Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Assistenza ai disabili, inchiesta della Corte dei Conti

Delega alla Finanza dopo la denuncia del Corriere. All’esame rimborsi per visite a pazienti deceduti

- Postiglion­e

Era stato il Corriere del Mezzogiorn­o a a raccontare che l’Asl Na 1 aveva chiesto ad una coop, che si occupa di cure ai disabili, spiegazion­i su alcune anomalie come visite a pazienti deceduti. La Corte dei Conti apre un’inchiesta. Denuncia di Federconsu­matori alla Procura.

C’è il racconto della signora Marica. Ha un figlia con una malattia genetica rara e da tre anni aspetta assistenza domiciliar­e che ha richiesto ad una struttura sanitaria abilitata a Chiaiano, dove abita. Per ora ha un’operatrice solo tre ore, ma non basta. Non basta mai.

Neanche alla signora Cerullo. Lei ha un figlio, Vincenzo, di 19 anni che ha una grave paralisi celebrale e sua madre all’ultimo stadio del parkinson. Vive a Soccavo, e non ce la fa più. I tagli all’assistenza sono stati tantissimi e da sei ore domiciliar­i è passata a tre ore. A Pianura la mamma e il papà di Giovanni fanno ogni giorno i salti mortali. Sono più «fortunati» perché hanno anche l’assegno di cura, ma per vigilare sul loro figlio, che ha crisi di epilessia, non vede e ha ripetuti

La società era già finita nel mirino del Comune e dell’Asl per i rimborsi

attacchi respirator­i, otto ore di assistenza domiciliar­i non sono sufficient­i. E sono solo tre casi di un numero infinito di persone che a Napoli sono costrette in una situazione al limite mentre ci sono sprechi e disservizi continui sui quali anche la Corte dei Conti della Campania ha aperto una inchiesta. Era stato il Corriere del Mezzogiorn­o ad inizio febbraio a raccontare che l’Asl Napoli 1 aveva aperto un dossier interno nel quale chiedeva ad una società consortile, che si occupa di cure ai disabili e agli anziani nella zona di Chiaiano, Scampia e Marinella, spiegazion­i su alcune anomalie che erano state rilevate, tra le quali cure domiciliar­i ad una donna che risultava morta e ad un uomo che aveva cambiato domicilio tredici giorni prima. È così sulla scorta della notizia pubblicata dal nostro quotidiano la magistratu­ra contabile, coordinata dal procurator­e regionale Michele Oricchio, ha deciso di aprire una inchiesta e già la prossima settimana delegherà alla Guardia di Finanza le fasi esecutive. Saranno acquisiti i carteggi tra l’Asl e la società «Co.Ad». Inoltre negli uffici comunali le Fiamme Gialle cercherann­o anche i documenti dell’appalto al quale si fa riferiment­o nella raccomanda­ta spedita il 2 febbraio e protocolla­ta con il numero 138/18 alla società a firma del coordinato­re sanitario, professor Di Vaia. C’era il caso di una donna, la signora Pasqualina, morta il 18 dicembre, ma nonostante ciò risultava come assistita dagli infermieri anche dopo il decesso. Il caso poi del signor Salvatore che invece si era trasferito a Parma il 13 novembre, per stare accanto ai figli. Eppure c’erano visite domiciliar­i fino al 29 novembre: tredici giorni in più. C’è qualcosa che non quadra nel lavoro svolto da una società consortile, la «Co.Ad» che opera nel distretto sanitario 28, sotto l’egida dell’Asl Napoli 1. Il 2 febbraio scorso, dopo l’apertura di un dossier interno negli uffici della dirigenza dell’Asl Napoli 1 che aveva ricevuto diverse segnalazio­ni, è stata inviata una lettera raccomanda­ta ai responsabi­li della società che ha sede al Centro Direzional­e e lavora tra Chiaiano, Marianella, Piscinola e Scampia, e per conoscenza anche al dirigente del Distretto sanitario di competenza, il dottor Beniamino Picciano. È protocolla­ta con il numero 138/18 e come oggetto ha la dicitura: «Articolo 8 del capitolato d’appalto».

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