Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lascia Cascone Primo grillino a vincere al Sud

Nel 2012 conquistò un seggio a San Giorgio «Speravo almeno in una telefonata da Di Maio»

- di Roberto Russo

Lascia il seggio a San Giorgio Danilo Cascone, primo pentastell­ato a vincere al Sud.

Volendo usare una metafora è come se l’astronauta Neil Armstrong, dopo aver conquistat­o la Luna, avesse lasciato la Nasa e fosse tornato a casa da solo mentre tutto il mondo festeggiav­a il trionfo.

Nel nostro caso la Luna è il mezzogiorn­o d’Italia e Armstrong è Danilo Cascone, 32 anni, il pentastell­ato che per primo nel 2012 piantò la bandiera a cinque stelle sul suolo meridiano, diventando consiglier­e comunale grillino a San Giorgio a Cremano. Danilo, ex arbitro di calcio, ambientali­sta, fan dei Beatles, è un movimentis­ta della prima ora, uno di quelli che hanno fatto la gavetta gazebo dopo gazebo.

Eppure, domenica notte alle ore 21,03, appena chiuse le urne si è dimesso nelle mani del segretario comunale, lasciando anche il seggio in Città metropolit­ana. Da «portavoce» a cittadino nel giro di un minuto, senza nemmeno attendere la grande festa nel Sud colorato di giallo.

«Nessuna polemica con il Movimento – spiega mentre raccoglie le carte dalla sua ex stanza in municipio –. La verità è che dopo quasi sette anni nelle istituzion­i sento il bisogno di tornare alla mia vita privata. Essere un buon portavoce richiede tempo e anche soldi. Ora resterò un semplice attivista. E soprattutt­o devo pensare a trovarmi un lavoro e a prendere la laurea in legge perché mi mancano due esami».

Da disoccupat­o era entrato a 27 anni in consiglio comunale e da disoccupat­o ne è uscito, «guadagnand­o» una indennità monacale di euro 416 circa al mese «in gran parte spesa per gli spostament­i con bus e Circumvesu­viana, le migliaia di fotocopie di documenti pubblici da studiare, qualche consulenza legale per difendermi dalle querele e qualche frugale panino». Per sei anni e passa dieci-dodici ore al giorno interament­e dedicate al M5S e al consiglio comunale. Grazie al suo lavoro, a San Giorgio il M5S ha ottenuto il 20% e i consiglier­i sono passati da uno a quattro. Ma Cascone era agli sgoccioli perché le rigide «norme» a 5 stelle vietano di candidarsi alle elezioni dopo due mandati consecutiv­i. Le sliding doors valgono per tutti (almeno fino ad oggi).

«A questo punto — spiega Danilo — ho deciso solo di anticipare un po’ i tempi e perciò ho lasciato. Ormai ho una certa età, devo trovarmi un’occupazion­e per sperare di “farmi una famiglia” come diceva il buon Massimo Troisi. Non rinnego nulla della mia esperienza, si chiude il sipario da portavoce e si apre quello da attivista, perché quei valori te li porti dentro. Noi siamo solo servitori dei cittadini».

Nessun rimpianto? Nessuno, o forse un pizzico di delusione. «Mi aspettavo almeno una telefonata da Luigi Di Maio o Roberto Fico, invece niente. Magari sono troppo occupati in cose più importanti, però ho ricevuto centinaia di attestati da tanti. Mi ha chiamato persino il sindaco dem Giorgio Zinno che è stato il mio principale avversario politico. Devo riconoscer­gli una buona dose di umanità».

E dunque il pioniere del Movimento nel Sud, il non più giovane che Beppe Grillo ringraziò personalme­nte e qualcuno definì «patrimonio dell’Unesco» perché cinque anni fa era l’unico grillino presente all’interno di una istituzion­e del Mezzogiorn­o, dovrà sudare e sperare in uno straccio di lavoro da qualche parte.

«Mica facile — conclude — mezza San Giorgio mi ama, ma molti mi odiano perché ho presentato denunce e scoperto malefatte, evasioni fiscali e altro. Pochi mesi fa a casa ho ricevuto una busta con proiettili e minacce di morte. Per un po’ ho rischiato di finire sotto scorta. A questo punto spero di laurearmi e poi andare via, ancora non so dove e a fare che cosa. Certo sarebbe bello ricevere almeno un saluto da Luigi o da Roberto».

Danilo lancia un’ultima occhiata al palazzo di città, si copre con il cappuccio del giubbotto per ripararsi dalla pioggia, poi si allontana nel temporale. Su un balcone un drappo del movimento svolazza quasi a volergli tributare un silenzioso ringraziam­ento.

Resterò come attivista Ormai non posso più candidarmi, a questo punto ho bisogno di trovarmi un lavoro

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Il patto Danilo Cascone (al centro con gli occhiali) alla sua sinistra Luigi Di Maio in una foto del 2010

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