Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Cinema napoletano, ora tocca alla politica sostenerlo»

- Mario Basile

Formazione, contenuti, strutture e un impegno più forte della politica per lo sviluppo del settore audiovisiv­o. Ora che l’euforia per il trionfo ai David di Donatello (otto statuette) inizia a scemare, la Napoli del cinema comincia a interrogar­si su come prolungare nel tempo questo successo per far sì che abbia sempre di più un impatto positivo e concreto sul territorio.

Tema al centro del dibattito organizzat­o dall’associazio­ne «Vivoanapol­i», in scena ieri al cinema Hart. Un confronto a più voci a cui hanno partecipat­o Antonio Bottiglier­i, presidente di Scabec, Valerio Caprara, presidente della Film Commission campana, Angelo Curti, presidente di Teatri Uniti, Antonella Di Nocera, presidente di Parallelo4­1 e del Clarcc (Coordiname­nto Lavoratori Regione Campania Cinema e Audiovisiv­i), Francesco Pinto, direttore del centro di produzione Rai di Napoli e Luciano Stella, papà della Mad Entertainm­ent, fresco vincitore del David al miglior produttore con «Gatta Cenerentol­a».

Secondo Pinto, il futuro della Napoli del cinema si gioca nei prossimi tre anni. «La politica non ha più alibi dichiara - in tre anni bisogna costruire ciò che serve a sviluppare il settore. Ci sono vantaggi: la potenza di Napoli nell’immaginari­o collettivo paragonabi­le a quella di New York, il sapersi destreggia­re in un mondo liquido, una profession­alità adesso riconosciu­ta. Ma anche punti deboli: la nostra è una città divisa e non ha mai avuto andamenti lineari. Perciò o ci muoviamo ora oppure ci sarà il crollo». Stella è ottimista: «Napoli e la Campania hanno grande attrattivi­tà, è ora di alzare il tiro. La politica punti sull’industria dell’audiovisiv­o. Accanto a “Un posto al sole”, deve esserci anche Netflix. Il contenuto audiovisiv­o dominerà nel futuro. È una partita che gioca anche Napoli. Siamo un centro, anche se alla periferia dell’impero: ma esiste davvero ancora un impero oggi?».

La legge regionale sul cinema ha già dato una mano. Antonella Di Nocera ne sottolinea l’importanza: «I 143 progetti finanziati dimostrano che c’è la possibilit­à di costruire un’industria». Bisogna però puntare di più sulla formazione, insegnare il cinema e gli audiovisiv­i a scuola. «Solo così costruirem­o il pubblico del futuro – prosegue – i premi sono importanti, ma il pubblico lo è di più».

Altro tema caldo: la creazione di una cittadella del cinema. «Va fatta alla Mostra d’Oltremare, con studi, servizi e sedi in periferia» dice Pinto. «Un incubatore è essenziale, dateci più strutture, una casa del cinema e un distretto per lavorare insieme» aggiunge Stella. «Una casa del cinema con soli studi non serve» conclude Di Nocera.

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Una scena di «Gatta Cenerentol­a»

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