Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Parcheggiatori abusivi, per 6 divieto di dimora
NAPOLI Cinque euro per ogni auto in sosta e chi non pagava veniva prima minacciato e poi riceveva il «regalino» dai parcheggiatori: un graffio sulla portiera, una ruota bucata, uno specchietto rotto. Erano loro i padroni di via San Pasquale a Chiaia e ieri sono stati raggiunti da una misura cautelare di divieto di dimora, per l’accusa di concorso in estorsione.
Una indagine perfetta quella condotta dai carabinieri della stazione di Posillipo, diretti da Tommaso Fiorentino, che ha convinto il gip ha emettere un provvedimento giudiziario per sei persone che porterà, si spera per sempre, alla «liberazione» di una parte di Chiaia. In via Achille Torelli, una stradina di via San Pasquale dove la mattina c’è il mercato della frutta, i parcheggiatori avevano impiantato la «base» logistica della loro attività illecita. Due la mattina vendevano frutta e verdura proprio in quell’area e la sera se ne appropriavano, con altre quattro persone, facendola diventare una zona di parcheggio privato. Chiunque volesse sostare in quello spazio doveva passare da loro e cedere almeno 5 euro: i guadagni arrivavano a 500 euro al giorno. Pagavano tutti: i residenti, i dipendenti dei negozi vicini, i ragazzi che la sera volevano spassarsela ai «Baretti». C’era però chi resisteva e veniva «punito» dai parcheggiatori che danneggiavano le auto di tutti coloro che non si piegavano alle richieste estorsive.
Ma la svolta all’inchiesta, partita nel gennaio del 2017, è nata da un’intuizione dei carabinieri della stazione Posillipo: piazzare una telecamera nascosta proprio di fronte alla strada che veniva bersagliata. E così, seduti dietro le loro scrivanie, i carabinieri hanno ricostruito tutti i passaggi del pizzo. Quando l’auto si avvicinava al vicolo, si affiancava uno dei parcheggiatori che chiedeva i soldi: tariffa fissa. Prendeva i 5 euro, li cedeva ad un altro soggetto che li riponeva in una cassetta nascosta in un camion bianco poco distante dal luogo di «lavoro». E così per decine e decine di volte. Molti di quegli automobilisti, quindici in totale, sono stati rintracciati dai carabinieri che li hanno interrogati. Hanno confermato di essere stati estorti. «Delinquenti professionali che avevano creato un sistema di gestione in via San Pasquale — scrive il gip Roberta Attena —. Minacciavano i conducenti in maniera esplicita o anche indirettamente che incuteva terrore in loro tanto che facevano collette per arrivare ai cinque euro richiesti».