Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Con la sterlina svalutata le nostre produzioni inglesi puntano il mercato Usa»
«Per ora va tutto bene. Anzi benone. Certo, gli aspetti negativi della Brexit non si sono ancora sentiti. C’è chi ipotizza contraccolpi anche per chi investe in Gran Bretagna, ma resta il fatto, incontrovertibile, che quello inglese è un mercato più che interessante, figlio di un Paese equilibrato che offre vantaggi seri». Luca Moschini, napoletano, classe 1960, è vicepresidente di Confindustria Napoli e amministratore delegato di Laminazione
sottile spa, un piccolo impero della moderna metallurgia con cuore e mente in Campania, che vanta — oltre agli stabilimenti italiani — un importante avamposto produttivo nel Regno Unito. A una ventina di chilometri da Birmingham, per la precisione, dove sono impiegate 120 persone. «Costo del lavoro a parità di salario, cuneo fiscale e oneri sociali sono voci decisamente più convenienti, per coloro che investono, se declinate in Gran Bretagna — riprende Moschini —. Se a questo, poi, si aggiunge una vera stabilità istituzionale, ecco che l’idea di abbandonare l’Isola non ci sfiora neanche». Anzi. «Nell’ultimo anno abbiamo aggiornato i nostri impianti, dove si realizza il 10-12% del fatturato complessivo di gruppo, spendendo circa 4 milioni di euro». Infine una considerazione di non poco conto: «La sterlina debole favorisce le esportazioni dal Regno Unito. E dunque produrre in Inghilterra, come facciamo noi, ti permette anche di aggredire con maggior successo mercati importanti come quello degli States».