patti per Napoli e Campania, monitorarli e accelerarli. I sindacati chiedono l’apertura di specifici tavoli di confronto per definire gli interventi necessari al rilancio produttivo e alla tutela del reddito dei lavoratori e mettere a sistema le grandi potenzialità dell’apparato produttivo ancora presenti nell’Area metropolitana. Ma anche la definizione di un apposito livello di confronto inter-istituzionale per il rilancio produttivo di Napoli, partendo dalla difesa dell’esistente. I sindacati chiedono inoltre la definizione di un vero “Progetto Napoli” capace di mettere a sistema il complesso degli interventi che oggi sono attivabili: Bagnoli, Napoli Est, Area Flegrea, Piano periferie, valorizzazione del centro storico, Patto per Napoli e la Campania, Piano portuale, Zone economiche speciali.
Inclusione e sanità
Per i confederali lavoro e sviluppo non sono possibili senza coesione sociale. Occorre una organica politica di inclusione sociale, di sostegno ad una popolazione sempre più anziana e fragile e ad una infanzia troppo spesso esclusa da istruzione e tutela. Cosi come è importante rivedere e valorizzare ancora più fortemente le tematiche legate all’integrazione, all’accoglienza e al rispetto dei diritti dei popoli migranti. Di fronte a tutto ciò, secondo il sindacato le risposte in termini di servizi sono sempre più insufficienti in quantità e qualità. Il diritto alla salute non è di fatto garantito e l’esclusione di cittadini, istituzioni e rappresentanze locali dal processo di programmazione, dà luogo a scelte incomprensibili e sbagliate. «Tentiamo – sottolinea Walter Schiavella segretario generale Cgil Napoli unitariamente di legare le tante vertenze in atto in un disegno più ampio, non solo per dare ad esse più forza ed efficacia, ma anche per evidenziare che la ricerca delle soluzioni va indirizzata non solo verso le legittime tutele dei lavoratori di quelle singole aziende, ma anche verso l’interesse generale, fuori da ogni corporativismo, fuori da ogni difesa d’ufficio di furbi e furbetti».
Giovanni Sgambati È una piattaforma unitaria, ci aspettiamo il dialogo In alternativa saremo costretti alla mobilitazione