Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bilancio, de Magistris a caccia di voti per il sì

Documento in aula per fine mese. Il gruppo Agorà, in rotta col sindaco dopo le nomine in Anm, si defila

- di Paolo Cuozzo

NAPOLI Questa volta la coperta è davvero corta. Forse più che in passato. Il bilancio 2018 del Comune di Napoli, che deve essere approvato dalla giunta entro il 31 marzo — e possibilme­nte anche dal Consiglio se il Comune vuole vitare di far slittare di un anno i provvedime­nti in materia di tariffe — sta diventando una montagna da scalare.

Innanzitut­to, perché c’è da tener presente del pronunciam­ento della Corte dei conti senza però avere, al momento, ancora le motivazion­i della sentenza che ha stabilito che il Comune ha sforato il Patto di stabilità nel 2016: motivo per cui potrebbero scattare sanzioni per 97 milioni dal primo gennaio 2019. Eppoi perché i numeri per avere il via libera dell’aula al documento contabile — che arriva non soltanto dopo i verdetti della Corte dei conti, ma anche al concordato preventivo dell’Anm — allo stato rischiano di non esserci. In maggioranz­a sono infatti molti i mal di pancia: Dema, con l’avvicinars­i del congresso di maggio e con la concreta ipotesi che Claudio de Magistris si defili, vive un momento molto critico al suo interno. Stavolta, poi, con la spada di Damocle della Corte dei conti sono molti di più i dubbi dei Consiglier­i comunali. Infine, ma non ultimo, c’è un gruppo di tre consiglier­i, quello di Agorà, che ha annunciato — per ora — di chiamarsi fuori. Si tratta dei consiglier­i Nino Simeone, Ciro Langella e Carmine Sgambati, in rotta con de Magistris dopo la nomina di Nicola Pascale, ingegnere e staffista dell’assessore alla Mobilità, Mario Calabrese, al vertice dell’Anm. Simeone, che presiede la commission­e Mobilità, lamenta di non essere stato consultato nella scelta di Pascale. Inoltre, il presidente della Commission­e Mobilità è in aperto contrasto con politico Calabrese. Infine, il suo gruppo è l’unico della maggioranz­a a non avere un assessorat­o. Insomma, gli elementi per una frattura col sindaco ci sono tutti. Ecco perché il sindaco, per ora, può contare su tre voti in meno. Fatti due conti, de Magistris può fare affidament­o su 19-20 consiglier­i, oltre al suo voto Incerto, invece, il sostegno del consiglier­e Troncone, eletto col sindaco ma poi passato nel gruppo misto. Ecco perché se venisse meno anche un solo tassello salterebbe tutto: servono infatti almeno 21 voti per approvare il bilancio. Un bilancio che conterrà ritocchi alle tariffe della Cosap per chi occupa per almeno 12 mesi il suolo pubblico. E quindi, un’enormità di ristoranti, bar e pub disseminat­i in città: una nuova gabella che inciderà sul già martoriato commercio. C’è poi la tassa dei rifiuti che sarà applicata a B&b e affittacam­ere e che sarà calcolata con un parametro unico, quello di una numerosa famiglia di 6 persone.

Ma una buona notizia è arrivata comunque in Municipio: il Consorzio Cr8 ha sbloccato in parte la cassa che gli aveva pignorato vantando un credito di 97 milioni. «Si tratta di 32 milioni 616mila euro su 50 — spiega l’assessore al Bilancio, Enrico Panini —, relativi alla quota interessi. Per la parte relativa ai lavori di Cr8 attendiamo invece che il governo si accolli il 77 per cento della cifra rimanente, quindi circa 63 milioni».

Cr8 Liberata in parte la cassa pignorata dal Cr8, disponibil­i 32 milioni

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Il sindaco de Magistris deve far fronte a numerose tensioni nella maggioranz­a

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