Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Enzo Boschi: «Poco da dire Qui la minaccia più tremenda che abbiamo in Italia»
«Controlli da incrementare, servono rinforzi»
«C’è poco da stare tranquilli.
NAPOLI C’è poco da tranquillizzare la gente dicendo che tutto rientra nella ordinaria attività. Non vorrei apparire catastrofista, io mi trovo a Bologna ma se vivessi nei Campi Flegrei sarei molto preoccupato, moltissimo».
Professore Enzo Boschi, non ci faccia spaventare. Lei è considerato un caposcuola in vulcanologia, però il bradisismo nel recente passato non ha prodotto disastri, perché dobbiamo preoccuparci?
«Guardi, premetto che non ho più ruoli operativi e che gli unici dati a mia disposizione sono quelli pubblicati sui siti. Detto questo, da studioso e, per un problema di coscienza, posso affermare che i Campi Flegrei sono la minaccia più tremenda che abbiamo nel nostro Paese, sicuramente turbano i miei sonni di scienziato, mi preoccupano anche per altre implicazioni».
Ad esempio?
La grande densità di popolazione dell’area, la mancanza — che io sappia — di prove di evacuazione e poi ci sono anche ragioni di carattere scientifico, una conoscenza che a mio avviso non è abbastanza approfondita e aggiornata e una sorveglianza che andrebbe certamente migliorata».
Ma in questi anni si sono fatti dei progressi, compresa l’installazione delle stazioni per le rilevazione in mare a Pozzuoli.
«Non basta, non è sufficiente. Quando una caldera di queste dimensioni viene dichiarata a livello di attenzione - ed è accaduto nel 2013 - allora mi aspetterei presenza continua di studiosi in loco, scambio continuo di informazioni, dibattito tra scienziati anche di varie nazionalità. Invece, e lo dico con dispiacere, di questo non trovo traccia. Anzi, spesso gli studiosi che dissentono dalla linea ufficiale di Ingv vengono colpiti da provvedimenti disciplinari».
Si riferisce ai casi della prima dirigente di ricerca Fedora Quattrocchi e dell’ex direttore dell’Osservatorio vesuviano Giuseppe De Natale?
«Anche. Personalmente non c’è risposta peggiore che colpire con procedimenti disciplinari chi esprime dubbi e pone interrogativi. Lo scienziato deve essere libero di fare ricerca. E poi, mi scusi, con quello che è accaduto con il terremoto di Casamicciola gli enti preposti non hanno dato prova di efficienza».
Cosa si dovrebbe fare per cambiare rotta?
«Buona parte dei ricercatori dell’Osservatorio Vesuviano si dovrebbe dedicare ai Campi Flegrei, almeno il 30-40%. Uno sciame sismico in un sistema attivo può essere determinato da processi interni difficili da capire e interpretare».
Il sindaco di Pozzuoli ieri ha disposto che le scuole chiudessero prima e ha fatto tornare gli alunni a casa.
«Non poteva fare molto di più. In queste situazioni i sindaci sono abbastanza soli e almeno cercano di dimostrare che hanno fatto qualche intervento, però non è sufficiente. Soprattutto, pur avendo preparato singoli comuni i piani di evacuazione, non mi sembrano abbastanza seguiti e sostenuti da una rete istituzionale nazionale».