Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Noi 5 Stelle mai alleati del sindaco»
NAPOLI Matteo Brambilla, nato in Brianza e trasferitosi a Napoli, nel 2016 ha sfidato Luigi de Magistris nella corsa a sindaco di Napoli. Non era facile, a quell’epoca, il suo compito, con de Magistris che aveva cinque anni di vantaggio.
Ventidue mesi dopo, però, il vento è cambiato. E i Cinquestelle, il 4 marzo scorso, hanno fatto piazza pulita in città vincendo ovunque. Tanto che de Magistris, a urne chiuse, ha subito «aperto» ai Pentastellati ma il suo invito è stato rispedito al mittente. «Proprio così», conferma Brambilla, che in consiglio comunale è tra i consiglieri più presenti.
Gentiloni, che è del Pd, è corso in soccorso del sindaco nella sua veste istituzionale di premier. Ora l’M5s aiuterà ugualmente il sindaco?
«In questi giorni Gentiloni lascerà. Ma crede davvero che, a questo punto, prenda impegni scritti per coperture finanziarie? Vedremo. Anche perché la cancellazione di un debito che deriva da un illecito amministrativo come si estingue? Peraltro, se è così, ne deriverà un’inchiesta penale».
Ma che idea si è fatto della vicenda dei debiti Cr8 che risalgono al 1981?
«Che se il sindaco dice che rischia di fallire per questo dice una bugia. Perché quello che preoccupa il Comune non è solo il debito Cr8 in quanto in pancia ce ne sono almeno altri tre: uno da 70-80 milioni, un altro da 120 e c’è tutta la questione del fallimento di Bagnolifutura, che vale 380 milioni di euro. E la Corte dei conti, questa situazione, la evidenzia con chiarezza».
Il sindaco chiede una legge speciale per risolvere il problema.
«Legge speciale per fare cosa? Fosse così facile, tutti i sindaci d’Italia chiederebbero una legge per non pagare i debiti. Inoltre, di leggi speciali Napoli ne ha usufruito di un paio in pochi anni: ha avuto accesso a 300 milioni del fondo di rotazione, con una legge fatta apposta per salvare Napoli e Reggio Calabria; e ha avuto la legge sul predissesto».
Sempre de Magistris afferma però che nel caso di Torino e Roma le leggi ad hoc sono state fatte.
«Anche in quel caso continua a sbagliare. Non c’è nessuna legge speciale. A Torino, per esempio, hanno solo chiesto e ottenuto soldi che non erano mai stati dati».
Il sindaco si riferisce all’aiuto all’azienda dei trasporti torinese.
«Ma perché, a Napoli la Regione non finanzia con 58 milioni l’anno Anm? Solo che qui si fa finta di niente. Dopo tre bilanci in passivo si dovrebbero tagliare del 30 per cento gli stipendi dei dirigenti, se non mandarli a casa. Invece non si è fatto niente e i superminimi vengono mantenuti, con buona pace dei dipendenti».
Ora l’Anm ricomincia da un nuovo amministratore.
«L’ennesimo staffista a cui viene affidata una partecipata importante. Messo lì perché nel momento in cui la giunta scrive nella delibera per stabilire che l’azienda sarà alienata, serve un’interno per gestire questa fase e perché conosce i meccanismi della maggioranza».
Ma lei è sicuro che ci sarà una privatizzazione?
«È scritto nella delibera di indirizzo che il 40 per cento potrà essere messo a gara e che alcuni servizi saranno esternalizzati. Mi spiace che molti consiglieri di maggioranza votino senza approfondire, salvo poi inseguirmi per chiedermi dove avessi letto il passaggio sulla privatizzazione».
Secondo lei, perché Maglione è andato via?
«Probabilmente, non essendoci un piano industriale fatto da lui, non se l’è sentita di proseguire. E ora, con il concordato preventivo, ci sarà un piano di lacrime e sangue».
De Magistris guarda comunque ai Cinquestelle con interesse. È immaginabile un’intesa con lui o, comunque, un vostro aiuto a lui in questa fase?
«L’M5s si contraddistingue per una cosa: il metodo. E il nostro metodo è lontano anni luce dal metodo dal modo di fare politica di de Magistris. Le faccio un esempio?».
Faccia pure.
«Lui per vincere ha fatto 12 liste, noi una sola. A lui gli erano utili tutti per stare a galla. Ed oggi si trova di continuo a modificare gli equilibri e a distribuire assessorati ai vari gruppi che lo hanno sostenuto. Anzi, presto ci sarà anche un altro rimpasto».
Tutto qui? Non sembra molto però come motivo di divisione.
«Invece è tanto. E c’è poi la distanza sui temi e sulle promesse, perché poi alle parole non corrispondono mai i fatti. Noi, ad esempio, siamo per il compostaggio aerobico di quartiere, lui lo è solo a parole perché poi gli impianti non ci sono. Aveva detto che avrebbe incentivato il compostaggio domestico ma non è mai partito. Anzi, nell’ultimo regolamento Tari ha tagliato l’incentivo dal 30 al 10per cento».
Insomma, nessun possibilità di dialogo con lui?
«Guardi, che è lui che con le opposizioni non ha mai parlato. Tutte le volte ci dice che si aspetta il nostro contributo per il bilancio, poi i documenti ce li dà sotto sotto e noi non abbiamo neanche il tempo per intervenire. È evidente che c’è da parte sua la presunzione di sufficienza. Del resto, in aula ci siamo o non ci siamo è la stessa cosa: ha i numeri per adottare le delibere. E la sua maggioranza gliele approva senza neppure leggerle».
Il 14 aprile il Movimento Cinque Stelle andrà in piazza Municipio per la manifestazione organizzata dal sindaco per sensibilizzare il Parlamento ad intervenire per salvare Napoli dai debiti storici?
«Ad oggi posso dire che non ci saremo. Per quello che ci siamo detti, ci riesce difficile immaginare una legge speciale che riesca a bypassare una sentenza definitiva dalla quale deriveranno responsabilità penali. Per quel che mi risulta, poteva essere fatta una transazione con Cr8 già nel 2012 e nel 2016, ma non si è fatta».
Se il Movimento Cinque Stelle andrà al governo garantirà corrette relazioni istituzionali con de Magistris?
«Ripeto: il Movimento Cinque Stelle non è contro nessuno. Le cose giuste si sostengono senza badare ai colori politici. Noi stessi, in aula, abbiamo votato un sacco di delibere della giunta. E di Napoli, già nella scorsa legislatura, l’M5s ha discusso molto. Sia con Roberto Fico, che è napoletano, che con Luigi Di Maio, che è di Pomigliano d’Arco. Soprattutto in occasione del cosiddetto provvedimento “Salvacomuni”, o “Spalmadebiti”. Ma non si possono impostare le cose, come fa de Magistris, in modo che se c’è chi dice no è contro la città».
Come mai l’M5s alle Comunali del 2016 non ha raccolto a Napoli quanto ha raccolto invece ora col voto del 4 marzo?
«Non si possono paragonare le politiche con le comunali, dove si vota insieme alle Municipali. In quel caso, lo abbiamo visto, si muovono le truppe cammellate. Io ho fatto anche il rappresentante di lista, ne ho viste di tutti i colori. C’è un controllo capillare, ci sono molte le liste e non si vota per l’ideologia o il programma, ma per il territorio. E non è un caso che a Napoli da venti o trent’anni ci siano sempre le stesse persone a fare politica».
De Magistris non sarà più ricandidabile al Comune, la prossima volta avrete l’obbligo di riprovarci.
«Lo stiamo facendo, lo facciamo tutti i giorni. Del resto, il risultato ottenuto qui, dove abbiamo vinto ovunque tranne che in un collegio, è frutto di un lavoro che parte da lontano: parte da Roberto Fico, che prese il 3 per cento nel 2011; prosegue con il 20 per cento delle Regionali e il 10 per cento che presi io nel 2016. Lavoriamo sul territorio, giorno per giorno. E’ un’onda che parte da lontano è continuerà».
Col sindaco intesa impossibile Il nostro metodo? E’ lontano dal suo anni luce. Dire che il Comune rischia di fallire per il debito Cr8 è una bugia: in pancia ci sono altri tre debiti che fanno paura. Il Movimento Cinquestelle non è contro nessuno, ma è il sindaco che ignora le opposizioni. In aula la sua maggioranza vota senza pensare
La crisi di Anm Anm? Si fa finta di niente. Dopo tre bilanci in passivo si dovrebbe tagliare del 30 per cento gli stipendi dei dirigenti se non mandarli a casa. Invece non si fa niente e i superminimi vengono mantenuti. Pascale? Uno staffista messo lì perché serve un interno per poter privatizzare
Sarà di nuovo lei il candidato sindaco?
«Il candidato si sceglierà come in passato, si farà una selezione, nessuna candidatura scontata».
Secondo lei, de Magistris porterà a termine il mandato o andrà via prima?
«Come fa a stare fino al 2021 con la situazione che sta lasciando? La sua prospettiva sono le Regionali, cercherà di andar via. E poi, fare il sindaco significa amministrare. Lui non lo fa. Lui fa solo politica cercando di fare la parte del capopopolo. Salvo poi sostenere Potere al popolo alle elezioni e, dopo il voto, dire che le cose sono andate male perché la sinistra è finita. Ecco perché poi la sua maggioranza va in frantumi».