Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sorbo bianco, Falanghina “cresciuto” in legno

- @gimmocuomo

Ivini bianchi dei Campi flegrei hanno un marchio inconfondi­bile: la sostenuta mineralità. I Falanghina prodotti nelle vigne immediatam­ente a Nord di Napoli sono tenui, fini, meno corpulenti dei cugini del Sannio e dell’Irpinia. Le interpreta­zioni vincenti tuttavia si contano sulle dita di una mano. Peccato. La doc sicurament­e sconta l’assenza di un’azienda leader, poteva esserlo Grotta del Sole prima dell’interruzio­ne dell’attività, in grado di trainare con i propri successi e i grandi numeri tutti gli altri produttori. La denominazi­one si regge viceversa sulle performanc­e di piccoli produttori come queste Cantine del mare di Monte di Procida. No le ho visitate. Mi parla un amico caro di un vigneto a piede franco particolar­mente suggestivo a forma di stadio, con vista sul mare che divide la terraferma dalla dirimpetta­ia isola di Procida. L’ennesima suggestion­e di una terra troppo bella per essere cancellata dalla stoltezza degli uomini, ma anche troppo fragile per non portarne, sofferente, i segni profondi e forse indelebili. Il vino affonda le radici in questa terra instabile e ricca, viene temprato dal sole, rinfrescat­o dalle brezze marine. Nel bicchiere ho il vino del 2015, probabilme­nte, ma non ve lo assicuro si tratta dell’ultima annata in commercio del Sorbo Bianco riserva, Falanghina bio 2cresciuta il legno” e affinata in bottiglia. Bello il colore paglierino carico con suggestive nuance dorate. Limpidissi­mo, di consistenz­a superiore rispetto alla maggior parte dei suoi pari. Subito dopo l’apertura della bottiglia si colgono in prevalenza sentori di nocciola tostate di caramella al mou. Poi il velo tostato si squarcia e vengono in evidenza le note di pesca bianca e gialla. In bocca è abbastanza morbido, senz’altro molto fresco e moderatame­nte sapido. Discreta la persistenz­a. Un vino che rivela lo scrupolo di chi lo ha realizzato, ma non facile. Ne aspetto l’evoluzione. L’ho provato con gusto sulle scarole con i fagioli butirri delle colline di Vico Equense. Ok sulle alici in tortiera, latticini e carni bianche.

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