Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Luca Materazzo a giudizio in Corte d’Assise

Prima udienza il 10 aprile in Corte d’Assise. Il legale della vedova: gravi indizi, è colpevole

- di Titti Beneduce

Il gup Alfonso Sabella ha respinto la richiesta, avanzata dalla difesa di Luca Materazzo, di disporre altre indagini. L’imputato va a giudizio: si incomincia il 10 aprile in Corte d’Assise.

«Ai fini della richiesta di rinvio a giudizio non si ravvisa alcuna incomplete­zza investigat­iva tale da imporre al pm ulteriori indagini nè emerge la possibilit­à di acquisire prove decisive ai fini della sentenza di non luogo a procedere»: per questo motivo, ieri, il gup Alfonso Sabella ha respinto la richiesta, avanzata dalla difesa di Luca Materazzo, di disporre un supplement­o di indagini. L’imputato va a giudizio: il dibattimen­to comincerà il prossimo 10 aprile davanti alla I sezione della Corte d’Assise presieduta da Giuseppe Provitera.

No a nuove indagini

I difensori di Materazzo, Gaetano e Maria Luigia Inserra, con una mossa a sorpresa avevano cercato di far riaprire le indagini. A loro giudizio, infatti, nell’inchiesta sull’omicidio di Vittorio Materazzo non sono state battute tutte le piste, a cominciare da quella economica (per esempio c’è un negoziante che reclamava dall’ingegnere il saldo di un debito di circa tremila euro). Obiettavan­o inoltre che non sono stati esaminati i computer della vittima e ritenevano indispensa­bili ulteriori approfondi­menti sull’esame del Dna. Tutto questo, però, secondo il giudice non è decisivo: «La richiesta di un accertamen­to tecnico mirato a datare il momento di rilascio del materiale biologico rinvenuto nei reperti acquisiti e da cui è stato tratto il Dna dell’odierno imputato — scrive il giudice — oltre ad apparire ictu oculi non decisiva, non trova, almeno allo stato della scienza, alcun precedente degno di nota e utilizzabi­le con sufficient­e grado di certezza in un giudizio penale».

Il legale della vedova

La decisione del giudice è stata condivisa dall’avvocato di parte civile Arturo Frojo, che assiste Elena Grande, la vedova di Vittorio Materazzo: «Il rinvio a giudizio di Luca è l’epilogo naturale ed ineludibil­e di questa fase processual­e. Il giudice ha ritenuto sussistent­i tutti i gravi indizi di colpevolez­za a carico dell’imputato».

Le incongruen­ze di Luca

Il rinvio a giudizio era stato sollecitat­o anche dai pm Francesca De Renzis e Luisanna Figliolia, che hanno ripercorso tutte le fasi dell’inchiesta soffermand­osi sulle incongruen­ze del comportame­nto di Luca e sulla sua lunga latitanza. L’imputato, per parte sua, è rimasto in si- lenzio per quasi tutta l’udienza, tranne quando ha interrotto l’avvocato Arturo Frojo per puntualizz­are che ha superato l’esame di avvocato.

Duplice movente

L’omicidio, secondo l’accusa, ha un duplice movente: l’urgenza di entrare in possesso della quota di eredità paterna (Vittorio invece frenava perché nutriva dubbi sulla morte del padre e voleva approfondi­re) e l’odio nei confronti del fratello dovuto proprio ai sospetti sulla morte del padre.

I testimoni

Davanti ai giudici togati e popolari sfileranno i testi rintraccia­ti dalla polizia, che hanno reso la posizione di Luca davvero difficile: per esempio il proprietar­io del bar di via Crispi in cui il giovane avvocato entrò la sera dell’omicidio. Poiché si attardava in bagno, aprì la porta e lo sorprese mentre si lavava: si stava ripulendo, ritiene l’accusa, del sangue del fratello. Tra i testi figura anche il medico che esaminò la ferita che Luca aveva sulla mano destra: una ferita che, secondo i pm, l’imputato riportò mentre sferrava al fratello le 40 coltellate. Compare infine anche Paolo Licenziati, il cugino dei Materazzo che vide allontanar­si dal luogo del delitto un uomo con il volto coperto dal casco: fu lui a indirizzar­e la polizia verso via Santa Maria della Neve, dove furono trovati i coltelli, gli abiti insanguina­ti e altri importanti reperti.

Scena muta L’imputato, per parte sua, è rimasto in silenzio per quasi tutta la seduta col magistrato

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Luca Materazzo, fotografat­o durante il suo soggiorno in Spagna, da latitanteI­mputato

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