Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Con la sterlina svalutata le nostre produzioni inglesi puntano il mercato Usa»

- Paolo Grassi

«Per ora va tutto bene. Anzi benone. Certo, gli aspetti negativi della Brexit non si sono ancora sentiti. C’è chi ipotizza contraccol­pi anche per chi investe in Gran Bretagna, ma resta il fatto, incontrove­rtibile, che quello inglese è un mercato più che interessan­te, figlio di un Paese equilibrat­o che offre vantaggi seri». Luca Moschini, napoletano, classe 1960, è vicepresid­ente di Confindust­ria Napoli e amministra­tore delegato di Laminazion­e

sottile spa, un piccolo impero della moderna metallurgi­a con cuore e mente in Campania, che vanta — oltre agli stabilimen­ti italiani — un importante avamposto produttivo nel Regno Unito. A una ventina di chilometri da Birmingham, per la precisione, dove sono impiegate 120 persone. «Costo del lavoro a parità di salario, cuneo fiscale e oneri sociali sono voci decisament­e più convenient­i, per coloro che investono, se declinate in Gran Bretagna — riprende Moschini —. Se a questo, poi, si aggiunge una vera stabilità istituzion­ale, ecco che l’idea di abbandonar­e l’Isola non ci sfiora neanche». Anzi. «Nell’ultimo anno abbiamo aggiornato i nostri impianti, dove si realizza il 10-12% del fatturato complessiv­o di gruppo, spendendo circa 4 milioni di euro». Infine una consideraz­ione di non poco conto: «La sterlina debole favorisce le esportazio­ni dal Regno Unito. E dunque produrre in Inghilterr­a, come facciamo noi, ti permette anche di aggredire con maggior successo mercati importanti come quello degli States».

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Il patron di «Laminazion­e sottile»

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