Corriere del Mezzogiorno (Campania)
LeU e M5S accusano: si fingevano controlli per pilotare gli appalti
«Non ho mai incontrato nessuno degli imprenditori di cui fa riferimento la Procura. Sono tranquillo, anzi ho ribadito alle forze dell’ordine la totale disponibilità a collaborare ed a fornire loro tutto il materiale e le informazioni utili a fare piena luce su questa vicenda. L’auspicio è di essere ascoltato quanto prima dagli inquirenti».
Si difende il consigliere regionale e candidato alle politiche per Fratelli d’Italia, Luciano Passariello, coinvolto nell’inchiesta della Procura di Napoli su politica e traffico rifiuti e aggiunge anche: «Invito gli organi di informazione a riportare i fatti così come sono evitando strumentalizzazioni politiche utili solo a gettare fango a pochi giorni dal voto».
Ma Movimento 5 Stelle e LeU passano all’attacco. «Per oltre due anni, a suon di immotivate proroghe, il controllore avrebbe tenuto sotto controllo se stesso. Da presidente della Commissione d’inchiesta sulle partecipate, Luciano Passariello avrebbe finto di controllare la Sma. Nel frattempo, secondo quanto ricolavori struito dagli inquirenti, la società in house sarebbe stata utilizzata come contenitore per distribuire appalti, in cambio di soldi e preferenze elettorali», il gruppo regionale dei grillini è compatto nella critica più aspra a «un sistema — dicono — che coinvolgerebbe altri esponenti di vari schieramenti politici e candidati alle elezioni del 4 marzo prossimo. Uniti negli affari e nelle recenti battaglie mediatiche da finti moralizzatori contro chi non perde tempo a cacciare le mele marce dalle sue fila. Mele marce che sem- brano educande al cospetto dei veri delinquenti che emergono da recenti indagini». Terminano: «Sei mesi fa come Movimento 5 Stelle abbiamo presentato un esposto alla Procura della Corte dei Conti per valutare l’ipotesi di danno erariale, alla luce di tre proroghe consecutive dei lavori della Commissione regionale d’inchiesta, chieste dal presidente Luciano Passariello e puntualmente concesse dall’aula del Consiglio, attraverso una palese forzatura dello Statuto. Dopo due anni e una ennesima proroga di 60 giorni, i della Commissione non hanno ancora prodotto nulla. L’indagine della Procura alimenta i sospetti di un utilizzo strumentale della stessa Commissione. Istituzioni spesso a uso e consumo di chi le governa, per scalare posti di potere e foraggiare la malavita».
Anche da sinistra arrivano strali: «Non scopriamo certo dalle notizie di oggi l’intreccio storico che esiste in Campania tra le forze della peggiore destra e i fenomeni di corruzione, di traffici di rifiuti e di voto di scambio. Se dovessero essere confermate le accuse della Procura della Repubblica al candidato di FdI alla Camera, Luciano Passariello, sarebbero soltanto l’ennesima pagina di un libro ben conosciuto». Afferma il senatore di Liberi e Uguali Peppe De Cristofaro, candidato al Senato e capolista a Napoli. E prosegue: «La Meloni farebbe bene a scegliere meglio i propri re- ferenti territoriali e i candidati del suo partito. Evidentemente era troppo impegnata ad occuparsi delle mummie egiziane invece che degli italiani che la rappresentano». Gli fa eco il compagno di partito e candidato alla Camera, Arturo Scotto: «Le indagini per corruzione, voto di scambio e traffico dei rifiuti che investirebbero il candidato di Fratelli d’Italia Passariello aprono un brutto squarcio su questa campagna elettorale. Il voto nella Regione rischia di essere pesantemente inquinato dai fatti contestati nell’indagine: partecipate, incarichi politici, voto di scambio, camorra sono elementi che aprono una questione morale gigantesca. Chiediamo chiarezza, a partire anche da chi non ha controllato a sufficienza il funzionamento di queste strutture».