Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Addio al paladino di Paestum Zuchtriege­l: un omaggio nell’ex Cirio

È scomparso a 107 anni. Bonito Oliva: «Amo il suo felice strabismo intellettu­ale tra critica e arte»

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te d’ispirazion­e. Per questo mi piacerebbe organizzar­e iniziative in sua memoria, nel museo archeologi­co che sempre più deve coltivare un dialogo con il contempora­neo. I tempi e i modi sono tutti da definire, ma di certo Paestum omaggerà Dorfles. Anche perché, come anche lui ci ha insegnato, non c’è una netta distinzion­e tra arte contempora­nea e archeologi­a. Lo scenario migliore per r i cordarl o s a r à l ’ex Ci r i o, i l grande stabilimen­to a ridosso delle mura che, con un progetto di 20 milioni di euro già finanziato, diventerà uno spazio per mostre temporanee, una porta verso il “suo” Cilento. Siamo nella fase del passaggio d a l p r o g e t to p r e l i minare a quello esecutivo. Non posso essere per questo molto preciso, ma mi piacerebbe che quegli spazi diventino, proprio sulla scorta delle indicazion­i di Dorfles, il luogo in cui ripensare il nostro rapporto con l’antico e riflettere su una revisione delle nostre visioni, per vedere nuove cose nelle cose che già conosciamo».

Il critico Achille Bonito Oliva, nel 2015, ha curato al Macro di Roma la mostra

«La prima — ricorda — che esponeva opere dall’inzio della sua attività artistica. È stato un intellettu­ale dal felice strabismo: aveva un lato analitico e uno creativo che lavoravano in maniera autonoma con forza e libertà, senza dogmi ed ideologie, attraversa­ndo tutti i territori dei saperi fino all’antropolog­ia. Io l’ho definito un

non un i ndisci pl i nato, proprio per questa sua specifica capacità. Quando inauguramm­o la mostra aveva già 105 anni, ma, per vezzo e pudore, non amava sottolinea­re questo aspetto del tempo. Io gli dicevo che non è l’arte, ma la critica d’arte a dare l’immortalit­à. Dorfles dimenticav­a la sua cultura quando dipingeva e di essere un artista q ua ndo s c r i ve va . Amava l a musica e le scienze umane: ne esce fuori uno spaccato di fertilità intellettu­ale ed erotismo nascosto».

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