Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Fuga di cervelli e spreco di risorse Povero Sud
Nel 2013-14 gli iscritti al primo anno delle scuole superiori in Campania erano 77.657. L’anno dopo, in seconda gli studenti erano 68.739, nel 2015-16 a frequentare la terza erano 64.888 e nel 2016-17 nelle quarte si erano ridotti a 60.154. Nel 2017-18, infine, in una progressione «negativa», gli iscritti al quinto anno delle superiori sono 55.014. Cioè 22.643 meno di quelli che avevano cominciato il percorso di studi insieme. I numeri contenuti nel dossier di Tuttoscuola sulla dispersione, elaborati su dati del ministero, sono preoccupanti in Italia e drammatici in Campania, dove quasi un alunno su tre (29,16%) non arriva alla fine del ciclo. E nel lustro precedente andava anche peggio: avevano abbandonato i banchi 24 mila ragazzi l’anno, in tutto poco meno di 120 mila. Il periodico specializzato non ha calcolato solo quanti studenti si siano «persi» ma anche quanti soldi si sono sprecati. Partendo da un dato: ogni anno lo Stato impegna quasi settemila euro (6.914,31 secondo Education at a glance Oecd) per ogni studente delle secondarie superiori. A conti fatti, in Campania negli ultimi cinque anni lo Stato ha sprecato 822 milioni.
Secondo i dati dell’Anagrafe Studenti del Miur, inoltre, ogni anno tra quattro e cinquemila radei gazzi campani che la scuola l’hanno portata a termine, conseguita la maturità si iscrivono all’università a Roma o a Milano. Altri 157 milioni investiti dallo Stato in Campania negli ultimi cinque anni che produrranno risultati altrove. Già, perché ben pochi di quei ragazzi una volta laureati torneranno a casa.
Questo sconfortante scenario complessivo di un Sud che perde risorse materiali e immateriali costituisce la premessa e il contorno del problema della fuga cervelli, tema al centro del convegno di apertura della decima edizione del «Sabato delle Idee», in programma domani (alle 10) nella sala conferenze dell’ospedale Santobono-Pausilipon (in via della Croce Rossa). La discussione, organizzata con il Cnr, sarà aperta da Anna Maria Minicucci, manager dell’Azienda ospedaliera, Lucio d’Alessandro, rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, e dal direttore scientifico dell’Irccs Sdn, Marco Salvatore, fondatore del «Sabato delle Idee», che nel 2009 avviò l’iniziativa spiegando che intendeva «provare a costruire una rete di istituzioni che sappia dialogare a Napoli e per Napoli senza discussioni sterili e senza individualismi ma lanciando proposte concrete per lo sviluppo della città e del Mezzogiorno». E «Il Sabato delle Idee» ha svolto il proprio ruolo di stimolo anche in virtù del gran numero e della qualità degli ospiti. Quanto alla fuga di cervelli, qualche segnale di un’inversione di tendenza negli ultimi tempi c’è. Per esempio grazie a Telethon e ai progetti innovativi che la Federico II sta lanciando con le aziende a San Giovanni a Teduccio. Raramente, però, le istituzioni e le forze politiche hanno raccolto le istanze e le proposte scaturite dai convegni. In vista del voto, questa era la preoccupazione di Giuseppe Galasso, studioso molto attento ai problemi del Mezzogiorno. «Nei programmi delle forze politiche o se ne parla appena appena o, più spesso, non se ne parla per nulla», aveva scritto nell’editoriale di una settimana fa dedicato all’allarme emigrazione. Cioè alla fuga di cervelli e di braccia.