Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Cirillo e Cantalupo, generazioni a confronto
Due grandi interpreti fra il Nuovo e l’Elicantropo
Arturo Cirillo e Salvatore Cantalupo, due generazioni di attori e registi napoletani. Il primo cresciuto nel solco della lezione di Carlo Cecchi, l’altro in quella di Antonio Neiwiller. Due grandi interpreti in scena a Napoli da stasera fino a domenica.
Cirillo sarà al Nuovo con «Lunga giornata verso la notte» di Eugene O’Neill, mentre Cantalupo presenterà all’Elicantropo il suo «Maledetti». Nella sala dei Quartieri si completa la trilogia americana che ha già visto «Zoo di vetro» di Williams e «Chi ha paura di Virginia Woolf?» di Albee. «Lunga giornata» è la più autobiografica delle opere di O’Neill ed è interpretata da Cirillo con Milvia Marigliano, Rosario Lisma e Riccardo Buffonini. La trama affronta la crisi della famiglia Tyrone, confrontando quattro diversi fallimenti esistenziali, quelli del padre, della madre e dei due figli, misurati nell’arco di una giornata. «Come nei due precedenti – spiega l’attore e regista - ciò che mi interessa è la forza dei dialoghi e la possibilità di costruire quattro grandi interpretazioni, al di là del contesto americano, qui spostato dal 1912 agli anni ‘50».
In «Maledetti», invece, Cantalupo grazie all’uso di danza, teatro e musica, indaga sull’attuale condizione umana e su chi la governa. Uno spettacolo di «contro-informazione», come è stato definito dallo stesso autore, dentro un labirinto di racconti fantastici e crudeli ripresi da scritti biblici e sumeri, e dall’ironica satira dell’autore di fantascienza Robert Scheckley. «Il testo è stato uno spartiacque – dichiara il regista – che ha mutato il nostro sguardo sul mito, sul tempo e su ciò che definiamo pensiero arcaico, presente nella cultura originaria di ogni popolo». In scena, oltre a Cantalupo, anche Gianluca Guarino, Alessia Guerriero, Ambra Marcozzi, Amelia Longobardi, Cristina Messere, Ramona Pisano, Anna Ragucci, Carolina Romano, Bruno Toro e Sara Volpe.