Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Whirlpool, alta tensione ai cancelli Si torna in fabbrica dopo 4 giorni
I lavoratori protestano per lo stop dopo il cessato allarme-bomba. Oggi la ripresa
NAPOLI Dopo quattro giorni di stop riprende solo oggi l’attività lavorativa nello stabilimento Whirlpool di via Argine a Napoli. Sito industriale fermato lunedì scorso alle ore 14 dopo la ricezione nei pc di alcuni dirigenti e in portineria, di una mail e due lettere minatorie che annunciavano l’esplosione tra martedì e mercoledì di ben sette ordigni.
Alla fine il tutto si è rivelato un falso allarme con tanto di evacuazione e bonifica palmo a palmo da parte degli artificieri di tutta la fabbrica. Tra l’altro già nella serata di lunedì, a tempo di record, le forze dell’ordine erano riuscite ad individuare il presunto autore delle minacce, pare un ingegnere dipendente della stessa Whirlpool, sottoposto per molte ore ad un interrogatorio, ma ad oggi ancora non incriminato. Sta di fatto che un po’ per cautela, un po’ per motivi burocratici, nonostante delle bombe non sia stata trovata alcuna traccia, lo stabilimento è rimasto off limits fino a ieri, quando è montata la tensione dei lavoratori che in mattinata hanno minacciato, qualora non fosse arrivato il nullaosta per la ripresa delle attività, anche di bloccare il traffico nelle vicinanze del sito industriale su via Argine. Tensione giustificabile visto che i quattro giorni di stop porteranno ad una rilevante diminuzione del salario dei lavoratori questo mese, che hanno salvato qualche spicciolo solo grazie ai contratti di solidarietà in essere. Nel primo pomeriggio la situazione si è finalmente sbloccata ed è arrivato l’ordine di rientro in fabbrica a partire dalla giornata odierna. «Finalmente si ritorna alla normalità – commenta Antonello Accurso, segretario generale Uilm Campania – dopo quasi quattro giorni che hanno messo a dura prova lavoratori e azienda. Auspico che il clima si rassereni, anche alla luce del rinnovo della rappresentanza sindacale in azienda. Bisogna tornare a parlare di programmi di lavoro e produzione».
Già, perché lunedì scorso quando è stata decisa l’evacuazione dello stabilimento erano in corso le elezioni per la rappresentanza sindacale. Pare avesse votato già oltre il 90 per cento dei lavoratori e l’urna con le schede in questi giorni è stata custodita gelosamente nella cassaforte del Cral Whirlpool. Oggi anche su questo bisognerà decidere cosa fare. La Fiom aveva chiesto l’annullamento e la ripetizione del voto. Per la Uilm invece è sufficiente riprendere da dove tutto era stato interrotto e per le ore che mancavano alla chiusura del seggio. Sul fronte delle indagini non è affatto ancora chiaro il movente di quest’azione che ha prodotto come unico effetto quello di bloccare l’attività all’interno del sito napoletano. Se confermata la responsabilità del dipendente, per quest’ultimo oltre ad una denuncia per procurato allarme scatterebbero sicuramente procedimenti interni all’azienda. Ciò che ha finora preoccupato non poco è stata in particolare la provenienza della mail e cioè da un dominio di un provider arabo. Trattandosi di una multinazionale statunitense si è temuto che le minacce potessero avere un qualche fondamento. Immediatamente la pista battuta dagli investigatori si è indirizzata verso l’interno, cioè qualche dipendente. Poi dall’analisi della provenienza della mail, sarebbe arrivato l’elemento utile ad identificare il presunto responsabile. Ma per ora non sono ancora scattati provvedimenti dall’autorità giudiziaria e l’inchiesta è ancora aperta.