Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Né discariche, né scatola nera I rifiuti restano fuori controllo

I medici per l’Ambiente: 7 milioni di tonnellate l’anno, dove finiscono?

- di Roberto Russo

Eppure basterebbe che la Campania si dotasse di un impianto per smaltire i rifiuti speciali, uno solo. Sarebbe più che sufficient­e a evitare le costose esportazio­ni dei fanghi di depurazion­e fuori regione (ma anche dei rifiuti ospedalier­i, delle ceneri di termovalor­izzazione e tanto altro). Comunque la si pensi sui video di Fanpage e sull’inchiesta della Procura di Napoli, la mancanza di un impianto a norma favorisce gli affaristi dei rifiuti speciali pagati a peso d’oro. È ciò che ripetono da anni i Medici per l’Ambiente che sbandieran­o i dati ufficiali dell’Ispra (L’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale).

I dati Ispra

Nella tabella «quantità di rifiuti speciali smaltite in discarica per regione e tipologia» sapete qual è la quantità della Campania? Zero assoluto. Uno potrebbe pensare: meglio così, non abbiamo discariche per smaltire rifiuti speciali e/o rifiuti pericolosi, ergo abbiamo un ambiente migliore. Sbagliato. Si tratta solo di una pericolosa illusione, per anni coltivata trasversal­mente da tutte le forze politiche che si sono succedute al vertice degli enti locali: i campani non vogliono impianti sul loro territorio? E noi non li realizziam­o. «È ciò che accade da oltre trent’anni in Campania — spiega l’oncologo Antonio Marfella, presidente dei Medici per l’ambiente — dagli anni novanta restiamo l’unica regione d’Europa a non essere dotata di impianti a norma per il corretto smaltiment­o di qualunque tipo di rifiuti speciale, industrial­e e tossico, a cominciare dai rifiuti ospedalier­i compresi quelli radioattiv­i».

Senza traccia

Eppure la Campania produce ben 6,6 milioni di tonnellate l’anno di rifiuti speciali, mentre si calcola che altri 3 milioni vengano prodotti in regime di evasione fiscale. Che fine fanno? E’ proprio questa la domanda da un milione di dollari: dove vanno a finire? Quando va bene in teoria fuori regione a costi esorbitant­i. In pratica, le tracce dei rifiuti speciali si perdono facilmente. E quindi c’è poco da meraviglia­rsi se poi nel giro di «bolle di consegna» i rifiuti speciali anziché finire in discariche di altre regioni vengano smaltiti, magari nei Regi Lagni (come si vede in uno dei filmati della videoinchi­esta) e da lì direttamen­te in mare. Si dirà: ma come, nell’era dei controlli satellitar­i, delle scatole nere che si possono installare a bordo di un camion per seguirne il percorso, come è possibile che si perdano le tracce dei rifiuti speciali? Possibile, possibilis­simo, perché la legge che impone la tracciabil­ità dei rifiuti attraverso il sistema «Sistri» non è ancora concretame­nte operativa. Per meglio dire, esiste, ma di proroga in proroga, anche quest’anno e per tutto il 2018, le aziende incaricate del trasporto di rifiuti speciali potranno farlo ancora utilizzand­o il tradiziona­le sistema dell’autodichia­razione.

Ennesima proroga

Con la legge di bilancio 2018 è infatti arrivata la proroga, al 2019, per la piena entrata in vigore del Sistri per la tracciabil­ità dei rifiuti pericolosi. Il rinvio — ufficialme­nte — si è reso necessario per dare maggiore certezza alle imprese del settore, in attesa della decisione del Tar sul ricorso presentato contro l’affidament­o in concession­e del servizio. In particolar­e, viene prorogato di un altro anno sia il “doppio binario”, il periodo in cui continuano ad applicarsi gli adempiment­i e gli obblighi relativi alla gestione dei rifiuti antecedent­i alla disciplina del Sistri. In questo groviglio di ritardi, burocrazia, inefficien­za politica, è facilissim­o per faccendier­i senza scrupoli inserirsi nell’«ultimo miglio» dello smaltiment­o, abbattere i costi e moltiplica­re i guadagni, abbandonan­do i rifiuti speciali (compresi quelli pericolosi) nella stessa Campania dalla quale dovevano essere allontanat­i.

Cambio di rotta

Che fare? I Medici per l’Ambiente non hanno dubbi: occorre la tracciabil­ità cerca di tutte le tipologie di rifiuto speciale, la realizzazi­one di impianti controllat­i e a norma per il loro trattament­o nella nostra regione; la lotta alle imprese che producono in nero e che non possono che liberarsi dei rifiuti industrial­i o facendoli interrare o attraverso i roghi.

 ?? ?? Il blitz Un’area agricola sequestrat­a dopo il ritrovamen­to di una discarica di rifiuti speciali in provincia di Napoli
Il blitz Un’area agricola sequestrat­a dopo il ritrovamen­to di una discarica di rifiuti speciali in provincia di Napoli

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