Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Soldi, bugie e videotape Fidarsi solo della Giustizia
Èun vero peccato che i figli di De Luca, Piero e Roberto, non abbiano ascoltato i caldi consigli, gli ordini quasi, che il padre racconta di aver dato loro tante e tante volte: non fate politica, non sapete quanti dolori e amarezze possa riservarvi. Ma niente, loro hanno insistito. La passione del bene comune, la voglia di mettersi al servizio della comunità, è stata tale da costringerli a disobbedire al padre, cosicché, per meriti propri che i loro curricula testimoniano e senza alcun rapporto con il potere esercitato dal padre nel Pd a Salerno, sono finiti a fare l’uno l’assessore al Bilancio a Salerno e l’altro il candidato del Pd a Salerno. E, immediatamente, la malevolenza della gente li ha colpiti, accendendo su di loro i fari dei media, esattamente come il padre, con amorevolezza, li aveva avvisati sarebbe successo. Perché diciamoci la verità, se non fosse stato il figlio di De Luca difficilmente Fanpage sarebbe andata dall’assessore al bilancio di Salerno per proporgli un lavoro di rimozione delle ecoballe che spetta alla Regione. E, se non fosse stato il figlio del governatore della Regione, quello stesso assessore gli avrebbe risposto «e io che c’entro, visto che la materia è di competenza della Regione?». E tutto sarebbe finito lì. Invece la vicenda giudiziaria campana ci consegna oggi un altro debutto assoluto, quello della inchiesta giornalistica condotta da un ex camorrista che fa l’agente provocatore, e che propone affari sporchi a politici e funzionari per vedere chi abbocca. Si tratta di un unicum nel mondo occidentale.
Perché anche laddove la figura dell’agente provocatore è ammessa dalla legge, solo un funzionario pubblico, un inquirente, può andare in giro a tentare di far cadere in tentazione i sospettati, e registrarli mentre ci cadono. Così avviene per esempio negli Stati Uniti. E così in realtà succede anche in Italia, dove questo lavoro investigativo è ammesso legge ma solo nei casi di indagini sul crimine organizzato. Tanto è vero che gli emissari di Fanpage e il suo direttore sono ora indagati dalla procura di Napoli per il reato di induzione alla corruzione.
Questo punto è molto importante e non solo formale. Perché un inquirente ha il dovere, nell’ambito della sua inchiesta, di riportare tutto ciò che ha visto e saputo, anche ciò che in ipotesi sia favorevole all’indagato o che lo scagioni. Proprio perché agisce con i poteri e per conto dello Stato. Anche un pm per la legge italiana deve comportarsi così. Tanto è vero che l’allora capitano dei carabinieri Scafarto è oggi indagato ed è stato sospe- so dall’Arma proprio per il sospetto di aver taciuto o modificato circostanze della sua inchiesta su Consip (anche lì c’era in mezzo un padre del Pd, Tiziano Renzi, e anche lì il pm era Woodcock). Invece un privato potrebbe in ipotesi - non è certo questo il caso dell’inchiesta di Fanpage, ne siamo certi - portare a conoscenza del pubblico e della giustizia solo gli spezzoni della propria inchiesta che facciano al caso suo, e indirizzare l’azione della magistratura nella direzione voluta. La lotta politica così si imbarbarirebbe sino al livello dello spionaggio, e non sarebbe certo per questo più etica. E infatti sempre la legge - povera derelitta - vieta di rendere pubblici colloqui registrati da privati senza l’assenso del registrato. Per dire: perfino un video di Scherzi a parte ha bisogno della liberatoria per andare in tv.
Voi direte: ma che ci importa di come è stata accertata la verità, ciò che conta è che la verità venga a galla. A parte il fatto che, anche dopo aver visto il video, io non l’ho ancora capito quale sia, non ho cioè capito se De Luca abbia compiuto o anche solo intenda compiere reati, visto che ciò che dice quando è in scena non pare provarne nessuno. Prove inoppugnabili possono eventualmente essere trovate solo dagli inquirenti. Che indagano. Ma c’è anche altro. Iedalla ri su questo giornale Marco Demarco ha scritto parole definitive su quanto sia difficile distinguere tra Verità e Falso, soprattutto di questi tempi. Mi permetto solo di aggiungere che è maledettamente difficile distinguere anche tra le verità, come quelle accertabili in processo, e la Verità con la maiuscola. Perfino nella scienza non si può parlare di Verità, come Karl Popper ci ha insegnato, ma solo di ipotesi falsificabili: con la nostra mente umana possiamo cioè dare per certo solo ciò che non è vero. La fisica quantistica, che ha scoperto come funziona il mondo, si basa sul principio di indeterminazione, secondo il quale la realtà viene modifica- ta per il solo fatto di osservarla in un esperimento. Ecco perché le utopie di controllo totale e preventivo del delinquere, come nel film Minority Report, sono tipiche delle società totalitarie, nelle quali il potere stabilisce qual è la sua Verità, e poi giudica in base a quella.
Questo metodo è molto pericoloso, dobbiamo averne paura, e che stavolta ci sia caduto dentro il figlio di De Luca dovrebbe preoccupare anche gli avversari di De Luca. Preoccupa in ogni caso anche chi come noi è nauseato dal livello di corruzione che ha raggiunto la politica nella nostra Regione e si augura che sia fatta piazza pulita di tutto questo malaffare.