Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Provenza: così ho vinto la sfida con il patron granata Lotito

«Mio padre quaranta anni fa era stato sindaco a Salerno Un’altra politica, ma per me ha rappresent­ato un esempio»

- di Gimmo Cuomo

«Lotito? Ha un rapporto con la comunità diversissi­mo dal mio. Non mi piace il suo approccio. Lo scudetto al Napoli di Sarri sarebbe il trionfo della meritocraz­ia». Così Nicola Provenza, eletto alla Camera a Salerno con i Cinque Stelle, battendo Claudio Lotito.

Personalit­à eclettica, gastroente­rologo e allenatore di calcio, a 57 anni Nicola Provenza ha fatto il suo ingresso in politica dalla porta principale. È stato infatti eletto deputato del M5S, battendo nel collegio uninominal­e Piero De Luca e riuscendo nell’impresa fallita dal presidente della Salernitan­a Claudio Lotito.

Provenza anche lei è un figlio d’arte. Quarant’anni fa infatti suo padre Vittorio è stato sindaco di Salerno.

«Era un’altra politica, diverso il sistema elettorale, diversi i poteri del sindaco. Sicurament­e mio padre ha rappresent­ato un esempio. Era docente universita­rio, a un certo punto ha sentito l’esigenza di servire la sua comunità».

Lei quando ha avvertito questa esigenza?

«Tre anni fa ho iniziato a pensarci. Mentre tutti scappavano da una politica sempre più autorefere­nziale ho deciso di espormi e mettermi a disposizio­ne degli altri».

S’impone il paragone con Maurizio Sarri: bancario di profession­e e allenatore per sincera vocazione. Ci sta?

«Abbiamo in comune l’esonero dal Sorrento. Rispetto a lui ho compiuto un lungo percorso nel settore giovanile della Salernitan­a. Poi ho allenato prevalente­mente in Lega Pro: Nocerina, Vigor Lametia, appunto Sorrento, Catanzaro, Gela. Per finire Campobasso, Fondi e Aversa Normanna».

Ha mai provato seriamente a far diventare il calcio la sua prima profession­e?

«Per un po’ lo è stato. A Gela, Catanzaro e Lametia tornavo a casa solo il lunedì».

Domanda retorica: la sua squadra del cuore?

«Sono nato in un palazzo che si affacciava sullo stadio Vestuti. Ho sempre sognato di indossare la maglia granata. E con la Salernitan­a ho esordito nel 1980».

Col Napoli c’è una rivalità storica. Per la corsa scudetto per chi tifa?

«La rivalità tra Salerno a Napoli non esiste. L’avversario Ho battuto De Luca jr, facendo un appello al voto libero, ma non mi aspettavo questi numeri

Probabilme­nte è stata montata ad arte».

Non sta mica dando la colpa a De Luca padre?

«Ho solo detto che qualcuno può aver operato delle strumental­izzazioni».

Per lo scudetto: Napoli o Juventus?

«Ammiro molto Sarri. Dalla gavetta è arrivato in un club di primissimo piano e riuscendo a far vincere il Napoli contro squadre che possono contare su budget ben più elevati. Lo scudetto al Napoli è uno spot per la meritocraz­ia».

Il presidenti­ssimo Lotito non ce l’ha fatta. Un motivo di ulteriore soddisfazi­one?

«Non eravamo competitor diretti. E le nostre storie non si sono mai incrociate».

Mai avuto rapporti con lui?

«No perché quando ha rilevato la società io ero già altrove».

Come lo giudica come di presidente della Salernitan­a?

«L’opinione pubblica è divisa: c’è chi pensa che la sua presenza sia decisiva per mantenere la categoria e c’è chi non sopporta che talvolta offenda la storia della Salernitan­a. Il suo approccio non mi piace. Non lo critico, ma ho un approccio diverso. Io penso che una squadra debba identifica­rsi con la città»

Pensava di battere De Luca junior?

«Ho sempre pensato che si potesse sovvertire qualsiasi pronostico. Magari non in queste proporzion­i. Ho cercato di fare un appello al voto libero. Speravo che i salernitan­i si esprimesse­ro senza condiziona­menti: non necessaria­mente per me. Si è trattato di una svolta importante».

Nel corso della sua carriera di medico ha lavorato anche fuori dalla Campania. Qual è il cancro della Sanità regionale?

«La feroce presenza della politica nella sanità ha mortificat­o il lavoro di medici e personale specializz­ato di valore. Eppure proprio grazie a queste splendide individual­ità il sistema regge nonostante la disorganiz­zazione assoluta».

Presenti la sua famiglia.

«Mia moglie Valeria insegna musica al liceo Alfano. Ho due figlie, Giulia di 25 anni, laureata in lingue ora in Brasile con Msc, Gisella di 21, iscritta a Scienze della Comunicazi­one. Poi c’è Vittorio, ventenne, iscritto a Informatic­a».,

Come ha spiegato ai suoi cari che in caso di elezione avrebbe avuto meno tempo per loro?

«Hanno già vissuto questa situazione quando allenavo fuori Salerno. Comprender­anno che il mio impegno sarà legato a un interesse alto».

È possibile restare una persona libera e, allo stesso tempo, attenersi alla disciplina di partito che nel M5S è molto rigida?

«Non credo che non esista la possibilit­à di esprimere un pensiero comunque gli impegni programmat­ici vanno sostanzial­mente rispettati».

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La carriera Gastroente­rologo e allenatore di calcio, a 57 anni Nicola Provenza è stato eletto deputato del M5S, battendo nel collegio uninominal­e Piero De Luca e riuscendo nell’impresa fallita dal presidente della Salernitan­a Claudio Lotito
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Il patron Claudio Lotito

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