Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rifiuti, indagato Roberto De Luca
Al figlio del governatore contestata la corruzione. Coinvolto anche Passariello, candidato di FdI
C’è anche Roberto De Luca, figlio del governatore e assessore a Saler- no, tra le persone indagate dalla Procura di Napoli nell’ambito di una complicata inchiesta che spazia dalle irregolarità nella gestione dei rifiuti al finanziamento illecito dei partiti, alla corruzione. Si ratta di un’inchiesta giudiziaria che si incrocia con un’inchiesta giornalistica del sito «Fanpage», i cui cronisti hanno avvicinato politici e imprenditori proponendo affari (inventati) nel settore dei rifiuti.
Perquisiti anche, nell’ambito di un altro filone, gli uffici di Luciano Passariello, consigliere regionale e candidato al Parlamento per FdI. Passariello è indagato assieme al consigliere delegato della Sma Lorenzo Di Domenico e ad alcuni imprenditori per un presunto accordo corruttivo in relazione ad alcuni appalti della stessa società regionale.
C’è anche Roberto De Luca, figlio del governatore e assessore a Salerno, tra le persone indagate dalla Procura di Napoli nell’ambito di una complicata inchiesta che spazia dalle irregolarità nella gestione dei rifiuti alle attività dei clan camorristici, dal finanziamento illecito dei partiti alla corruzione (il reato che viene con testato a lui).
È un’inchiesta giudiziaria che si incrocia con un’inchiesta giornalistica del sito «Fanpage», i cui cronisti hanno avvicinato politici e imprenditori proponendo affari (inventati) nel settore dei rifiuti. Il direttore, Francesco Piccinini, e il giornalista Sacha Biazzo sono indagati per induzione alla corruzione; la redazione romana è stata perquisita e alcuni file sono stati sequestrati.
Perquisiti anche, nell’ambito di un altro filone dell’inchiesta, gli uffici di Luciano Passariello, consigliere regionale, membro della commissione Anticamorra e candidato al Parlamento per Fratelli d’Italia. Passariello è indagato assieme al suo stretto collaboratore Agostino Chiatto, a Carmine Damiano, al consigliere delegato della Sma Lorenzo Di Domenico e agli imprenditori Antonio Infantino, Rosario Esposito e Nunzio Perrella per un presunto accordo corruttivo in relazione ad alcuni appalti della Sma, la società in house della Regione che si occupa di ambiente.
In particolare, un appalto per lo smaltimento di fanghi provenienti da diversi siti di stoccaggio sarebbe stato affidato da Passariello e Di Domenico, con la mediazione to da Fanpage come «gancio» nell’inchiesta giornalistica.
«Abbiamo messo – ha raccontato il direttore del sito all’agenzia Adn Kronos – una telecamera addosso a un ex boss dei rifiuti mandandolo in giro per l’Italia a incontrare industriali e politici per prendere accordi in cambio di tangenti».
Tra i politici agganciati c’è, appunto, Roberto De Luca: non in quanto assessore al Comune di Salerno ma, a quanto pare, in quanto figlio del governatore. Perché la trappola che gli è stata tesa riguarderebbe lo smaltimento delle ecoballe, tema particolarmente caro al padre che ne ha fatto un cavallo di battaglia. «Io – racconta ancora Piccinini – ho recitato la parte di un industriale del Nord che doveva sversare dei rifiuti. Abbiamo incontrato dei camorristi che ci hanno spiegato dove sotterrare quei rifiuti, chiedendoci 30.000 euro a camion».
L’inchiesta giornalistica dovrebbe essere pubblicata tra domani e dopodomani, quella giudiziaria potrebbe presto allargarsi e inglobare i nomi di altri politici.
Coordinata direttamente dal procuratore, Giovanni Melillo, e dall’aggiunto Giuseppe Borrelli, è seguita dai sostituti Sergio Amato, Celeste Carrano, Ivana Fulco, Ilaria Sasso del Verme e Henry John Woodcock; gli accertamenti sono delegati allo Sco e alla squadra mobile di Napoli, diretti rispettivamente da Alessandro Giuliano e Luigi Rinella.
Accordi I pm stanno valutando le azioni di molte altre persone
di Chiatto e Damiano, a Infantino, Esposito e Perrella in cambio di «somme di denaro calcolate in percentuale sulla scorta dei guadagni ottenuti» dall’appalto.
Nunzio Perrella non è un imprenditore qualunque: nel 1992, infatti, fu il primo a rivelare all’allora pm Franco Roberti quanto importante fosse per la camorra l’affare dei rifiuti. Raccontò di liquami tossici sepolti molti me- tri sotto terra in diverse aree del Napoletano, anche in luoghi dove poi furono costruiti appartamenti. Rifiuti provenienti dall’Italsider, ma anche da regioni del Nord Italia: un tema su cui poi ha scritto anche dei libri.
Proprio Perrella, che nei mesi scorsi, dopo il termine del programma di protezione garantito ai pentiti, aveva cercato un nuovo contatto con i magistrati, è stato usa-