Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Basta con le inefficienze, così la pubblica amministrazione favorisce la corruzione»
Le linee strategiche del candidato alla guida dell’Unione Ecco la lettera di 14 pagine inviata ai colleghi imprenditori
«C ari Colleghi, a seguito del caloroso sostegno ricevuto da numerosi amici imprenditori associati alla nostra Unione, ho maturato la decisione di candidarmi alla presidenza dell’associazione. Ho accolto l’invito con entusiasmo e spirito di servizio aspirando a poter raccogliere il testimone di Ambrogio Prezioso». Per questo «ritengo doveroso, oltre che utile, trasmettervi in allegato i miei indirizzi programmatici, inviati unitamente alla candidatura alla Commissione di designazione nel rispetto delle norme statutarie». Naturalmente, «auspico la più ampia condivisione, attesa la mia completa disponibilità a raccogliere ogni ulteriore istanza sulla quale sviluppare insieme il programma nello spirito del massimo dialogo che dovrà caratterizzare il nostro futuro impegno». È il messaggio inviato, martedì, da Vito Grassi ai colleghi imprenditori iscritti all’Unione di Palazzo Partanna. Testo al quale ha allegato 14 pagine in cui traccia le linee strategiche di una più che probabile leadership.
Unico in lizza
Che il nostro abbia idee chiare, peraltro, lo dimostrano proprio le sue prime parole da (finora) unico aspirante alla presidenza di Confindustria Napoli. L’amministratore di Graded, va ricordato, alla scadenza del termine per la presentazione delle candidature (lunedì scorso alle 18) è stato il solo ad annunciare la volontà di scendere in campo per guidare l’Unione. Certo, statuto alla mano, è sempre possibile che anche altri nomi vengano indicati durante le consultazioni della base imprenditoriale (si parte lunedì 12 marzo a Palazzo Partanna); ma è altrettanto vero che tra i settanta e passa imprenditori che — come ha anticipato il Corriere del
Mezzogiorno — hanno firmato la lettera appello per sollecitare il suo impegno, è rappresentata una maggioranza (già) schiacciante in seno al Consiglio generale. Ovvero l’organismo che designerà il nuovo timoniere di Confindustria Napoli. Che, fino al 2019, guiderà pure la federazione regionale.
Le accuse
Prima il bastone. Nel Sud bisogna superare «l’insostenibile inefficienza delle pubbliche amministrazioni, caratterizzata da procedure inutilmente gravose e tempi imprevedibili; una condizione che, peraltro, oltre a creare gravi danni allo sviluppo delle iniziative economiche (mancata tempestività di autorizzazioni e pagamenti), determina le condizioni che favoriscono il fenomeno corruttivo». Quindi, ancora una... legnata: «Nel nostro territorio c’è un’altra importante criticità, una precondizione per poter intervenire con efficacia sugli altri fronti: parlo del forte degrado di diverse aree, non solo della periferia, che si traduce in marginalità sociale e criminalità. Superare questa condizione è possibile, però, solo mettendo in campo strategie di integrazione sociale, rivolte innanzitutto alle nuove generazioni. Istruzione e Lavoro vanno promossi come Valori prima ancora che come Opportunità, nel quadro di una ritrovata legalità, alternativa e vincente alla subcultura criminale». L’illegalità, di contro, «va combattuta con l’educazione, la cultura e l’economia sana, prima ancora che con i giudici e le forze dell’ordine; col buon governo prima che con nuove norme. Bisogna abbattere barriere che attual-
mente isolano interi nuclei sociali, per attivare processi di contaminazione virtuosa».
«Lavoriamo insieme»
Poi la carota: «Una svolta è possibile. Grazie all’impegno delle istituzioni, con le quali vogliamo condividere progetti di sviluppo e integrazione sociale». La realizzazione «di servizi, strutture e attività sociali e culturali, per la tutela dell’ambiente, nelle periferie e, in generale, nei quartieri più a rischio, così come l’attivazione di percorsi di scuola a tempo pieno, facilitano anche l’iniziativa imprenditoriale, fondamentale per attivare la crescita di un’economia legale». Insomma: «Bisogna migliorare il capitale sociale del territorio, presupposto per uno sviluppo sostenibile».
Da Bagnoli a Napoli est
«La rigenerazione urbana e la valorizzazione di giacimenti culturali — scrive Grassi — possono e devono costituire uno dei driver per lo sviluppo dell’economia e dell’impresa a Napoli e nell’intera regione». Finalmente «sono stati avviati interventi concreti m attuazione di importanti progettualità che investono ambiti territoriali come Napoli est, Pompei e l’area vesuviana. Occorre darvi impulso, con un monitoraggio costante finalizzato a cogliere le prospettive di crescita del territorio valorizzando l’intervento privato». Per Bagnoli «bisogna definire soluzioni tecnico-giuridiche e amministrative capaci di accelerare l’intervento di rigenerazione». Va attivato, inoltre, «un processo di pianificazione per il rilancio dell’intera area dei Campi Flegrei».
Unità d’intenti
Secondo Grassi bisogna che si determini una precondizione fondamentale per il rilancio dell’area metropolitana: i vari livelli istituzionali «devono cooperare per poi condividere con le forze economiche e sociali la progettualità di sviluppo del territorio. Negli ultimi tempi, abbiamo potuto registrare come una maggiore sintonia fra le istituzioni abbia determinato passi in avanti importanti per l’esecuzione di programmi di sviluppo territoriale». Al di là della «diversità di situazioni e contesti, all’intervento pubblico spetta il compito della creazione delle condizioni di sviluppo del territorio e a quello privato di cogliere le opportunità venutesi a determinare, realizzando investimenti coerenti».
Le «nostre responsabilità»
«Abbiamo consapevolezza — chiosa Grassi — che tocca alla nostra responsabilità, come sistema delle imprese, svolgere un ruolo di classe dirigente, partecipando a scelte che orientino il futuro della nostra comunità». La «nostra determinazione nasce anche dal senso di forte identità sociale. Abbiamo il diritto, ma anche il dovere di promuovere la crescita del territorio». A questa «nostra determinazione deve corrispondere il riconoscimento del ruolo da parte degli interlocutori istituzionali. Il confronto, al quale facciamo riferimento, fra le diverse responsabilità, non deve avvenire perché previsto da regolamenti comunitari, ma perché richiesto da una maturata consapevolezza dell’utilità, della necessità che le imprese contribuiscano a definire le strategie di sviluppo economico e sociale».
L’appello Le istituzioni devono dialogare per il bene della città e della regione Ecco le mie proposte su Bagnoli, Napoli est, Pompei e Campi flegrei Ma aspetto i vostri suggerimenti