Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ora tutte prove senza appello
Quello delle prove senza appello. Un incontro di boxe, a tutti gli effetti. Non giova certo piangere ancora sul latte versato di un rafforzamento non compiuto, e delle partenze di Maksimovic e Giaccherini che, anche se pressoché ignorati da Sarri fin qui, avrebbero forse potuto supportare le rotazioni necessarie imposte dal fastidioso impegno dell’Europa League; a esse si è peraltro aggiunta la beffa delle due antiche giornate di squalifica da scontare per il giovane Machach, destinato quindi a restare l’ennesimo oggetto misterioso in transito a Castel Volturno. Inutile lamentarsi ancora e cercare ragioni dei mancati arrivi, anche perché ci piace pensare che tra esse ci sia anche la volontà di un gruppo estremamente coeso di bastare a se stesso, di dimostrare contro tutto e tutti la propria forza e la volontà di arrivare fino in fondo. E ci vorrà tantissima forza, perché dall’altra parte c’è un peso massimo tra i più forti del continente, pieno di risorse di ogni tipo e deciso a non lasciare niente di intentato per piazzare il settimo sigillo. Anzi, dovendo e potendo cercare qualche crepa nel muro d’acciaio che propone la Juventus come immagine di se stessa la troveremmo proprio nell’arroganza un po’ scomposta del suo amministratore delegato che, in diretta satellitare, si è preso la briga di determinare le strategie di mercato di una società che sulla carta sarebbe indipendente dalla sua. Il match a distanza, in attesa di una resa dei conti che ineluttabilmente avverrà il 22 aprile a Torino, entra come detto nel vivo proprio in questo turno, il ventiquattresimo. Ognuna delle quattordici partite che mancheranno alla fine dopo di esso avrà un peso immenso, e il gioco diventerà psicologico. Una partita a scacchi, durissima, contro chi è abituato alla vetta ma forse non al confronto così ravvicinato. Le reazioni saranno da valutare, da pesare una a una. E’ un territorio, questo scontro, sconosciuto a entrambi. La scelta di Sarri è ovviamente quella di concentrarsi su se stessi e sulla partita da affrontare, ed è certamente la scelta giusta. La Lazio di Inzaghi, al netto dei balbettamenti degli ultimi turni, è forse la più bella realtà del campionato insieme ai nostri. Giovani, forti e determinati a crescere, i biancocelesti cogliono continuare la corsa che ha un’insperata posizione Champions in fondo alla strada. La sconfitta dell’Olimpico all’andata fu determinata anche da un’incredibile sequenza di infortuni nello stesso ruolo, quello di difensore centrale, e quello era comunque un Napoli in forma: stasera al San Paolo sarà tutt’altro discorso, con gli azzurri che devono assolutamente vincere qualsiasi sia stato il risultato di Firenze, e i laziali che potranno legittimamente giocare di rimessa utilizzando le frecce che hanno in attacco. Un ruolo fondamentale dovrà giocarlo la difesa. Reina e compagni stanno dimostrando una straordinaria e per certi versi sorprendente solidità, grazie anche a un meccanismo che coinvolge tutta la squadra con assoluta compattezza; stavolta però qualche acciacco comincia a emergere, con Albiol in difficoltà muscolare e Hysaj febbricitante.