Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Napoli «fragile» con le big, ma è tutto in gioco

Dieci punti persi su quattordic­i contro Juventus, Roma e Inter. Ne restano ancora 30 a disposizio­ne

- Donato Martucci

Piccolo con le grandi. Il

NAPOLI Napoli si scopre vulnerabil­e proprio con le big del campionato in un momento cruciale della stagione. Allegri l’aveva predetto: i giochi si deciderann­o a marzo. E se non sono decisi in questo periodo, poco ci manca. Le certezze sono venute a mancare in queste ultime due partite. La sconfitta con la Roma al San Paolo ha minato la tranquilli­tà di un gruppo che aveva sottoscrit­to il patto-scudetto e si è scoperto più vulnerabil­e. Le sfide in alta quota hanno visto il Napoli pareggiare due volte con l’Inter, perdere in casa con la Juventus e in casa con i gialloross­i: 10 punti persi su 14 totali in cinque scontri diretti. Numeri che testimonia­no la difficoltà del Napoli a scrollarsi di dosso la tensione nei momenti topici della stagione. Gli azzurri hanno battuto solo con il Milan con difficoltà al San Paolo e poi la Roma all’Olimpico. E già accaduto in passato e sembra ripetersi anche in questa stagione. La squadra azzurra soffre gli scontri diretti con le big, mentre con le piccole ha mostrato una certa autorevole­zza. Di confronti con le grandi Ne restano solo due e da non fallire assolutame­nte: il Milan a San Siro e quello, sicurament­e più importante all’Allianz Stadium contro la Juventus. Mancano 10 partite e il discorso scudetto è ancora in discussion­e, ma è inevitabil­e che tutto appare più complicato. La squadra di Sarri ha perso cinque punti nelle ultime due giornate e non è poco. Inoltre gli allenatori delle cosiddette grandi pare abbiano capito come fermare Sarri: grande densità in mediana e marcature sui portatori di palla con aggressivi­tà sin dall’avvio dell’azione in difesa. Le piccole non sono attrezzate per contrastar­e lo strapotere del Napoli. A ciò va aggiunto la scarsa vena dell’attacco azzurro che sembra essere meno regolare e manca di cattiveria in zona gol. Non tanto per il numero, ma nelle combinazio­ni e l’efficacia. Callejon e Mertens attaccano poco gli spazi. Soprattutt­o al belga non riescono più quei dribbling che creavano superiorit­à e allo spagnolo i tagli che sorprendev­ano le difese. Solo Insigne ci ha messo il consueto impegno, fallendo tra l’altro un gol a porta vuota contro l’Inter. Il piano B si chiama Milik che Sarri ha fatto entrare a giochi ormai fatti. Il polacco deve acquisire più minutaggio e magari essere schierato in un 4-2-3-1 in modo da impegnare le difese. Un piano che però Sarri al momento non vuole sperimenta­re. Con l’Inter apparsa in netta affanno nella ripresa si poteva osare di più. Milik può servire proprio quando l’avversario ti blocca le corsie esterne. Con lui si può sfondare al centro, mentre Insigne e Mertens non ci riescono più da tempo e fanno fatica a ritrovare nuove energie, fisiche e mentali.

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