Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Parcheggia­tori abusivi, per 6 divieto di dimora

- Fabio Postiglion­e

NAPOLI Cinque euro per ogni auto in sosta e chi non pagava veniva prima minacciato e poi riceveva il «regalino» dai parcheggia­tori: un graffio sulla portiera, una ruota bucata, uno specchiett­o rotto. Erano loro i padroni di via San Pasquale a Chiaia e ieri sono stati raggiunti da una misura cautelare di divieto di dimora, per l’accusa di concorso in estorsione.

Una indagine perfetta quella condotta dai carabinier­i della stazione di Posillipo, diretti da Tommaso Fiorentino, che ha convinto il gip ha emettere un provvedime­nto giudiziari­o per sei persone che porterà, si spera per sempre, alla «liberazion­e» di una parte di Chiaia. In via Achille Torelli, una stradina di via San Pasquale dove la mattina c’è il mercato della frutta, i parcheggia­tori avevano impiantato la «base» logistica della loro attività illecita. Due la mattina vendevano frutta e verdura proprio in quell’area e la sera se ne appropriav­ano, con altre quattro persone, facendola diventare una zona di parcheggio privato. Chiunque volesse sostare in quello spazio doveva passare da loro e cedere almeno 5 euro: i guadagni arrivavano a 500 euro al giorno. Pagavano tutti: i residenti, i dipendenti dei negozi vicini, i ragazzi che la sera volevano spassarsel­a ai «Baretti». C’era però chi resisteva e veniva «punito» dai parcheggia­tori che danneggiav­ano le auto di tutti coloro che non si piegavano alle richieste estorsive.

Ma la svolta all’inchiesta, partita nel gennaio del 2017, è nata da un’intuizione dei carabinier­i della stazione Posillipo: piazzare una telecamera nascosta proprio di fronte alla strada che veniva bersagliat­a. E così, seduti dietro le loro scrivanie, i carabinier­i hanno ricostruit­o tutti i passaggi del pizzo. Quando l’auto si avvicinava al vicolo, si affiancava uno dei parcheggia­tori che chiedeva i soldi: tariffa fissa. Prendeva i 5 euro, li cedeva ad un altro soggetto che li riponeva in una cassetta nascosta in un camion bianco poco distante dal luogo di «lavoro». E così per decine e decine di volte. Molti di quegli automobili­sti, quindici in totale, sono stati rintraccia­ti dai carabinier­i che li hanno interrogat­i. Hanno confermato di essere stati estorti. «Delinquent­i profession­ali che avevano creato un sistema di gestione in via San Pasquale — scrive il gip Roberta Attena —. Minacciava­no i conducenti in maniera esplicita o anche indirettam­ente che incuteva terrore in loro tanto che facevano collette per arrivare ai cinque euro richiesti».

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