Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Campania ancora in affanno Spesa dei fondi Ue al 3% La Regione: recuperere­mo

Negro (autorità di gestione): «I riscontri veri alla fine del 2018 Saranno rendiconta­ti gli interventi per il Litorale e la Ricerca»

- di Angelo Agrippa

L’affanno della spesa dei fondi europei non si è esaurito. E benché il ministro per la Coesione, Claudio De Vincenti, anche di recente abbia ribadito che il trend della Regione Campania è in linea con le previsioni di spesa prestabili­te, l’avanzament­o dei programmi dei fondi struttural­i 2014/2020 fa registrare qualche ritardo. Ovviamente parliamo di spesa certificat­a che nel suo complesso, alla verifica del 31 dicembre scorso, ha fatto rilevare un modesto 3% rispetto alla dotazione totale di 4 miliardi 950 milioni, dei quali 3 miliardi 110 milioni programmat­i (il 62,8%) ed appena 147 milioni di euro spesi e certificat­i (il 3 per cento).

Secondo il report diffuso dall’Ance va un po’ meno bene il Fesr, il fondo per la coesione economica e sociale della Ue che corregge gli squilibri economici, sociali e ambientali fra i territori. Il Fesr si avvale di 4 miliardi 113,5 milioni di dotazione, di cui 2 miliardi 888,3 milioni programmat­i(il 70,2%), ma a dicembre scorso è stata certificat­a una spesa di appena 116,5 milioni di euro, equivalent­e al 2,8 per cento dell’ammontare complessiv­o. Occorre puntualizz­are che sotto la voce della spesa programmat­a incidono quasi esclusivam­ente gli impegni relativi ai grandi progetti e all’accelerazi­one della spesa 2007/2013, così come stabilita dall’amministra­zione Caldoro. Sergio Negro, autorità di gestione del Fondo europeo di sviluppo regionale, un po’ contesta le modalità interpreta­tive basate sulle cifre del database Ue: «L’avanzament­o del programma — replica — non può essere misurato esclusivam­ente in base a questi termini poiché non dà il giusto rilievo a quanto si sta realizzand­o. Attualment­e, registriam­o importi programmat­i di spesa che superano i 2,8 miliardi». Resta il dato ufficiale di Bruxelles e la comparazio­ne, alla stessa data, con le altre Regioni. Sull’avanzament­o dei programmi soltanto l’Abruzzo, la Basilicata, il Molise, la Sicilia e l’Umbria presentano indicatori al di sotto di quelli campani. Mentre la Calabria, per rimanere al Sud, ha chiuso il 2017 con un + 5,8 per cento di spesa rendiconta­ta. Negro aggiunge: «Non nego che il 2018 ci impegnerà con grande sforzo sul fronte della certificaz­ione della spesa, ma avremo riscontri significat­ivi sul grande progetto Bandiera blu del litorale Domizio; sul sostegno alla ricerca scientific­a, in particolar­e quella oncologica; sugli interventi di supporto alle start up; sulle grandi opere pubbliche riferite alle misure per l’Ambiente: reti idriche e fognarie delle aree interne e del Salernitan­o. O sulle commesse per i trasporti: l’acquisto dei treni della linea 2 e quelli della linea 1 della Metropolit­ana di Napoli. Insomma — conclude — al 31 dicembre del 2018 contiamo di raggiunger­e il target n+3 di 650 milioni, equivalent­e al 15,8 della spesa certificat­a». Anche la spesa dei fondi Fse — gli stanziamen­ti finalizzat­i al migliorame­nto delle opportunit­à di formazione e occupazion­e in tutta la Ue — non se la passano bene. Su un budget complessiv­o di 837,2 milioni sono stati programmat­i interventi per 221,8 milioni (il 26,5%) ma sono stati spesi fino a dicembre scorso solo 30,5 milioni (il 3,6%).

L’ultimo aggiorname­nto dei target è di ieri e le percentual­i non si discostano molto da quelle indicate dalla verifica dello scorso dicembre: per il Por Fesr 2014/2020 si è giunti ad una spesa certificat­a del 3% e resta da programmar­e ancora il 30%, mentre per il Fse è stato rendiconta­to il 4 per cento e manca da programmar­e ancora il 74 per cento. Infine, per il Psr la spesa certificat­a è del 6% e resta da programmar­e l’80%.

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