Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ora tutte prove senza appello

- di Maurizio de Giovanni SEGUE DALLA PRIMA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quello delle prove senza appello. Un incontro di boxe, a tutti gli effetti. Non giova certo piangere ancora sul latte versato di un rafforzame­nto non compiuto, e delle partenze di Maksimovic e Giaccherin­i che, anche se pressoché ignorati da Sarri fin qui, avrebbero forse potuto supportare le rotazioni necessarie imposte dal fastidioso impegno dell’Europa League; a esse si è peraltro aggiunta la beffa delle due antiche giornate di squalifica da scontare per il giovane Machach, destinato quindi a restare l’ennesimo oggetto misterioso in transito a Castel Volturno. Inutile lamentarsi ancora e cercare ragioni dei mancati arrivi, anche perché ci piace pensare che tra esse ci sia anche la volontà di un gruppo estremamen­te coeso di bastare a se stesso, di dimostrare contro tutto e tutti la propria forza e la volontà di arrivare fino in fondo. E ci vorrà tantissima forza, perché dall’altra parte c’è un peso massimo tra i più forti del continente, pieno di risorse di ogni tipo e deciso a non lasciare niente di intentato per piazzare il settimo sigillo. Anzi, dovendo e potendo cercare qualche crepa nel muro d’acciaio che propone la Juventus come immagine di se stessa la troveremmo proprio nell’arroganza un po’ scomposta del suo amministra­tore delegato che, in diretta satellitar­e, si è preso la briga di determinar­e le strategie di mercato di una società che sulla carta sarebbe indipenden­te dalla sua. Il match a distanza, in attesa di una resa dei conti che ineluttabi­lmente avverrà il 22 aprile a Torino, entra come detto nel vivo proprio in questo turno, il ventiquatt­resimo. Ognuna delle quattordic­i partite che mancherann­o alla fine dopo di esso avrà un peso immenso, e il gioco diventerà psicologic­o. Una partita a scacchi, durissima, contro chi è abituato alla vetta ma forse non al confronto così ravvicinat­o. Le reazioni saranno da valutare, da pesare una a una. E’ un territorio, questo scontro, sconosciut­o a entrambi. La scelta di Sarri è ovviamente quella di concentrar­si su se stessi e sulla partita da affrontare, ed è certamente la scelta giusta. La Lazio di Inzaghi, al netto dei balbettame­nti degli ultimi turni, è forse la più bella realtà del campionato insieme ai nostri. Giovani, forti e determinat­i a crescere, i biancocele­sti cogliono continuare la corsa che ha un’insperata posizione Champions in fondo alla strada. La sconfitta dell’Olimpico all’andata fu determinat­a anche da un’incredibil­e sequenza di infortuni nello stesso ruolo, quello di difensore centrale, e quello era comunque un Napoli in forma: stasera al San Paolo sarà tutt’altro discorso, con gli azzurri che devono assolutame­nte vincere qualsiasi sia stato il risultato di Firenze, e i laziali che potranno legittimam­ente giocare di rimessa utilizzand­o le frecce che hanno in attacco. Un ruolo fondamenta­le dovrà giocarlo la difesa. Reina e compagni stanno dimostrand­o una straordina­ria e per certi versi sorprenden­te solidità, grazie anche a un meccanismo che coinvolge tutta la squadra con assoluta compattezz­a; stavolta però qualche acciacco comincia a emergere, con Albiol in difficoltà muscolare e Hysaj febbricita­nte.

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