Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Domani al San Carlo il virtuoso Grigory Sokolov
Un virtuoso della tastiera sarà protagonista domani alle 20.30 al Teatro San Carlo: Grigory Sokolov. Il il sessantasettenne pianista, nato nell’odierna San Pietroburgo, non ama le definizioni, né tanto meno lui, che è nato nella Unione Sovietica di uno Stalin trionfante, si sente depositario di un’eredità: «I custodi stanno nei musei, sul palco salgono gli artisti e l’artista è sempre moderno, appartiene al suo tempo e quindi inevitabilmente interpreta il suo tempo e comunica a un pubblico che gli è contemporaneo», ha già dichiarato in un’intervista al «Corriere della Sera». E sul repertorio Sokolov è categorico:
«Sono nato a Leningrado, ma come ogni altro pianista al mondo sono nato e cresciuto con Bach e Schumann, Chopin e Rachmaninov: in musica non c’è geografia! E non è possibile fare paragoni: Beethoven meglio di Chopin perché vince nove sinfonie a zero? Ma allora se contiamo le Mazurke il polacco lo batte 58 a 0!». Al San Carlo il programma annovera brani in forma-sonata, prima del «padre» di questo tipo di composizioni, Haydn, poi di colui che forse meglio di ogni altro seppe dare lirismo alla forma bitematica: Franz Schubert. Si inizierà con le Sonate n. 32, 47, 49 di Haydn, appartenenti al periodo del classicismo, ma ben lontane dalla rigida osservanza formale, dalla quale i veri maestri sanno ben derogare. Nella seconda parte del recital spazio alla lirica libertà formale dei «4 Improvvisi op.142 postuma» di Schubert, in cui l’esigenza di soddisfare le richieste degli editori per pagine di «facile» esecuzione, rivela, per contrasto, la nitida ispirazione dell’autore, che non rinuncia alle architetture formali, elevando su esse quella cantabilità che, nei lieder, trova la massima realizzazione.