Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Per niente Candida
Gentile Candida, cos’è il matrimonio, se non promettersi di esserci l’uno per l’altro, nella salute e nella malattia, nella buona e nella cattiva sorte, finché morti non ci separi? E tuttavia, io mi chiedo, perché dobbiamo e possiamo esserci l’uno per l’altro se uno sta male, se c’è un rovescio di fortuna, e perché è giusto che siamo soccorrevoli in ogni frangente, ma non è più giusto che ci siamo per l’altro quando si tratta dei desideri e del piacere. Dopo vent’anni di matrimonio, mia moglie ha detto basta sesso, chiudo bottega. E io adesso sono un insensibile che non capisce che lei è stanca, che è in menopausa, che ha il calo del desiderio, e sono un vecchio porco che ha sempre avuto in mente solo quello. Ma il corpo ha le sue leggi e il matrimonio ha le sue regole, e non sono io inadempiente, se ci sono per tutto, ma poi devo arretrare dal mio lato del letto. Se lei dicesse «va bene, capisco, se vuoi prenderti delle distrazioni comprendo», sarebbe almeno ragionevole, ma no. Quello irragionevole sono io, che ancora non mi sono rassegnato, che ancora sono vivo. L’irragionevole sono io, che dovrò tradire di nascosto, che dovrò sentirmi in colpa per qualcosa di cui non ho colpa. Forse è questo quello che sopporto di meno: che, alla fine, sarà colpa mia.
Che devo fare, che alternativa mi resta? Grazie per la risposta,
Mario
Caro Mario, il corpo ha le sue leggi e non sono incise nella pietra e si anima non solo per riflesso condizionato ma per il soffio del desiderio, dell’attrazione, del sentimento. Mutevole è il vento di questo soffio e soggetto ai momenti e alle temperature altalenanti di ogni relazione. Il corpo ha le sue leggi, ha ragione, e sua moglie potrebbe trarre giovamento dalle tante cure del desiderio possibili per donne della sua età. Sono terapie consigliabili, ma sospetto che questo non sia solo un problema di menopausa. La perentorietà con cui le si nega e l’ottusità con cui lei è convinto di dover riscuotere un suo diritto parlano d’altro. Diceva lo scrittore William Neal Harrison «la metà inferiore di me è innamorata». Il matrimonio ha le sue regole, ma non basta ricambiare una camicia stirata con una spazzatura portata fuori affinché i conti siano in pari e le cose funzionino. I mariti che reclamano sesso non si chiedono mai perché mai una donna dovrebbe negarsi una gioia. Lei non sta offrendo passione, ma sta pretendendo un sacrificio. E io mi domando se è questo che vuole e se è di questo che ha goduto, finora, senza porsi altre domande. Un tempo, il piacere femminile non era contemplato e le donne adempievano ai «doveri coniugali», ma quello accadeva una vita fa e chi non si è aggiornato allora, può sempre adoperarsi per farlo adesso. Poi, in generale, del sesso ci si stufa con chiunque, dell’amore non è detto. Del sesso e della sua fine si dibatte con sgomento in tutte le coppie, specie in quelle che durano. E, se molti ne discutono e pochi si lasciano, è perché quell’altra cosa, l’amore, è più forte del resto.
Se tutti sogniamo una vita di primi amori Cara Candida, quarant’anni fa, il mio primo grandissimo amore non piaceva ai miei genitori. Non appartenevamo, dicevano, alla stessa classe. Lui era intelligentissimo, ma non poté andare all’università perché doveva aiutare la sua famiglia. Per quasi due anni, resistetti strenuamente, poi lui vinse un posto da contabile al Nord e io, per seguirlo, dovetti scegliere se rompere i ponti con la mia famiglia per sempre. Ho sempre pensato che, se fosse rimasto a Napoli, sarebbe stato più semplice, mi sono sempre sentita in colpa perché la verità è che mi spaventava abbandonare gli agi a cui ero abituata e, in ogni caso, non riuscivo a immaginare come avrei potuto laurearmi stando con lui, lontana, in condizioni economiche precarie. Scelsi di ubbidire ai miei e, col tempo, sposai un ragazzo «adeguato» perché era l’unica cosa che potevo fare. Abbiamo avuto la barca, la casa vista mare, le vacanze, ho avuto gioielli e abbiamo fatto salotto. Abbiamo avuto due figli e della laurea non me ne sono fatta niente. Anche su questo ho ubbidito ai miei, in fondo che senso aveva lavorare quando invece avevo una famiglia di cui occuparmi, figli da tirare su capaci di stare al mondo, in quel certo mondo e in quel certo modo futile che era il mio? Mio marito è stato arido di ogni cosa, assente, distratto, superficiale, infedele. Ho imparato a pretendere non affetto ma regali e mi sono arresa a non desiderare il sentimento. Un anno fa, il primo amore mi ha cercata. Non avevo mai smesso di pensare come sarebbe stata la mia vita se... Non ho mai smesso di pensare al suo amore sconfinato, a come mi facesse sentire una principessa. Gli ho risposto che aveva sbagliato numero, poi mi sono pentita e disperata perché non sapevo come rintracciarlo. Quando una settimana fa ha richiamato, l’ho lasciato parlare. Anche lui non mi ha mai dimenticata, voleva rivedermi. Gli ho detto che ci avrei pensato, ma sono combattuta. Vorrei tanto ritrovare la ragazza spensierata che ero, vorrei tanto tornare a sentirmi come allora. Fantastico le cose dolci che ci diremo, ho paura che sia l’ultima occasione di essere felice. Ma ho anche paura di quello che penserebbero i miei figli, di come reagirebbero le famiglie mia e di mio marito, e di come tutta la mia vita potrebbe cambiare. Ormai sono nonna, fra un po’ sarò vecchia, posso morire senza aver vissuto?
Laura
Cara Laura, non basterà rivedere quell’uomo per ritornare la ragazzina che è stata. Né basterà incontrarlo perché tutto sia come allora. Lei sta dando per scontato che il sentimento sia intatto come se questi quarant’anni non le avessero insegnato la lezione della disillusione. Certi amori non si scordano mai per il semplice fatto che sono stati contrastati o non corrisposti e nessuno può dire cosa sarebbe successo se i due avessero invece potuto infilare le pantofole. Diceva lo scrittore Jean de La Bruyère, già nel Seicento, «non si ama veramente che una sola volta, la prima. Gli amori che seguono sono meno involontari». Lei, come tanti, si è sposata immaginando che non se ne potesse fare a meno. Poi, nessuna storia si fa con i «se». Non dovrebbe privarsi di incontrare quell’uomo, perché è ora che lei faccia i conti con se stessa, ma sappia che è probabile che non sarà di nuovo amore travolgente. Tutti sogniamo una vita fatta solo di primi amori, ma l’amore migliore è sempre quello in corso. E quello a cui lei dovrebbe aspirare, semmai, è un nuovo amore, maturo, l’incontro di due anime calate in questo presente e non rimaste ferme a una gioventù svanita troppo tempo fa.