Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Anni ’30 in Costiera, Salvador incontra Massine a Ravello

- di Rossana Di Poce

Invitato dal poeta e collezioni­sta inglese Edward James, Salvador Dalì insieme a Gala, la sua musa compagna e manager, è ospite di Villa Cimbrone negli anni trenta del Novecento. Ad una prima vacanza nel 1935, segue nel 1937 una permanenza di diversi mesi, non potendo la coppia tornare a Cadaques in Spagna a causa dello scoppio della guerra civile. Salvador Dalì conosce così Léonide Massine, il grande coreografo che abita l’isola de Li Galli, con cui inizia una collaboraz­ione che confluirà nell’idea del balletto Tristan

Fou: «A pochissima distanza dal giardino che ispirò il Parsifal. Fu Là che concepii il mio spettacolo wagneriano». Con il nome Bacchanale, il balletto debutta 1939 a New York; costumi e scenografi­e sono di Salvador Dalì la coreografi­a è di Leonide Massine e le musiche di Richard Wagner. Sappiamo inoltre che la coppia spagnola invia una cartolina firmata con il Vesuvio al poeta Andrè Breton, capostipit­e del Surrealism­o. Questo primo incontro di Dalì con il Sud è tutto all’ombra dello stimatissi­mo Picasso che con i Balletti Russi e Massine, aveva concepito nel Golfo lo spettacolo Parade nel 1917. Nel 1965, Gala tornerà da sola al Sud per visitare Villa Palagonia a Bagheria, accompagna­ta dal poeta Castrense Civello che aveva già invitato Dalì l’anno prima a curare una pubblicazi­one dedicata alle ville settecente­sche. Quando Gala torna a casa, la meraviglia della Villa dei Mostri è raccontata con tanto entusiasmo da indurre Salvador Dalì a dimostrare interesse per l’acquisto della celebre villa di Francesco Ferdinando Gravina Alliata, VII Principe di Palagonia, vissuto a metà del Settecento e conosciuto con l’inquietant­e pseudonimo di «negromante».

L’acquisto di Villa Palagonia come atelier siciliano non andò in porto, ma certamente molte altre influenze sono tutte da scoprire nel rapporto tra Salvador Dalì e il Sud.

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