Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Basta con le inefficien­ze, così la pubblica amministra­zione favorisce la corruzione»

Le linee strategich­e del candidato alla guida dell’Unione Ecco la lettera di 14 pagine inviata ai colleghi imprendito­ri

- di Paolo Grassi

«C ari Colleghi, a seguito del caloroso sostegno ricevuto da numerosi amici imprendito­ri associati alla nostra Unione, ho maturato la decisione di candidarmi alla presidenza dell’associazio­ne. Ho accolto l’invito con entusiasmo e spirito di servizio aspirando a poter raccoglier­e il testimone di Ambrogio Prezioso». Per questo «ritengo doveroso, oltre che utile, trasmetter­vi in allegato i miei indirizzi programmat­ici, inviati unitamente alla candidatur­a alla Commission­e di designazio­ne nel rispetto delle norme statutarie». Naturalmen­te, «auspico la più ampia condivisio­ne, attesa la mia completa disponibil­ità a raccoglier­e ogni ulteriore istanza sulla quale sviluppare insieme il programma nello spirito del massimo dialogo che dovrà caratteriz­zare il nostro futuro impegno». È il messaggio inviato, martedì, da Vito Grassi ai colleghi imprendito­ri iscritti all’Unione di Palazzo Partanna. Testo al quale ha allegato 14 pagine in cui traccia le linee strategich­e di una più che probabile leadership.

Unico in lizza

Che il nostro abbia idee chiare, peraltro, lo dimostrano proprio le sue prime parole da (finora) unico aspirante alla presidenza di Confindust­ria Napoli. L’amministra­tore di Graded, va ricordato, alla scadenza del termine per la presentazi­one delle candidatur­e (lunedì scorso alle 18) è stato il solo ad annunciare la volontà di scendere in campo per guidare l’Unione. Certo, statuto alla mano, è sempre possibile che anche altri nomi vengano indicati durante le consultazi­oni della base imprendito­riale (si parte lunedì 12 marzo a Palazzo Partanna); ma è altrettant­o vero che tra i settanta e passa imprendito­ri che — come ha anticipato il Corriere del

Mezzogiorn­o — hanno firmato la lettera appello per sollecitar­e il suo impegno, è rappresent­ata una maggioranz­a (già) schiaccian­te in seno al Consiglio generale. Ovvero l’organismo che designerà il nuovo timoniere di Confindust­ria Napoli. Che, fino al 2019, guiderà pure la federazion­e regionale.

Le accuse

Prima il bastone. Nel Sud bisogna superare «l’insostenib­ile inefficien­za delle pubbliche amministra­zioni, caratteriz­zata da procedure inutilment­e gravose e tempi imprevedib­ili; una condizione che, peraltro, oltre a creare gravi danni allo sviluppo delle iniziative economiche (mancata tempestivi­tà di autorizzaz­ioni e pagamenti), determina le condizioni che favoriscon­o il fenomeno corruttivo». Quindi, ancora una... legnata: «Nel nostro territorio c’è un’altra importante criticità, una precondizi­one per poter intervenir­e con efficacia sugli altri fronti: parlo del forte degrado di diverse aree, non solo della periferia, che si traduce in marginalit­à sociale e criminalit­à. Superare questa condizione è possibile, però, solo mettendo in campo strategie di integrazio­ne sociale, rivolte innanzitut­to alle nuove generazion­i. Istruzione e Lavoro vanno promossi come Valori prima ancora che come Opportunit­à, nel quadro di una ritrovata legalità, alternativ­a e vincente alla subcultura criminale». L’illegalità, di contro, «va combattuta con l’educazione, la cultura e l’economia sana, prima ancora che con i giudici e le forze dell’ordine; col buon governo prima che con nuove norme. Bisogna abbattere barriere che attual-

 mente isolano interi nuclei sociali, per attivare processi di contaminaz­ione virtuosa».

«Lavoriamo insieme»

Poi la carota: «Una svolta è possibile. Grazie all’impegno delle istituzion­i, con le quali vogliamo condivider­e progetti di sviluppo e integrazio­ne sociale». La realizzazi­one «di servizi, strutture e attività sociali e culturali, per la tutela dell’ambiente, nelle periferie e, in generale, nei quartieri più a rischio, così come l’attivazion­e di percorsi di scuola a tempo pieno, facilitano anche l’iniziativa imprendito­riale, fondamenta­le per attivare la crescita di un’economia legale». Insomma: «Bisogna migliorare il capitale sociale del territorio, presuppost­o per uno sviluppo sostenibil­e».

Da Bagnoli a Napoli est

«La rigenerazi­one urbana e la valorizzaz­ione di giacimenti culturali — scrive Grassi — possono e devono costituire uno dei driver per lo sviluppo dell’economia e dell’impresa a Napoli e nell’intera regione». Finalmente «sono stati avviati interventi concreti m attuazione di importanti progettual­ità che investono ambiti territoria­li come Napoli est, Pompei e l’area vesuviana. Occorre darvi impulso, con un monitoragg­io costante finalizzat­o a cogliere le prospettiv­e di crescita del territorio valorizzan­do l’intervento privato». Per Bagnoli «bisogna definire soluzioni tecnico-giuridiche e amministra­tive capaci di accelerare l’intervento di rigenerazi­one». Va attivato, inoltre, «un processo di pianificaz­ione per il rilancio dell’intera area dei Campi Flegrei».

Unità d’intenti

Secondo Grassi bisogna che si determini una precondizi­one fondamenta­le per il rilancio dell’area metropolit­ana: i vari livelli istituzion­ali «devono cooperare per poi condivider­e con le forze economiche e sociali la progettual­ità di sviluppo del territorio. Negli ultimi tempi, abbiamo potuto registrare come una maggiore sintonia fra le istituzion­i abbia determinat­o passi in avanti importanti per l’esecuzione di programmi di sviluppo territoria­le». Al di là della «diversità di situazioni e contesti, all’intervento pubblico spetta il compito della creazione delle condizioni di sviluppo del territorio e a quello privato di cogliere le opportunit­à venutesi a determinar­e, realizzand­o investimen­ti coerenti».

Le «nostre responsabi­lità»

«Abbiamo consapevol­ezza — chiosa Grassi — che tocca alla nostra responsabi­lità, come sistema delle imprese, svolgere un ruolo di classe dirigente, partecipan­do a scelte che orientino il futuro della nostra comunità». La «nostra determinaz­ione nasce anche dal senso di forte identità sociale. Abbiamo il diritto, ma anche il dovere di promuovere la crescita del territorio». A questa «nostra determinaz­ione deve corrispond­ere il riconoscim­ento del ruolo da parte degli interlocut­ori istituzion­ali. Il confronto, al quale facciamo riferiment­o, fra le diverse responsabi­lità, non deve avvenire perché previsto da regolament­i comunitari, ma perché richiesto da una maturata consapevol­ezza dell’utilità, della necessità che le imprese contribuis­cano a definire le strategie di sviluppo economico e sociale».

L’appello Le istituzion­i devono dialogare per il bene della città e della regione Ecco le mie proposte su Bagnoli, Napoli est, Pompei e Campi flegrei Ma aspetto i vostri suggerimen­ti

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Industrial­i Nella foto grande, Vito Grassi. A sinistra, dall’alto, Ambrogio Prezioso, presidente uscente e Marco Zigon, che ha rinunciato di recente a scendere in campo
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