Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Pioggia di certificati medici, chiude la funicolare di Mergellina
In malattia 15 dei 106 dipendenti. Orazzo: capita tutte le volte che gioca il Napoli
Scrivemmo all’Ordine dei medici Ci risposero che non ci si può opporre a una richiesta di visita Lo stop Chiuse le stazioni Corso e Petraio della Centrale e le scale mobili del Vomero
Troppi dipendenti sono ammalati e così la funicolare di Mergellina chiude al pubblico. E, per lo stesso motivo, alla Funicolare centrale le stazioni intermedie del corso Vittorio Emanuele e del Petraio restano chiuse fino alle 16. Per oltre mezza giornata il principale impianto di risalita della città effettua solo corse dirette, con buona pace dei moltissimi studenti che gravitano sul corso.
L’Anm, che gestisce il servizio, si è trovata senza personale in turno e senza la possibilità di reperire altri dipendenti per coprire i servizi. Ed è stato necessario così chiudere anche il sistema di scale mobili che collega via Scarlatti a San Martino. «Il servizio è stato organizzato sulla base delle risorse umane disponibili —- spiega Vincenzo Orazzo, direttore di esercizio di metro e funicolari —. L’eccessiva morbilità ci ha imposto scelte estreme».
Hanno fatto recapitare negli uffici Anm un certificato medico 15 dei 106 operatori, capistazione, manutentori e addetti ai servizi delle tre funicolari e non c’è stato altro da fare che prenderne atto. Da molti anni ormai il picco di malattie si concentra nei giorni in cui gioca il Napoli. E ieri l’impegno degli azzurri a Cagliari ha confermato il trend. «Inutile negarlo — conferma Orazzo — la situazione è esattamente questa. A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina, diceva Andreotti. Noi abbiamo statistiche che parlano chiaro e otto o nove anni fa scrivemmo anche all’ordine dei medici per protestare contro quello che ci sembrava un approccio, nel sottoscrivere certificati, poco meditato. Ottenemmo una replica durissima. Un medico, mi è stato spiegato, può replicare molto poco ad un pazienta che lamenta un mal di testa che potrebbe essere anche il sintomo di una ischemia».
E così la funicolare di Mergellina resta chiusa in una situazione generale di sottodimensionamento dell’organico. Occorrerebbero sul fronte degli impianti di risalita almeno altre 30 unità per sostenere il lavoro di un personale impegnato a rotazione su quattro funicolari, su due turni, sette giorni su sette. Il piano di riorganizzazione interna delle risorse umane prevedeva una serie di spostamenti dalla gomma agli impianti di risalita. «Ma non è così semplice risolvere i problemi — osserva Orazzo —. In una squadra di calcio un portiere in più non può essere utilizzato come attaccante. Lo stesso principio vale per noi. Non è che gli inidonei alla guida diventano automaticamente tecnici informatici. In azienda ci sono degli esuberi, ma al tempo stesso mancano competenze vere». Insomma, c’è carenza di risorse specializzate, l’azienda è in crisi e si sospetta che ci sia qualche furbo di troppo e farne le spese sono sempre gli utenti, attraverso scelte che penalizzano le «cenerentole» del sistema.
Mergellina è già stata chiusa la scorsa estate per consentire la riapertura della Centrale. In mancanza di personale, in parte in ferie, si decise di sbarrare le porte dell’impianto che collega Posillipo con il centro città che è servito da due treni, ciascuno composto da una sola vettura da sessanta posti. Il collegamento fra via Manzoni — attraverso le fermate di Sant’Antonio, San Gioacchino e parco Angelina — è lungo cinquecentocinquanta metri e viene coperto in circa sette minuti. L’impianto è in funzione dal lunedì alla domenica e nei giorni festivi dalle 7 alle 22. La frequenza delle corse è di ogni 12 minuti fino alle 21 e sale a 15 minuti dalle 21 alle 22 dei giorni feriali e dalle 7 alle 22 dei giorni festivi.