Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La baby gang va in guerra

Bloccati in 19 alla stazione Circum. Armati di tirapugni con fiocina e coltelli

- Beneduce, Postiglion­e

Diciannove ragazzi tra i 14 e i 16 anni si erano dati appuntamen­to alla stazione Circum di San Giorgio per andare a Sant’Anastasia e colpire i «nemici». Erano col volto coperto e brandivano armi di ogni tipo: sfollagent­e, coltelli, tirapugni. Bloccati.

NAPOLI Una fiocina era stata fissata a un supporto di plastica e trasformat­a in un micidiale tirapugni: stavano per usarlo contro un gruppo rivale, con effetti probabilme­nte gravissimi. Diciannove ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni si erano dati appuntamen­to alla stazione della Circumvesu­viana di San Giorgio a Cremano per andare a Sant’Anastasia e colpire i «nemici». Erano tutti col volto coperto da passamonta­gna e brandivano armi di ogni tipo: sfollagent­e, coltelli, tirapugni. Gli agenti della polizia municipale, con la collaboraz­ione della polizia di Stato, sono riusciti a bloccarli prima della partenza. I minorenni sono tutti residenti a Napoli, tra i quartieri di Barra e Ponticelli; soltanto uno è di San Giorgio a Cremano. Provengono da famiglie disagiate, in alcuni casi a rischio.

Si erano dati appuntamen­to alla Circum tramite una chat su Whatsapp. A notarli mentre si passavano l’un l’altro le armi è stato un uomo che faceva jogging e ha avvertito una pattuglia della polizia municipale in servizio di perlustraz­ione. Gli agenti, coordinati dai capitani Giorgio Carcatella e Antonio Fascia, si sono subito attivati e sono riusciti a bloccare la maggior parte della banda. Alcuni ragazzi che erano riusciti a fuggire sono stati identifica­ti e rintraccia­ti nelle ore successive.

Anche nel corso di una perquisizi­one successiva, ai membri della baby gang sono stati sequestrat­i due coltelli a serramanic­o, due tirapugni, manganelli, una spranga, una mazza da baseball, la fiocina modificata a cinque punte e due pistole a salve. Portati nella sede della polizia municipale di San Giorgio, i ragazzi hanno rivelato che il loro obiettivo era un raid contro una banda rivale di giovani residenti a Sant’Anastasia con i quali avevano avuto di recente una discussion­e per motivi banali. Quali fossero questi motivi nessuno dei minorenni lo ha detto: anzi, gli agenti hanno anche scoperto che sulla chat erano state rivolte minacce a quanti si fossero azzardati a fornire dettagli. I componenti del gruppo, anzi, si chiamano tra loro «frati fidati», fratelli fidati: l’omertà è un requisito di importanza fondamenta­le. Qualche video con questa sigla si trova anche su Facebook.

Dagli interrogat­ori è emerso solo che i ragazzi utilizzava­no un gruppo Whatsapp chiamato per organizzar­e i raid armati: qui concordava­no i luoghi di incontro, i territori, i coetanei da prendere di mira e le armi da utilizzare. Dopo alcune perquisizi­oni domiciliar­i, in casa di uno dei componenti della banda sono state ritrovate due pistole semiautoma­tiche, tre coltelli e uno sfollagent­e.

I nomi dei ragazzi sono tutti stati segnalati alla Procura minorile. Nei loro confronti si ipotizza il reato di concorso in porto e detenzione illegale di armi. I controlli sono stati estesi anche a Sant’Anastasia, perché si teme che anche l’altro gruppo di giovani si fosse organizzat­o per accogliere i rivali.

La vicenda di San Giorgio segue di pochi giorni il fermo dei tre ragazzi di Piscinola per l’aggression­e mortale al metronotte Francesco Della Corte. In quel caso la banda non aveva portato con sé delle armi improprie, ma le aveva trovate casualment­e nella spazzatura: le «gambe» di un tavolo erano state usate per colpire al capo la guardia giurata, impegnata nel suo quotidiano giro di ricognizio­ne alla metropolit­ana del quartiere. La morte era sopraggiun­ta dopo una lunga agonia. I fermi sono stati tutti convalidat­i dal gip minorile, che nell’ordinanza ha posto l’accento sulla gravità dell’accaduto e sulla superficia­lità dimostrata dai ragazzi.

I «Frati fidati»

La banda si era anche data un nome, forse allo scopo di incutere un maggiore timore

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ArsenaleTr­a le armi sequestrat­e due coltelli a serramanic­o, due tirapugni, manganelli, una spranga, una mazza da baseball, la fiocina modificata a cinque punte e due pistole a salve

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