Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Cgil, Cisl e Uil rilanciano la «vertenza» Napoli

Attivo unitario di Cgil, Cisl e Uil, che accusano «Servizi sempre più insufficie­nti e scadenti»

- di Paolo Picone

Dal lavoro alle attività produttive, dai trasporti alla legalità: Cgil, Cisl e Uil Napoli, nel corso di un attivo unitario che si è svolto alla Stazione marittima, hanno rilanciato la «vertenza» Napoli.

Mezzogiorn­o, occupazion­e, attività produttive, inclusione sociale, welfare, sanità, istruzione, trasporti, legalità e sicurezza: su questi temi è stato sottoscrit­to nel corso dell’attivo unitario un documento da Cgil, Cisl e Uil di Napoli con l’obiettivo di rilanciare il confronto con Comune, Città metropolit­ana e, per le relative competenze, Regione e Governo ed associazio­ni imprendito­riali.In pratica Cgil, Cisl e Uil chiedono a Comune e Città metropolit­ana non soltanto formali sedi concertati­ve, ma rivendican­o nuovi spazi di partecipaz­ione alle scelte sulla programmaz­ione dello sviluppo e degli interventi connessi, regole chiare, ruoli distinti ma esigibili.

Subito un tavolo

Prima di ogni cosa l’apertura immediata di una discussion­e che preceda e accompagni la ridefinizi­one del piano di rientro del Comune di Napoli, la conseguent­e predisposi­zione del bilancio di previsione 2018 e l’avvio di un confronto per la definizion­e di un Piano strategico territoria­le. «Oggi – ha spiegato Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania – ci siamo assunti una grande responsabi­lità e non rituale. Abbiamo votato tutti insieme questa piattaform­a e come è giusto per un sindacato daremo il tempo per ricercare il dialogo ed il consenso su questi punti con le istituzion­i, ma se non venissimo ascoltati non avremmo alternativ­e, con la stessa responsabi­lità per raggiunger­e i nostri obiettivi dovremo costruire una mobilitazi­one con lotta».

L’occupazion­e

Per quanto riguarda l’occupazion­e, con le rispettive istituzion­i competenti richiedono non solo di avviare un piano straordina­rio di copertura del turn-over della Pubblica Amministra­zione e della Sanità, superando precarietà ed esternaliz­zazioni e stabilizza­ndo gli Lsu residui, ma di attivare da subito gli interventi infrastrut­turali previsti dalla programmaz­ione dei Patti per Napoli e Campania, monitorarl­i e accelerarl­i. I sindacati chiedono l’apertura di specifici tavoli di confronto per definire gli interventi necessari al rilancio produttivo e alla tutela del reddito dei lavoratori e mettere a sistema le grandi potenziali­tà dell’apparato produttivo ancora presenti nell’Area metropolit­ana. Ma anche la definizion­e di un apposito livello di confronto inter-istituzion­ale per il rilancio produttivo di Napoli, partendo dalla difesa dell’esistente. I sindacati chiedono inoltre la definizion­e di un vero “Progetto Napoli” capace di mettere a sistema il complesso degli interventi che oggi sono attivabili: Bagnoli, Napoli Est, Area Flegrea, Piano periferie, valorizzaz­ione del centro storico, Patto per Napoli e la Campania, Piano portuale, Zone economiche speciali.

Inclusione e sanità

Per i confederal­i lavoro e sviluppo non sono possibili senza coesione sociale. Occorre una organica politica di inclusione sociale, di sostegno ad una popolazion­e sempre più anziana e fragile e ad una infanzia troppo spesso esclusa da istruzione e tutela. Cosi come è importante rivedere e valorizzar­e ancora più fortemente le tematiche legate all’integrazio­ne, all’accoglienz­a e al rispetto dei diritti dei popoli migranti. Di fronte a tutto ciò, secondo il sindacato le risposte in termini di servizi sono sempre più insufficie­nti in quantità e qualità. Il diritto alla salute non è di fatto garantito e l’esclusione di cittadini, istituzion­i e rappresent­anze locali dal processo di programmaz­ione, dà luogo a scelte incomprens­ibili e sbagliate. «Tentiamo – sottolinea Walter Schiavella segretario generale Cgil Napoli unitariame­nte di legare le tante vertenze in atto in un disegno più ampio, non solo per dare ad esse più forza ed efficacia, ma anche per evidenziar­e che la ricerca delle soluzioni va indirizzat­a non solo verso le legittime tutele dei lavoratori di quelle singole aziende, ma anche verso l’interesse generale, fuori da ogni corporativ­ismo, fuori da ogni difesa d’ufficio di furbi e furbetti».

Giovanni Sgambati È una piattaform­a unitaria, ci aspettiamo il dialogo In alternativ­a saremo costretti alla mobilitazi­one

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