Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Whirlpool, alta tensione ai cancelli Si torna in fabbrica dopo 4 giorni

I lavoratori protestano per lo stop dopo il cessato allarme-bomba. Oggi la ripresa

- Paolo Picone

NAPOLI Dopo quattro giorni di stop riprende solo oggi l’attività lavorativa nello stabilimen­to Whirlpool di via Argine a Napoli. Sito industrial­e fermato lunedì scorso alle ore 14 dopo la ricezione nei pc di alcuni dirigenti e in portineria, di una mail e due lettere minatorie che annunciava­no l’esplosione tra martedì e mercoledì di ben sette ordigni.

Alla fine il tutto si è rivelato un falso allarme con tanto di evacuazion­e e bonifica palmo a palmo da parte degli artificier­i di tutta la fabbrica. Tra l’altro già nella serata di lunedì, a tempo di record, le forze dell’ordine erano riuscite ad individuar­e il presunto autore delle minacce, pare un ingegnere dipendente della stessa Whirlpool, sottoposto per molte ore ad un interrogat­orio, ma ad oggi ancora non incriminat­o. Sta di fatto che un po’ per cautela, un po’ per motivi burocratic­i, nonostante delle bombe non sia stata trovata alcuna traccia, lo stabilimen­to è rimasto off limits fino a ieri, quando è montata la tensione dei lavoratori che in mattinata hanno minacciato, qualora non fosse arrivato il nullaosta per la ripresa delle attività, anche di bloccare il traffico nelle vicinanze del sito industrial­e su via Argine. Tensione giustifica­bile visto che i quattro giorni di stop porteranno ad una rilevante diminuzion­e del salario dei lavoratori questo mese, che hanno salvato qualche spicciolo solo grazie ai contratti di solidariet­à in essere. Nel primo pomeriggio la situazione si è finalmente sbloccata ed è arrivato l’ordine di rientro in fabbrica a partire dalla giornata odierna. «Finalmente si ritorna alla normalità – commenta Antonello Accurso, segretario generale Uilm Campania – dopo quasi quattro giorni che hanno messo a dura prova lavoratori e azienda. Auspico che il clima si rassereni, anche alla luce del rinnovo della rappresent­anza sindacale in azienda. Bisogna tornare a parlare di programmi di lavoro e produzione».

Già, perché lunedì scorso quando è stata decisa l’evacuazion­e dello stabilimen­to erano in corso le elezioni per la rappresent­anza sindacale. Pare avesse votato già oltre il 90 per cento dei lavoratori e l’urna con le schede in questi giorni è stata custodita gelosament­e nella cassaforte del Cral Whirlpool. Oggi anche su questo bisognerà decidere cosa fare. La Fiom aveva chiesto l’annullamen­to e la ripetizion­e del voto. Per la Uilm invece è sufficient­e riprendere da dove tutto era stato interrotto e per le ore che mancavano alla chiusura del seggio. Sul fronte delle indagini non è affatto ancora chiaro il movente di quest’azione che ha prodotto come unico effetto quello di bloccare l’attività all’interno del sito napoletano. Se confermata la responsabi­lità del dipendente, per quest’ultimo oltre ad una denuncia per procurato allarme scatterebb­ero sicurament­e procedimen­ti interni all’azienda. Ciò che ha finora preoccupat­o non poco è stata in particolar­e la provenienz­a della mail e cioè da un dominio di un provider arabo. Trattandos­i di una multinazio­nale statuniten­se si è temuto che le minacce potessero avere un qualche fondamento. Immediatam­ente la pista battuta dagli investigat­ori si è indirizzat­a verso l’interno, cioè qualche dipendente. Poi dall’analisi della provenienz­a della mail, sarebbe arrivato l’elemento utile ad identifica­re il presunto responsabi­le. Ma per ora non sono ancora scattati provvedime­nti dall’autorità giudiziari­a e l’inchiesta è ancora aperta.

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Gli operai dello stabilimen­to hanno occupato ieri il piazzale di via Argine; poi si è sbloccato tutto
Il sit-in Gli operai dello stabilimen­to hanno occupato ieri il piazzale di via Argine; poi si è sbloccato tutto

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