Corriere del Mezzogiorno (Campania)
All’Oca c’è molto da rifare
Nella trattoria di Chiaia non vanno le linguine ai frutti di mare e il filetto di tonno
Sono tornato nei dintorni di piazzetta Ascensione due settimane dopo la visita ai «Faraglioni in città». La mia meta, stavolta, è la «Trattoria dell’Oca», indirizzo storico all’angolo tra via Bausan e via santa Teresa a Chiaia. Nonostante l’impegno casalingo del Napoli con la Lazio nelle tre salette (e mezza) del ristorante sono accomodate una trentina di persone. L’ambiente è abbastanza caldo, i tavoli quadrati, il tovagliato semplice e ordinato. Il vero punto dolente è la cucina. L’offerta è abbastanza tradizionale, non sempre la materia prima e, soprattutto, l’esecuzione dei piatti è all’altezza delle ragionevoli aspettative. Il vino si sceglie da una carta quantitativamente più che sufficiente (una cinquantina di referenze) ma assemblata senza particolare fantasia: il Barolo Serralunga 21012 di Fontanafredda mi sembra tuttavia una scelta soddisfacente. S’inizia. Miserelle le polpettine di melanzane, fuori stagione, dal non incoraggiante retrogusto acidulo. Non migliori i gamberetti sgusciati (1) dalla consistenza incerta, annegati nell’olio. Troppo densa la zuppa, la definirei più propriamente vellutata o passata, di ceci e patate, appesantita da untuosi crostini. Il fondo si tocca con le bavette con i frutti di mare (2): slavate, del tutto avulse dalle conchiglie: piccole fasolare, qualche raro tartufo, qualche altrettanto rara vongola con le caratteristiche cornicelle, e qualche giallognola torza di troppo. Cerchiamo di offrire una prova di appello con i secondi: discreta la tagliata di una manzetta ben cotta, al sangue, cosparsa da grani di pepe rosa. Il tonno, che dal colore e dal sapore (pressoché assente) sembra il pinna giallo atlantico, che arriva da noi sotto vuoto , è troppo cotto e poggia su un letto di cime di rape sfatte e salaticce (3). Il soufflé, ordinato per tempo, non è cotto uniformemente, buone le guarnizioni di confettura di arance e salsa al cioccolato. Mi dispiace, così non va.