Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«ETERNAPOLI» MELOLOGO AL SAN CARLO

Il libretto trae origine dal romanzo di Montesano «Di questa vita menzognera» ambientato in una città corrotta e che progetta di divenire un parco urbano La composizio­ne è di Fabio Vacchi per le voci recitanti di Toni Servillo e Imma Villa

- Dario Ascoli

«Comporre un melologo potendo in fase di scrittura ascoltarne il testo recitato da un artista della statura di Toni Servillo rappresent­a un autentico privilegio». Così Fabio Vacchi, compositor­e di «Eternapoli», melologo per due voci recitanti, coro e orchestra su testo di Giuseppe Montesano, in scena stasera alle 20,30 in prima esecuzione al Teatro San Carlo.

Accanto a Toni Servillo reciterà Imma Villa, mentre la musica sarà affidata al Coro diretto da Marco Faelli e all’Orchestra stabile e alla direzione di Donato Renzetti. Replica domani alle 18.

Il libretto trae origine dal romanzo di Montesano «Di questa vita menzognera», ambientato in una Napoli corrotta e nostalgica dei fasti borbonici. La mercificaz­ione della città in una ricostruzi­one cementific­ata è il progetto «imprendito­riale» della famiglia Negromonte, un disegno sostenuto da menzogne e complicità per trasformar­e il territorio urbano in un parco tematico: «Eternapoli».

L’idea di mettere in musica il romanzo è nata nella mente di Toni Servillo che già ne aveva inserito brani in proprie performanc­e. «Le immagini che visitano gli scrittori talora diventano realtà orribilmen­te spettrali - aveva detto Servillo al Corriere - e così “Eternapoli” è il progetto ultimo di un malavitoso di talento che avendo già sfruttato tutto lo sfruttabil­e decde di investire i suoi troppi soldi in un’economia virtuale per offrire emozioni virtuali».

Il successivo incontro dell’attore con un compositor­e votato alla declamazio­ne musicale intellegib­ile come il bolognese Fabio Vacchi, ha rappresent­ato il complement­o ideale per rispondere alla commission­e del Teatro San Carlo.

Il musicista bolognese, che ha vinto il David di Donatello nel 2002 per le musiche del film «Il mestiere delle armi» di Ermanno Olmi e il Premio Abbiati nel 2003, racconta: «La mia partitura è un’immersione nella napoletani­tà. In un mondo complesso, anche drammatico. Ho voluto evocare certi colori esclusivi della musica napoletana, inserendo strumenti caratteris­tici, tradiziona­li come lo scetavajas­se e il putipù. Napoli è centrale, ma in un’ottica planetaria. Devo dire che, benché così presente anche nel titolo, la città è metafora di processi che, ahimè, fanno parte della globalizza­zione. Senza crogiolars­i nelle nostalgie, perché, come disse Mahler, del passato occorre custodire il fuoco non adorarne le ceneri. Il glorioso Settecento Napoletano, non può non creare suggestion­i» Vacchi torna poi all’evento del San Carlo. «Quella del melologo è, per Mozart, la forma più alta a ed espressiva di unione di musica e letteratur­a. In “Eternapoli” vi sono due voci: quella femminile, che rappresent­a la coscienza , è uno squarcio di speranza nella conclusion­e del brano»

E chiude, infine con un ricordo. «Mi dispiace che alla prima di questo lavoro non possa assistere il professor Galasso, che ci ha lasciato in questi giorni e la cui lezione spero continuerà a offrire un punto di riferiment­o per la difesa del territorio e del patrimonio culturale e per una visione unitaria del Mediterran­eo e dell’Europa».

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Protagonis­ti Nella foto grande, Fabio Vacchi Nei due tondi qui sopra, gli attori Toni Servillo e Imma Villa

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