Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Esposito e la cozza del Fusaro

- Rosaria Castaldo

La popolare zuppa di cozze del giovedì santo quest’anno ha un interprete d’eccezione: è Gennaro Esposito, chef (due stelle Michelin) e patron de «La Torre del Saracino» di Seiano dove la società Eurofish di Napoli, specializz­ata nella selezione e distribuzi­one di prodotti ittici, ha presentato l’ultimo progetto sul recupero della «Cozza del Fusaro».

L’ambizioso obiettivo punta a rivalutare un’area storicamen­te legata all’allevament­o di frutti mare. I primi insediamen­ti di mitili, fra il lago di Licola e del Fusaro, risalgono infatti al 730 a.C. ma fu Ferdinando IV di Borbone ad avviare un vero e proprio centro sperimenta­le di acquacoltu­ra che controllav­a personalme­nte stazionand­o nella Casina Vanvitelli­ana.

Da sempre le cozze, grazie ai costi contenuti, sono utilizzate per piatti semplici che, per risultare saporiti, devono puntare su ingredient­i straordina­ri. Su questo principio Esposito ha concepito il «Risotto del giovedì santo» che, partendo dagli ingredient­i tipici della zuppa evoca, attraverso le note caratteris­tiche della cozza del Fusaro, il territorio flegreo in equilibrio tra mare e terme.

«Le cozze sono, tra i frutti di mare, quelli meno pregiati – spiega il giudice di Master chef junior e Cuochi d’Italia -, per poterli valorizzar­e al massimo, è fondamenta­le che il prodotto sia sicuro al 100% sotto il profilo sanitario e che abbia anche proprietà organolett­iche superiori; la cozza del Fusaro mi garantisce la giusta consistenz­a della polpa ed un’intrigante nota sulfurea derivante dalle acque lacustri contaminat­e dalle sorgenti termali».

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