Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Stop biocidio, migliaia sfilano in corteo Il governatore: finalmente l’opposizione
Comitati e ammalati di cancro denunciano il «negazionismo» In cento con la Stella di Davide De Luca: finalmente una manifestazione di opposizione
NAPOLI In piazza per la salute, tra gli oltre cinquemila del corteo «Stop Biocidio» c’erano tante famiglie e soprattutto associazioni e movimenti ambientalisti, da Terra dei Fuochi a Battipaglia e Salerno, soprattutto per chiedere le bonifiche dei troppi siti ancora avvelenati. Si sprecano cartelli e poi slogan dedicati alla «De Luca Dinasty» o che ricordano l’inchiesta Fanpage che ha portato all’azzeramento dei vertici Sma, società regionale in house all’ambiente. In marcia anche diecine di ammalati che appuntavano al petto una Stella di David con la siglia 048 dell’esenzione ticket per la cura delle malattie tumorali.
Protesta pacifica, fatta eccezione per i cori contro De Luca e i fumogeni con lancio di sacchetti contro il palazzo della Regione una foto del governatore, una volta che il corteo partito da piazza Mancini è giunto a Santa Lucia. Durissimo il manifesto di Stop Biocidio, la galassia dei comitati per la salute che torna in piazza dopo il #fiumeinpiena del 2013, che parla di ritorno delle ecomafie «vista l’inchiesta Bloody Money» e «a fronte di un territorio che avrebbe bisogno di tutt’altro monitoraggio» chiede le dimissioni del governatore. Angelo V., attivista di Cercola, è in piazza con il figlio di 7 anni e la moglie operata per un tumore al seno. «A Milano», precisa Angelo, «avendo quarant’anni non avrebbe potuto aspettare tre mesi per operarsi in Campania, ci siamo rivolti all’Umanitas e ci hanno chiamati dopo una settimana, la hanno operata subito». Cercola è attaccata dai fumi dei roghi di rifiuti. «Questa estate ho portato mio figlio a Caserta, bruciano di continuo sulla Ss268 e la 162, il sindaco e la Città Metropolitana si rimpallano le responsabilità sulla pulizia delle aree riempite di rifiuti dati alle fiamme. E al confine con la Sesta Municipalità ne abbiamo una che brucia anche se è sotto sequestro giudiziario, ci hanno fatto capire che appartiene ad intoccabili».
E il consigliere M5s Vincenzo Viglione ricorda: «Oggi scade l’incarico di 60 giorni alla commissione di inchiesta regionale sulle Partecipate, e quindi la Sma, presieduta, sino ad oggi, dallo stesso Passariello indagato nell’inchiesta Bloody Money. Questo corteo è l’ennesimo segnale che si manda a De Luca che si è pure speso su questi temi, ma il suo programma di rimozione delle eco balle è un fallimento ». Sfilano i comitati di Chiaiano, che chiedo nola messa insicurezza della disc ari manifestazione ca sequestrata dalla Dda per la quale, a suo tempo, furono pestati. Sfila Battipaglia contro il sito di compostaggio all’ex Cdr essendocene già uno operativo a Eboli assieme a ben 17 privati autorizzati a trattare rifiuti di ogni genere: «Il problema è la quantità». E ricordano la discarica delle ecomafie di Castelluccio, che contiene un intero camion e l’area Grataglie ex Montedison, mai messe in sicurezza.
C’è Scampia, che chiede lo sblocco dei finanziamenti per completare l’università e ancora il tombamento della discarica di Chiaiano, con la consigliera Maria De Marco. C’è Salerno, col Comitato Salute e Vita per la chiusura definitiva della fonderia Pisano, che si è opposta al Tar (l’udienza è il 28). E c’è l’oncologo Antonio Marfella, presidente Isde Napoli, con una Stella di David appuntata al petto col codice 048: combatte davvero una battaglia contro il cancro e va via prima che gli slogan si facciano più duri. «Cento persone hanno avuto le Stelle per far passare un messaggio giusto contro l’eccessivo negazionismo, la nostra precisa sensazione è che il problema ambientale ancora non sia stato affrontato dalla testa ma dalla coda: senza tracciare rifiuti speciali e manufatti prodotti a nero, non garantendo la qualità di vita, né abbiamo dati per avviare una seria prevenzione, ancora oggi mancano quelli del Registro tumori per Napoli Centro. Il “sistema”, come ha denunciato Fanpage, appartiene alla burocrazia regionale non necessariamente a questa amministrazione: se non ho impianti per i rifiuti speciali ospedalieri, che qui sono 16mila tonnellate all’anno, anziché pagare 1300-1800 euro a tonnellata con un impianto da 2 milioni ne spenderei 500, invece li portiamo in Basilicata ed Emilia e le ditte che se ne occupano sono tre, sempre le stesse, che già lavoravano, anche legalmente, con la tristemente nota Resit di Cipriano Chianese e legalmente sono le uniche e autorizzate a farlo, ma pagheremmo la metà con impianti regionali con un risparmio di 8 milioni per la sola sanità campana».
Da parte sua il governatore Vincenzo De Luca ha replicato con ironia su Fb: «Era ora! Finalmente a Napoli una manifestazione di opposizione. Quanto al «biocidio, questione di portata analoga al buco dell’ozono, sembra di poter dire che qualcuno abbia letto la storia all’incontrario».