Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Con la sua legge ha difeso il paesaggio italiano»

Cordoglio da Franceschi­ni, Delrio e ambientali­sti

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«La scomparsa di Giuseppe

NAPOLI Galasso priva il mondo della cultura italiana di un protagonis­ta indiscusso, un grande intellettu­ale che si è impegnato in prima linea per la difesa del patrimonio del Paese in un’intensa esperienza politica mai dimenticat­a. A lui dobbiamo una legislazio­ne sulla tutela del paesaggio, pensata e voluta per preservare il territorio italiano, che non a caso porta il suo nome». Il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschi­ni, è solo una delle molte voci che si è levata per ricordare lo storico scomparso ieri. Persino il Wwf sottolinea il suo valore come «difensore della natura in Italia» per la legge dell’85 che prende il suo nome.

In un tweet il ministro per il Mezzogiorn­o Claudio De Vincenti sottolinea che «con Giuseppe Galasso il nostro Paese perde un grande intellettu­ale e un fine meridional­ista. Magistrale la sua capacità di analisi, di stimolo alla politica a trovare soluzioni avanzate. A far da collante, una forte passione civile. Perdiamo un grande italiano».

«Il rilievo scientific­o di quasi settant’anni di studi e di ricerche che lo ha reso uno degli storici più importanti degli ultimi 50 anni è sotto gli occhi di tutti. Ma mi piace ricordare soprattutt­o un altro grande lascito di Giuseppe Galasso al nostro Paese: il concetto di tutela del paesaggio come bene culturale, un concetto prima culturale e poi normativo», ricorda Lucio d’Alessandro, rettore del Suor Orsola Benincasa, dove il professore era titolare della cattedra di «Storia dell’Europa» alla Facoltà di Lettere.

«La nostra città perde uno dei suoi figli più eminenti. Il suo apporto alla vita intellettu­ale, civile e politica dell’Italia e dell’Europa costituisc­e un patrimonio scientific­o, critico e di opere di immensa portata. Mai pago dei risultati è stato sempre proteso a aggiornare metodi e criteri di indagine e di analisi per aprire all’intelletto umano nuovi orizzonti — nota l’assessore comunale alla Cultura Nino Daniele —. Conduceva con passione e ironia battaglie ideali e programmat­iche senza sottrarsi e risparmiar­si».

L’Amministra­zione comunale di Napoli esprime «profondo cordoglio» mentre il presidente della Regione Vincenzo De Luca ricorda «lo storico e il meridional­ista che ha sempre unito l’attività politica e l’impegno civile alla riflession­e profonda sulle radici della questione meridional­e e al rilancio dell’attenzione sul Mezzogiorn­o. Ci siamo incontrati spesso e avevamo avviato una proficua collaboraz­ione con la Fondazione Ente Ville Vesuviane, che presiedeva». E proprio la Fondazione Ville vesuviane ricorda che «nel suo ruolo di presidente, dal 2009 fino alla sua scomparsa, Galasso ha conseguito importanti risultati, come la riapertura della villa delle Ginestre di Torre del Greco, dimora di Giacomo Leopardi, e i recenti restauri della Villa Campolieto di Ercolano».

Reazioni anche dal mondo del lavoro. «Ci mancherà il contributo di un meridional­ismo non piagnone ma ricco di proposte — dice Giovani Sgambati, segretario generale dell Uil Campania —. È stato un intellettu­ale che ha veramente avuto a cuore le ragioni di Napoli e del Mezzogiorn­o».

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Giuseppe Galasso in una foto dell’archivio Carbone

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