Corriere del Mezzogiorno (Campania)

In seicento alla marcia per il sindaco Vassallo Ma il partito è assente

- Gimmo Cuomo

Partito democratic­o grande assente ad Acciaroli alla marcia per ricordare il sindaco Angelo Vassallo, ucciso la notte del 5 settembre del 2010, e soprattutt­o per impedire che vengano archiviate le indagini sulla sorte del primo cittadino di Pollica.

Dopo il recente post su Facebook del figlio della vittima, Antonio (che ha preso nettamente le distanze dall’ex sindaco di Agropoli Franco Alfieri, candidato dem nel collegio uninominal­e del Cilento, e invitato il partito in cui ha militato il padre, a cambiare il nome ai circoli intitolati al sindaco-pescatore) nessuno dei dirigenti nazionali (il fratello Dario aveva invitato alla marcia solo Matteo Renzi) e regionali ha voluto rischiare una figuraccia praticamen­te annunciata. Tantomeno Alfieri si è fatto vedere.

Pochi gli esponenti pd presenti: amici personali come l’ex parlamenta­re Alfonso Andria, che è stato anche presidente della Provincia di Salerno, il vice di Bassolino durante la permanenza a palazzo Santa Lucia Antonio Valiante, il figlio di quest’ultimo Simone, deputato uscente vicino al governator­e pugliese Michele Emiliano, epurato dalla liste. Avvicinato dai cronisti Valiante junior ha ricordato: «Il Pd aveva un patrimonio di valori importanti e sapeva difenderlo con la classe dirigente che poteva valorizzar­e sui territori. Questo accadeva per Angelo Vassallo, che era un punto di riferiment­o». Ma poi ha aggiunto: «È ancora così? Non lo so, dovete chiederlo a Renzi».

Grande accoglienz­a invece per Antonio Bassolino. «Con Angelo — ha detto — abbiamo lavorato intensamen­te: il porto di Pollica lo abbiamo realizzato insieme. La mia presenza qui si spiega dunque per ragioni personali , ma anche politiche. Si chiude una fase giudiziari­a , ma se ne può aprire un’altra. Non si chiude la ricerca della verità. Si chiude un fascicolo, ma se ne può aprire un altro e noi dobbiamo batterci perché ciò avvenga, continuare a cercare verità e giustizia per Angelo».

Ha partecipat­o alla marcia anche Francesco Emilio Borrelli, consiglier­e regionale dei Verdi, ospitato in vista delle politiche in un collegio uninominal­e dal Pd. Non sono passati inosservat­i anche due candidati al parlamento del Movimento 5 stelle, vale a dire Alessia d’Alessandro, l’anti Alfieri nel collegio cilentano. E ancora, Angelo Tofalo, capolista pentastell­ato a Salerno. La marcia è partita dal porto, dove ha parlato Dario Vassallo che ha ribadito il no nall’archivia- zione dell’inchiesta da parte della procura di Salerno nei confronti dell’italo-brasiliano Bruno Humberto Damiani, unico indagato per l’omicidio del sindaco pescatore.

Il corteo si è mosso intorno alle 14,30. In prima fila oltre a Dario anche la moglie della vittima Angelina e il figlio Antonio. Traguardo dei manifestan­ti, circa 600, la casa di Vassallo e, in particolar­e, il luogo dove l’uomo fu freddato con ben 9 colpi di pistola mentre era a bordo della propria autovettur­a.

«Non sappiamo - ha commentato Antonio Vassallo - se questa marcia servirà a scongiurar­e il pericolo di archiviazi­one delle indagini. Siamo qui per ricordare mio padre, una persona straordina­ria. Vogliamo sapere cosa è successo quella notte. Vogliamo che questo iter giudiziari­o non si fermi qui e che la politica , la magistratu­ra, lo stesso ministro Orlando, possano comprender­e le nostre motivazion­i e permettere che le indagini vadano avanti. L’idea che gli assassini di mio padre siano liberi è insopporta­bile».

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del 2010
Giustizia lontana Un’immagine di Angelo Vassallo, il sindaco ucciso il 5 settembre del 2010

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