Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Fondazione Banconapoli nuovo esposto al ministero «Violazioni dello statuto»
I dissidenti in vista del consiglio del 26 febbraio
È pronto l’ennesimo esposto al Ministero dell’Economia firmato dai consiglieri dissidenti della Fondazione Banco di Napoli. Nel documento si lamenta la mancata integrazione dell’ordine del giorno in vista del Consiglio generale del prossimo 26 febbraio, da parte della presidenza retta da Daniele Marrama.
Il 7 febbraio scorso infatti sei consiglieri (Orazio Abbamonte, Francesco Caia, Rossella Paliotto, Antonio Baselice, Donato Pessolano e Vincenzo Di Baldassarre) avevano chiesto a convocazione del Consiglio con l’inserimento di ulteriori punti all’ordine del giorno. Una procedura espressamente prevista dallo statuto quando lo chiedono più di un terzo dei suoi componenti (in questo caso sei sui 15 rimasti). Tra i punti aggiuntivi dell’ordine del giorno la revoca dell’intero consiglio di amministrazione e la creazione di una commissione di inchiesta interna che dovrebbe occuparsi di radiografare l’attività del cda nel triennio 2015/2017.
I consiglieri dissidenti sostengono che il board dell’istituto di via Tribunali è obbligato dallo statuto ad ampliare l’ordine del giorno in vista del Consiglio del 26 prossimo. Fino a ieri però nessuna risposta era arrivata ai firmatari da parte della dirigenza. Da qui la decisione di inviare un nuovo esposto al massimo organismo di vigilanza sulle Fondazioni bancarie, cioé il Ministero dell’Economia. Lo stesso dicastero intanto deve decidere l’esito dell’ispezione avviata nei mesi scorsi da Alessandro Rivera, capo dell’Ufficio Vigilanza, che aveva inviato i funzionari in base agli esposti precedentemente firmati da alcuni consiglieri (tra questi Orazio Abbamonte e Francesco Fimmanò).
E dunque, se non interverranno prima altre vicende, il Consiglio di lunedì 26 febbraio si annuncia come tempestoso perché da un lato vi sarà la richiesta di discutere sui punti aggiuntivi all’ordine del giorno, in particolare su quello in cui si chiede la revoca del cda, dall’altro la dirigenza dell’ente potrebbe decidere di opporre la mancanza di un esplicito riferimento statutario per un caso del genere.
La situazione nella più antica e autorevole Fondazione del Mezzogiorno appare ormai sempre più confusa; mancano due mesi alla scadenza del mandato del consiglio di amministrazione e regna l’incertezza. Intanto si fa sempre più delicata la situazione delle due banche controllate dalla Fondazione, come ha di recente rilevato Francesco Andreozzi, ex amministratore delegato di Banca del Sud. «Mi auguro — ha dichiarato il manager nei giorni scorsi al Corriere del Mezzogiorno — , che prima possibile si possa risolvere il tutto per il meglio così da lasciare alle spalle questo difficile momento.Viste le attuali difficili condizioni di mercato, non vorrei che mentre i medici studiano i malati muoiano».
Scontro È sempre più alta la tensione nell’ente di via Tribunali