Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Consip, archiviate sei accuse nei confronti di Woodcock
La Procura generale della Cassazione ha archiviato sei fascicoli disciplinari legati a Consip e Cpl Concordia aperti sul pm Henry John Woodcock
(foto). Restano i due in corso alla sezione disciplinare del Csm. Tra le pre-istruttorie archiviate ci sono quella relativa alla mancata iscrizione nel registro degli indagati, a Napoli, di Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio; quella legata alla fuga di notizie sul caso Cpl Concordia, con la pubblicazione della telefonata intercorsa tra Matteo Renzi e il generale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi; quella sull’altra fuga di notizie relativa al caso Consip che aveva coinvolto anche la giornalista di Chi l’ha visto? Federica Sciarelli, amica di Woodcock.
Le altre archiviazioni riguardano la mancata comunicazione al capo dell’ufficio dell’indagine a carico del giudice Rosita D’Angiolella; l’esposto presentato dall’imprenditore Massimiliano D’Errico, arrestato nell’inchiesta Cpl Concordia e poi scagionato; infine il caso di Emanuele Caldarera, il dirigente del ministero della Giustizia indagato nell’inchiesta Consip. La notizia delle archiviazioni è stata riferita dallo stesso pg Mario Fresa, che ha depositato gli atti relativi nel corso del procedimento disciplinare a carico di Woodcock e della collega Celeste Carrano. Nel corso dell’udienza di ieri sono stati auditi come testimoni dell’accusa l’ex procuratore facente funzioni, Nunzio Fragliasso, e la giornalista di «Repubblica» Liana Milella, a proposito della pubblicazione di un’intervista a Woodcock il 13 aprile del 2017.
«Avevo dato la mia parola d’onore che non avrei mai scritto. Ma poi ha prevalso il demone giornalistico, la voglia di fare uno scoop», ha spiegato Milella. In quei giorni i giornali scrivevano dello scontro tra le procure di Napoli e Roma, dopo che i pm della capitale avevano indagato per falso il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto. E Repubblica attribuì a Woodcock l’opinione che quel falso doveva essere il frutto di un errore, perché altrimenti solo un pazzo avrebbe potuto danneggiare così il proprio lavoro. Della vicenda Woodcock è chiamato a rispondere davanti al Csm perché accusato di aver commesso una doppia scorrettezza, sia nei confronti dei colleghi romani, sia nei confronti di Fragliasso, che il giorno prima lo aveva invitato a mantenere un assoluto riserbo. «Per me quelle dichiarazioni non andavano fatte — ha detto Fragliasso — né prima né dopo la raccomandazione del riserbo. Erano inopportune e non potevano essere rese perché le dichiarazioni sono riservate al procuratore». Dopo l’audizione, tuttavia, Fragliasso e Woodcock si sono stretti la mano.