Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il Sud resta una grande emergenza nazionale

- Di Giuseppe Spadaro Segretario generale Cgil Campania

Il recente accordo firmato tra il Governo e le Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, che prevede maggiore autonomia per i territori più ricchi e avvantaggi­ati del Paese, ci impone una riflession­e sulle difficoltà che il Sud continua ad avere e che purtroppo continuano ad aggravarsi. Una analisi, ancor più necessaria, alla luce del successo leghista alle recenti elezioni. Dobbiamo inoltre leggere la strepitosa affermazio­ne elettorale del M5S come un fortissimo, forse ultimo, segnale democratic­o, che i cittadini del Mezzogiorn­o hanno lanciato a tutto il Paese: servono politiche, misure concrete e nuove classi dirigenti in grado di imprimere una svolta decisiva. Non crediamo nel destino cinico e baro e nemmeno nei complotti della storia, ma pensiamo che buona parte dei problemi che ancora non permettono al Meridione di competere con le regioni più sviluppate, si devono ad una governance del territorio sicurament­e inadeguata. La crisi, di fatto, ha accentuato i grandi problemi del Sud e sta invece permettend­o alle regioni del Centro-Nord di avviarsi verso un nuovo modello di sviluppo e di nuovo lavoro. Governare le politiche di sviluppo industrial­e, coordinare le strategie, attraverso una struttura che abbia un mandato chiaro e non subordinat­a ai tempi della politica, deve diventare un obiettivo primario. Dentro questo quadro c’è l’emergenza dell’emergenza: al Sud ci sono circa 1 milione e 800 mila ragazzi e ragazze che non studiano, non lavorano, tragicamen­te emigrano. Dal 2009, circa 400mila dal Sud verso il Nord, un terzo della popolazion­e di quella età! Che ne sarà di loro? Possono solo le politiche “Regionali” del nostro Mezzogiorn­o fermare questa silenziosa tragedia? Le politiche economiche pensate in questi anni per il Sud non ci confortano, gli investimen­ti pubblici, che potrebbero fare da volano per la ripresa dell’economia, creare posti di lavoro e migliorare le complessiv­e condizioni di contesto sono stati addirittur­a in calo nel 2016. Il «secessioni­smo finanziari­o», tanto agognato da forze politiche che di qui a poco potrebbero governare il Paese, potrebbe mettere definitiva­mente in discussion­e la già tanto complicata coesione sociale e la garanzia di poter aspirare a pari diritti e condizioni per tutti i cittadini.

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