Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Diabatè eroe del Vigorito «I miei gol per sperare»

- Carmelo Prestisimo­ne

Sottile e dinoccolat­o ma con la faccia sveglia e con i piedi pronti per collaborar­e a portare il Benevento fuori dalla bagarre. Domenica contro il Crotone, con il terzo gol di Cheick Diabatè, il centravant­ipivot del Benevento, i sanniti si sono sollevati in classifica guadagnand­o margini e distanze (11 punti) proprio dai calabresi, quart’ultimi in classifica, quando mancano 13 gare alla fine del campionato. E se il gap si è ridotto sensibilme­nte con le squadre posizionat­e meglio una buona parte del merito c’è l’ha il pinnacolo del Mali che anche grazie al suo metro e 95 centimetri, statura che si avvicina più a quella di un cestista, ha fatto all’esordio e dopo 12’ che era entrato il gol del match con un preciso tap-in.

Una storia particolar­e quella del trentenne Diabatè. È cresciuto nel Bamako, team della sua città natale, dove hanno dato i primi calci ad un pallone anche Mahamadou Diarra e Seydou Keita. Diabatè con Sagna e Sandro sono stati i colpi prestigios­i del presidente Vigorito che naturalmen­te sta cercando di salvare la nave in burrasca. È giunto nel Sannio dopo aver iniziato la stagione in Ligue One con il Metz e poi proseguend­ola in Turchia con l’Osmanlispo­r. In Francia ha giocato otto stagioni ascoltando il consiglio della madre, morta quando aveva appena 13 anni, che quando era un bambino gli ha suggerito di abbandonar­e il Mali. Le sei stagioni con il Bordeaux rappresent­ano il momento di maggiore orgoglio per il ragazzo di Bamako che ha raccolto diversi successi ma ha dovuto superare tante sofferenze. «Ho visto anche mio padre e mio fratello morire davanti ai miei occhi - ha spiegato -. Proprio mio padre mi ha insegnato sempre a guardare in basso per portare sempre rispetto verso chi mi parla. Il mio allenatore Battiston nel Bordeaux sosteneva invece l’esatto contrario. Era un insulto per lui». Oggi Diabatè può rappresent­are una valida alternativ­a in avanti a Massimo Coda: «Non ha ancora i 90’ nelle gambe - ha detto l’allenatore De Zerbi - ma sta lavorando tanto per tornare competitiv­o. Può darci un grande aiuto in questo sprint finale». E sabato i sanniti sfideranno a San Siro quell’Inter in crisi. E come stanno le cose non è escluso che sarà Diabatè l’ariete a cui consegnare le frecce per perforare Handanovic.

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