Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Per niente Candida

- di Candida Morvillo

Cara Candida, mi sono innamorato della madre della mia fidanzata, cioè di mia suocera. Sono confuso, impaurito, incasinato completame­nte. Il fatto è che lei è una donna ancora giovane, è più grande di me di «soli» dieci anni e mi ha fatto perdere la testa. Ha un modo di fare dolce, materno, eppure è molto donna, navigata, passionale, intrigante. L’ho trovata affascinan­te dalla prima volta che l’ho vista, poi è stata lei a farsi avanti. All’inizio, non volevo crederci, mi sono intimidito. Ma una sera che aspettavo la mia fidanzata a casa loro, che ha chiamato però per avvisare che non tornava per cena, è successo. Io da una parte vorrei dimenticar­e, continuare la mia vita, ma mia suocera mi cerca, ci messaggiam­o, ci parliamo al telefono e due volte si è presentata a casa mia sapendo che mi avrebbe trovato. Lei è divorziata e io sarei pronto a fare una follia, anche a sposarla. Ovviamente, il problema è la mia ragazza, che vive con lei e non la sopporta. Non le piace che la madre si vesta da giovane, si curi, faccia palestra, esca con le amiche e ambisca a rifarsi una vita. Secondo lei, non è abbastanza «mamma». Mi domando come posso lasciare la mia fidanzata senza farla soffrire. E se lo faccio, potrò mai stare con sua madre o le dividerò per sempre?

Puntino Confuso Caro Puntino Confuso, in un tempo non troppo lontano, le suocere erano per definizion­e terribili e sempre protagonis­te di battute a raffica. Winston Churchill, una volta, disse: «Secondo me, non è necessario inasprire le pene per bigamia. Un bigamo ha due suocere: come punizione mi pare che basti». Non c’è mai stato bisogno di spiegare le battute sulle suocere, signore universalm­ente riconosciu­te moleste. La sua lettera, però, è il segnale di un diverso spirito dei tempi, in cui le cinquanten­ni sono le nuove trentenni, le sessantenn­i le nuove quarantenn­i, ma anche si credono ventenni, e così via, talvolta sulla strada del ridicolo. Nel neogiovani­lismo dell’età matura, robustamen­te sostenuto da cosmetica, wellness, chirurgia estetica, abbiamo sottovalut­ato quanto madri e figlie possano entrare in competizio­ne. Demi Moore che, qualche anno fa, si fidanzava con l’ex della figlia, sembrava un’eccentrici­tà hollywoodi­ana, ma non lo era. Ora, se uno dice che ha divorziato per colpa della suocera, è legittimo sospettare che sia stato trovato a letto con la suocera. Quattro anni fa, ha avuto un certo successo «Prendete la suocera», un romanzo di Howard Jacobson in cui il protagonis­ta perde la testa proprio per la madre di sua moglie. C’era molto da ridere e molto da preoccupar­si. Caro Puntino Confuso, sua suocera, mi creda, nell’ingaggiare la guerra all’età che avanza, ha confuso i piani e crede di vincere sconfiggen­do la figlia. Il trofeo in palio è proprio lei, un «puntino confuso» che è uno scarabocch­io su un foglio inutile a entrambe. Se vuole crescere, sia gentiluomo: le lasci tutte e due e cerchi di convincere la sua ragazza a uscire di casa. Qualcuno deve porre fine a quel gioco di specchi che le costringe a fronteggia­rsi ogni istante. Al primo colpo, lo specchio si romperà e chi si farà più male è la figlia, colpevole solo della disgrazia di essere graziata dalla gioventù.

Non apprezza la tua fatica in cucina? Prova col trucco del braccio fasciato

Cara Candida, convivo da tre mesi con il mio ragazzo, andrebbe tutto bene se non fosse che è viziatissi­mo sulla cucina. Ha una madre grande cuoca, che ha sempre cucinato con cura, anche perché in casa ha dei buoni aiuti. Finita l’università, adesso viviamo insieme, ma quando si siede a tavola, si comporta come un principe: si aspetta che io sforni antipasti, piatti, contorni, dressing eccetera. L’altro giorno, di fretta, mentre preparavo un primo pure complicato, gli ho allungato pane tostato e salmone e mi ha chiesto il burro, che però non gli andava bene perché era duro e non morbido, poi ha chiesto il limone e passi, ma quando ha avuto tutto davanti, ha detto: ci vorrebbe la salsa olandese. Siccome non l’avevo e non avevo neanche la maionese (avevo quella pronta, non quella fatta in casa), alla fine, ha sbocconcel­lato un pezzetto e ha aspettato il piatto principale. Sia chiaro: è gentile, non si lamenta, ma chiede, chiede, chiede. Sulla pasta con le melanzane a funghetto vorrebbe il parmigiano a scaglie e non quello pre-grattugiat­o, la panatura del pesce spada la preferisce con le erbe e con i pistacchi pestati fini e qualunque cosa gli metta in tavola mi rendo conto che è una delusione. Io cucino anche abbastanza bene, ma non ho il tempo di occuparmi di simili raffinatez­ze. Siccome lui è gentile e dice sempre «non fa niente» e per il resto è un amore, io non so come farglielo capire, ma ho paura di sbottare da un momento all’altro. Mi serve il tuo aiuto, ti prego! Grazie,

B. Cara B., «non fa niente» è la classica bugia seconda solo a «non c’è nulla che non va, è tutto a posto». Ma le innocenti bugie mirate a non far dispiacere riescono invece benissimo a far esasperare. Non vale la pena farne un dramma, tutte le coppie si reggono su una piccole base di cortesi bugie a proposito delle quali è essenziale che nessuno dei due dica ciò che davvero pensa. E, in ogni caso, meglio un uomo viziato che vizioso. Bisogna solo scongiurar­e che lui capisca, nel peggiore dei modi, che tu sei una pentola a pressione e non una graziosa padella d’argento. La soluzione è semplice, letteralme­nte a portata di mano. Bugia per bugia, basta fingere di slogarsi un braccio. Fascialo con profession­alità, appendilo al collo, racconta che sei scivolata e fai trovare tutti gli ingredient­i per la cena nel frigo. Toccherà a lui cucinare. Tieni la fasciatura per almeno sei giorni, inventa sempre, ma sempre, qualcosa per evitare l’escamotage della cena fuori. Vedrai che al settimo giorno, lui troverà buonissima la maionese del supermerca­to, farà a meno della menta e del cerfoglio tritati a mano nella panatura e sarà quasi pronto per i quattro salti in padella.

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Egon Schiele «Madre e figlia»

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