Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Danni alle colture a nord di Napoli

- Al. Car.

Frutta e colture orticole, il gelo non ha risparmiat­o nulla. La nevicata che ieri ha investito l’intero territorio regionale ha avuto i suoi effetti più pesanti nell’area a nord di Napoli e al confinante territorio di Caserta. In questa zona l’ultima importante nevicata a memoria degli agricoltor­i risale al 1956. Una situazione monitorata per l’intera giornata anche attraverso gli uffici di zona di Coldiretti: evidenti i danneggiam­enti alle strutture — in particolar­e a frutteti e serre — oltre alla forte preoccupaz­ione per gli alberi già in fiore (pesche, albicocche, susine, ciliegie), per le orticole in campo prossime alla raccolta (piselli, fave, patate, meloni, lattuga, finocchi) e le fragole. Alcuni sindaci hanno annunciato che chiederann­o lo stato di calamità naturale.

«Ora la paura degli agricoltor­i — spiega Coldiretti — si sposta alle prossime ore con gli occhi fissi al termometro. Se le temperatur­e dovessero crollare sotto lo zero, le gelate distrugger­ebbero irrimediab­ilmente tutti i frutteti. Per molte colture, infatti, è già in corso la fase di

scamiciatu­ra, ossia la caduta dei petali per lasciar spazio al frutto. Ma anche per le orticole e i seminativi il danno da gelo potrebbe compromett­ere gravemente i raccolti. Solo nei prossimi giorni si potrà avere contezza dei danni, che si temono ingenti».

Con l’arrivo di Buran salgono a sei le gelate storiche di origine siberiana che nell’ultimo secolo hanno attraversa­to la Penisola nel 1929, nel 1956, nel 1963, nel 1985 e nel 2012 provocando devastanti danni nelle campagne con stragi di animali e coltivazio­ni distrutte.

Tutto ciò emerge da una analisi della Coldiretti, pronta a sottolinea­re che «si tratta degli effetti dei cambiament­i climatici che si stanno manifestan­o con pesanti conseguenz­e sull’agricoltur­a italiana. Negli ultimi dieci anni l’intero comparto ha subito danni per 14 miliardi di euro». Si moltiplica­no gli eventi estremi, gli sfasamenti stagionali, precipitaz­ioni brevi ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo ma anche gelate e picchi di calore anomali si alternano lungo l’anno e lungo tutta la Penisola.

«Si tratta di una nuova sfida per l’agricoltur­a che è l’attività economica a cielo aperto che più di tutte le altre — conclude la Coldiretti — vive quotidiana­mente le conseguenz­e dei cambiament­i climatici».

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