Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Insigne: voglio vincere qui
L’attaccante del Napoli si racconta: ho amato Ronaldo ma è Diego il più grande Mi scartavano nei provini per la mia altezza, oggi vorrei fare grande questa città
Una lunga confessione sulla sua storia d’amore con il Napoli. Dai primi passi al presente che lo vede protagonista in azzurro e in piena corsa per lo scudetto.
Lorenzo Insigne racconta la sua vita calcistica in un articolo pubblicato su The Player’s
Tribune, il sito specializzato che ospita contenuti dei calciatori spesso scritti in prima persona. Dagli esordi difficili perché era considerato bassino, all’acquisto delle sue prime scarpe da calcio. La sua confessione comincia con delle scuse: «Prima di cominciare devo chiedere perdono a Dio. Per Dio, intendo “D10S”…Diego Armando Maradona. Avevo appena iniziato a giocare nella scuola calcio della mia zona – si legge - e desideravo tanto delle vere scarpe da calcio: non le avevo. Ma volevo delle scarpette, in particolare le R9 del Fenomeno, Ronaldo. Ogni giorno le chiedevo a mio padre. Sono cresciuto col mito di Diego e a lui devo delle scuse. Lui era una leggenda a livello mondiale. Io volevo le scarpe di Ronaldo, per me da piccolo era il migliore». Poi, la grande gioia per un regalo inatteso. «Un giorno mio padre mi disse: andiamo a fare compere. Lui che non aveva soldi da sprecare in cose futili, era riuscito a trovarli per me. Dopo aver camminato per tutta Napoli trovammo le scarpe della mia misura. Il regalo più bello che abbia mai ricevuto. Pulivo le scarpe tutti i giorni: sui terreni fangosi si rovinavano e io volevo giocarci perché erano stati fatti tanti sacrifici da mio padre e mia madre». Il suo sogno era stato sempre quello di giocare con la maglia del Napoli al San Paolo: «Non esistevano altri sogni, ma mentre facevo provini con le giovanili di altre squadre mi dicevano: Ci piace è bravo, ma è bassino. Il Torino mi ha liquidato così a 14 anni. Volevo smettere di giocare ma mio padre mi fece tornare sulla terra: “Va bene, quindi se non giochi a calcio che farai nella vita?». Poi la crescita nella scuola calcio di Grumo Nevano, la voglia di indossare la maglia azzurra e l’esordio con il Napoli contro il Livorno in trasferta. Tutta Frattamaggiore era lì ad aspettarlo al ritorno. Il prestito al Foggia e poi al Pescara con Zeman in panchina, il suo mentore: «Ma quanto fumava, era una ciminiera. Lo ringrazierò sempre, gli voglio molto bene». Il ritorno al Napoli e le parole dure di Mazzarri: «Se vuoi un posto qui devi conquistartelo da solo. Ora sono sei anni che sono qui e quando segno provo sempre la stessa emozione. Il mio il mio unico obiettivo è vincere lo scudetto con il Napoli, il primo della mia vita: questa città ha bisogno di vincere». La squadra, invece, si sta concentrando per la trasferta di Lipsia. Il Napoli riprende oggi gli allenamenti a Castel Volturno e poi domani partirà alla volta della Germania per il ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League. A Lipsia occorrerà vincere 3-0, un’impresa titanica a cui nessuno crede. Nemmeno i 600 tifosi irriducibili che avevano già acquistato il biglietto per la partita di ritorno e prenotato l’aereo per la Germania. Tanto turnover anche questa volta in Europa League. Rispetto alla gara d’andata, ritornano disponibili Mertens e Zinedine Machach, l’unico acquisto di gennaio. Uno tra Koulibaly e Albiol dovrà rifiatare e sarà inserito Tonelli, così come Maggio andrà a destra. Reina probabilmente resterà a Napoli e dall’inizio partirà Sepe titolare.