Corriere del Mezzogiorno (Campania)
De Jesu: Arturo, le indagini a una svolta
Il questore: ci sono altri elementi. Ma bisogna comprendere perché i giovani si perdono in questa città
- ha affermato Antonio De Jesu - abbiamo indicazioni, elementi. Il nostro è un sistema garantista, ma per quanto riguarda il ragazzo in carcere siamo riusciti a trovare elementi, con il supporto delle testimonianze. Sugli altri abbiamo bisogno di approfondimenti - ha concluso - anche perché non c’erano testimonianze di immagini, né di comunicazione, ma stiamo lavorando intensamente».
E proprio sugli altri componenti del «branco» che si concentra l’attenzione degli investigatori. Uno di loro sarà interrogato questa mattina, un altro, soprannominato «Kekko», ha consegnato spontaneamente il suo telefono cellulare per permettere alla Scientifica di trovare tracce, e un altro, amico di «’o nano» (quest’ultimo in carcere dalla Vigilia di Natale) ha un alibi già verificato e quindi destinato presto ad uscire dall’indagine. «Da piccoli negli occhi hanno la stessa tenerezza, a prescindere da qualsiasi latitudine territoriale. Poi cambiano» ha detto il questore intervenendo al congresso provinciale del sindacato di Polizia Siulp. «Dobbiamo interrogarci sul perché se hanno la stessa tenerezza c’è chi fa un percorso di studi e trova il suo posto nel mondo, nella nostra società, e chi invece accoltella, uccide, spara, spappola le milze». Per il questore questo deve essere un tema «che deve interrogare tutti perché non è sufficiente dire che le forze di polizia devono agire, bisogna prendere posizione». La sicurezza è «un bene prezioso» e deve essere «partecipata» ma «servono più macchine in strada perché le persone vogliono vedere agenti, divise, sequestro di motorini, agenti che riescono in maniera capillare a controllare il territorio». Intanto la mamma di Arturo, Maria Luisa Iavarone, ha chiesto gesti concreti: «Bisogna puntare urgentemente su un nuovo welfare - ha detto - Serve la presenza dei genitori che insieme alla scuola e agli adulti possano colmare questo vuoto di genitoralità».
Questa mattina davanti al pm del Tribunale dei Minori «Genny» dovrà raccontare la sua verità. Compirà 18 anni a luglio e le forze dell’ordine sospettano che fosse con «’o nano» per aggredire chiunque passasse sotto tiro fino ad arrivare ad Arturo, il 17enne ferito a coltellate e quasi sgozzato per un tentativo di rapina, lo scorso 18 dicembre.
«Genny» è il quarto giovane finito sul registro degli indagati perché sospettato di appartenere al «branco» di via Foria. Ha ricevuto l’avviso di garanzia tre giorni fa con l’accusa di tentato omicidio. Il Questore di Napoli sa che l’indagine è ad una svolta decisiva e ad un punto investigativo delicato. «Stiamo procedendo