Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Per il giardino di Romeo scattano nuovi sigilli «È su area demaniale»
Posillipo, blitz della Procura. Il gip: reato permanente
Una palizzata preclude l’accesso da ogni lato ed un cartello avverte: «Area demaniale marittima sottoposta a sequestro giudiziario interdetta all’accesso».
Il giardino che l’immobiliarista Alfredo Romeo realizzò una ventina di anni fa su una base di almeno tre metri di ottimo e fertilissimo terreno, trasportato da camion e giardinieri sulla spiaggia di Posillipo, a pochi passi da Palazzo Donn’Anna e proprio davanti alla sua abitazione, quella dove è attualmente agli arresti domiciliari, è stato sequestrato circa tre settimane fa, quando gli uomini della Capitaneria di Porto di Napoli, in qualità di personale di polizia giudiziaria, hanno lavorato per l’intera mattina per sistemare la recinzione ed i cartelli. La richiesta di sequestro era stata avanzata dalla sezione reati ambientali della Procura di Napoli, coordinata dal pubblico ministero Nunzio Fragliasso, ed è stata accolta dal gip. Il tribunale del Riesame ha poi, nei giorni scorsi, respinto il ricorso dei legali dell’imprenditore ed ha confermato il provvedimento. Partita, almeno per ora, vinta dalla Procura.
Quegli 800 metri quadrati circa di giardino - argomentano i magistrati - sono stati illecitamente realizzati da Romeo su suolo demaniale. L’ex gestore del patrimonio immobiliare del Comune di Napoli - è la tesi dei pm accolta dal gip e dal Riesame - ha derubato i suoi concittadini di un pezzo di costa e di panorama.
Non è la prima volta, peraltro, che le palme, i banani, i cactus ed i bonsai con i quali l’imprenditore volle abbellire lo spazio antistante la sua dimora finiscono nel mirino dei magistrati. Ci sono stati, in passato, esposti, indagini ed un altro sequestro. Le accuse a carico di Romeo, per quel giardino tropicale che guarda il mare e sfida la salsedine occupazione abusiva l’ipotesi di reato - si dissolsero nel 2011 perché intervenne la prescrizione. Giardino salvo? Così si augurava l’uomo d’affari, che in racconta chi lo conosce da vicino - coltiva una passione smisurata per le piante tropicali. Perfino nel bel mezzo della più recente tempesta giudiziaria, quella che lo ha portato carcere e poi ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta per le presunte tangenti Consip, dove è indagato per corruzione, l’imprenditore non ha mai tralasciato di impartire direttive per la cura dello spazio verde realizzato - illegalmente secondo i magistrati - davanti casa. C’è chi riferisce, poi, di averlo visto passeggiare a lungo, tra dicembre e gennaio, quando ha ottenuto gli arresti domiciliari, tra i suoi fiori e le sue piante.
Sulla spiaggia Sono stati gli uomini della Capitaneria di Porto ad intervenire su input dei magistrati 800
metri quadrati su cui si estende lo spazio verde ricavato da un pezzo di spiaggia
La Procura della Repubblica, però, non ha mai dimenticato quel giardino sulla spiaggia ed è tornata alla carica quando, nel corso di una perquisizione disposta per le vicende giudiziarie che coinvolgono Romeo su vari fronti, ha constatato che perdura l’occupazione abusiva della spiaggia.
«Un reato permanente», argomenta il gip nel provvedimento che ha accolto la richiesta di sequestro. Sono, dunque, scattati i sigilli e sono terminate, almeno per ora, le camminate tra i cactus ed i bonsai. Resta da capire se e come, qualora nel prosieguo della vicenda regga la tesi dell’accusa, si potrà restituire quel pezzo di spiaggia e la lussureggiante vegetazione che ospita ad una fruizione pubblica. Una ipotesi potrebbe essere quella di affidare il giardino alle cure dell’Orto Botanico, che potrebbe eventualmente farsi carico anche di iniziative a carattere didattico aperte alle scuole.