Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Scompare il mitico comandante Giovanni Cafiero Rappresentò la mondanità della fine del Novecento
Il saluto Questa mattina alle 10 alla chiesa di San Pasquale a Chiaia le esequie di Giovanni Cafiero
Per tutti noi era solo il comandante, perché oltre ad essere imparentato ad Achille Lauro dal lato materno era anche uno dei soci della flotta. Per lo zio aveva una vera e propria adorazione. Conobbi Giovanni Cafiero nei primissimi anni ’70, grazie ad amici comuni. Tutti erano colpiti dalla sua simpatia e dalla sua disponibilità, mescolate ad una grande gioia di vivere. Nell’azienda di famiglia profuse molte energie, negli anni di splendore della flotta fu uno degli uomini più in vista e generosi della città: tantissime persone gli si rivolgevano per ottenere i famosi pacchi dono che venivano distribuiti alle famiglie più bisognose nel periodo natalizio. Negli anni Sessanta fu sempre presente a tutte le prime del San Carlo e a tutte le serate di gala fra Napoli e Sorrento. E se i suoi impegni lavorativi non lo portavano lontano dalla città, per Giovanni era d’obbligo passare a bere un drink con gli amici allo Shaker club e poi alla Mela, dove era solito accompagnarsi sempre a donne bellissime e fascinose. Grazie alla sua ben nota ospitalità, varie generazioni sono transitate per la sua bellissima casa bipanoramica di via Orazio. Indimenticabili le grandi feste che organizzava per il suo onomastico a giugno o quelle per la serata di Natale. Erano appuntamenti ai quali nessuno voleva rinunciare, tanto che con il passare degli anni fu costretto per contenere gli «imbucati» a predisporre un servizio di vigilanza all’entrata del suo parco. Uomo allegro e spiritoso, amante della musica, in particolare di quella brasiliana, proprio per questa sua passione più volte volò a Rio per il Carnevale. L’altra sua grane passione era ovviamente il mare che amava condividere con i suoi amici quando erano ospiti sul suo Giò 73. Un bellissimo baglietto blu aperto a tutti per gite a Ischia o nella sua amata Capri, dove nel giugno del ‘73 insieme con il suo amico Giovanni De Lillo organizzò per l’onomastico una memorabile festa allo Scoglio delle Sirene. Fu qui che Barbara Bouchet, allora all’apice del successo, si fidanzò con Gigi Borghese. Sempre charmant ed elegante, abbronzato in tutti i mesi dell’anno, era amatissimo. Fu protagonista delle cronache rosa, tanto famoso da restare nella top ten della mondanità del «Corriere del Mezzogiorno» per più settimane, e tanto da spingere la fantasia di qualcuno a interpretare il suo personaggio in una festa in maschera. Il comandante, tanto presente nella vita cittadina, da vincere l’«Oscar della mondanità alla carriera» in un gala allo Chez Moi alla fine degli anni ‘90, poteva sembrare ad alcuni un po’ fatuo. Ma chi lo conosceva bene sapeva che era un uomo sensibile e sempre presente anche ai problemi degli altri e il suo era un atteggiamento scherzoso, positivo, un’arma per affrontare la vita con un sorriso. Da stasera, purtroppo mancheranno la simpatia e l’allegria di Giò. E per molti non sarà più «’na grande festa».